19-06-2024
Il mondo di Anthony Genovese: la cartina racconta i luoghi che lo chef ha conosciuto e dove ha lavorato. Il Pagliaccio di Roma diventa la sintesi compiuta di queste esperienze
Autorialità di Anthony Genovese, che non conosce confini. Il Pagliaccio caput mundi, perché c’è un filo conduttore sotteso, tra barbagiuan e dal, noodles e polenta, umeboshi e mole, carciofi alla barigoule e pecora, salsa bigarade e cardamomo, coriandolo e finanziera: l’assenza di frontiere geografiche e mentali, il no limits, che diventa presenza straripante di un artefice in grado di coniugare estro, tecnica ed esperienza. E impiatta un caleidoscopio di colori, profumi, influenze e nuances gustative che parrebbero stonati, ovvero fin troppo eterogenei, se a ricondurli a perfetta e completa concordanza (ineffabile armonia, insomma) non fosse la preponderanza della personalità creativa e stilistica di colui che li mette in fila uno dopo l’altro, anzi spesso uno insieme all’altro. Percorso netto, magistrale, senza alcuna sbavatura.
Anthony Genovese. Foto aromi.group
I tavoli de Il Pagliaccio...
...e Parallels, la saletta interna "esperienziale"
Al successo del tutto contribuisce il servizio di sala e un pairing così raffinato e studiato nei minimi particolari (chiedere a Matteo Zappile) da meritarsi presto un articolo a parte, che lo racconti.
Appetizer. Sulla destra Tartelletta di carote, crema di carote affumicate e macis, gel di giardiniera ed erbe aromatiche; al centro Taco con foglia di nasturzio con crema di cocco, tamarindo e cipollotto sottaceto; a sinistra Opalina di zucchero al prezzemolo con pesto di prezzemolo ed erbe aromatiche. Prima ancora avevamo gustato Cannolo di foglia di shiso rosso, gelato al curry; Cialde di ananas disidratato e chutney di peperoni e menta; Fermentazione di prugne; Barbagiuan, ossia il raviolo ligure che diventa un raviolo farcito con dal di lenticchie e chutney di mandorla
Zabaione di ragusano, brioche con crema di funghi e lamelle di champignons. Lo zabaione è innaffiato con un brodo ridotto di funghi
Tartelletta croccante vegetale, cuore di lattuga primna in osmosi con acqua, aceto, zucchero, cardamomo e camomilla e poi grigliato, crema di piselli, insalato di prezzemolo fritto ed erbe aromatiche
Un gambero al lunapark: una nuvola di zucchero filato avvolge gambero rosso di Mazara passato nel burro all’anice, laccato con mirtilli e Madeira. Per scogliere la nuvola di zucchero, una bisque di testa di gambero. Come side, un battuto di gambero condito con limone e zenzero. Poi, la sua testa fritta. A completare, una maionese dei suoi coralli
Dell'anatra parleremo più avanti...
Pecora, mole, melagrana: sella di pecora marinata in yogurt, lime, coriandolo, cumino e cannella, scottata e poi servita con salsa di pomodoro verde (semi di pomodoro con gocce di peperoncino fermentato) e coperta con insalata di erbe amare con mole (con diverse qualità di frutta secca, cacao ed erbe aromatiche), il tutto accompagnato da una polentina condita come una ceviche (coriandolo, peperoncino e lime) più germogli di mais, infine sorbetto di melograno e ribes e foglie di shiso rosso caramellate
Noodles, cassis e calamaro: noodles mantecati in crema di rapa rossa, cassis e carcadé, gel di brodo ridotto di frutti di mare, calamaro fresco, polvere di limone nero e nero di seppia, il tutto in brodo di calamaro arrosto
Dim di finanziera, tartufo, un omaggio al Piemonte. Raviolo di farina di riso glutinoso, all’interno ragù di creste di gallo, salsa albufera (brodo ridotto di vitello, cognac e foie gras), tartufo nero e coda di bue sfilacciata
Anatra laccata, umeboshi: petto d’anatra laccato con il suo jus, ciliegia fresca, salsa bigarade (brodo ridotto di anatra, caramello sfumato con birra di ciliegie e agrumi), cous cous fritto, fiori di peonie, sul cucchiaino fegatini di anatra con umeboshi, infine brodo di anatra con fave al vapore e cosce d’anatra caramellate sfilacciate
Il carciofo, omaggio a Roma. L'ortaggio è cotto alla barigoule, coperto con crema di carciofo ridotta, foglioline di menta e polvere di pino mugo. I gambi al vapore con olio, sale e limone e bagnati con brodo ridotto di carciofo con aggiunta di limoncello
Robiola e mirtilli: robiola con gel di mirtilli, sciroppo di limone d’Amalfi, foglia di Parmigiano Reggiano e mirtilli sottaceto
Vov analocolico con lemongrass e yuzu
Mango: sulla griglia è cotto confit e affumicato col fieno; nella tazza una zuppa acida con mango e lemongrass, acqua di ananas cotta in osmosi con cime di coriandolo, gelato alla vaniglia, pepe affumicato e crumble di grano saraceno
Green, dessert mediterraneo. Opalina di zucchero cristallizzato con semi di lino, chia e girasole, sotto crema di avocado con gelato allo shiso verde, poi il financier aromatizzato al tè verde. Si sorseggia a parte un brodo di pomodoro verde con tabasco, olio all’erba cedrina e tapioca macerata nel cardamomo
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera
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classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Le prime due bottiglie etichettate Il Pagliaccio e che fanno parte del progetto Exclusivity Labels, l'idea è un pairing con vini disaponibili solo ed esclusivamente nel ristorante romano. Per ora tre sono le referenze prodotte e disponibili, altrettante sono in arrivo a breve, si punta a una decina in totale. Foto di aromi.group
Cucchiaio con uno dei ravioli de Un coniglio al mare, piatto del menu Parallels Experience a Il Pagliaccio di Roma. Lo chef Anthony Genovese è in stato di grazia. Foto Tanio Liotta
Anthony Genovese e Matteo Zappile davanti all'ingresso del Pagliaccio
Gita fuoriporta o viaggio all’estero? La meta è comunque golosa. Lo è perlomeno per il nostro Carlo Passera, alias Carlo Mangio. Un cibo succulento le sue parole, che stimolano curiosità e salivazione, pensieri limpidi, tanta sostanza per una delle penne più interessanti del panorama gastronomico nazionale