11-08-2021
Stefano Zanini (chef) e Mattia Moro (maître sommelier), seduti, con due dei loro collaboratori, Alessandro Berton in cucina e Letizia Scavello in sala. Squadra giovanissima per un ristorante ugualmente green, sia anagraficamente che concettualmente, aperto da pochissimo a Desenzano, si chiama Mos e si sta bene. Foto Tanio Liotta
Mos sta per Matteo + Stefano, con la "o" in mezzo a ricordare il termine latino mos, che assumeva più significati, "usanza" e "abitudine", ma anche "moralità", "comportamento", "volontà". Era - spesso declinato al plurale, mores maiorum, ossia i "costumi degli antenati" - un valore sacro della tradizione romana, l'eredità etica che veniva tramandata di generazione in generazione e che comprendeva il senso civico, la pietas, l'onore militare, l'austerità dei comportamenti e il rispetto delle leggi. Un impegno di rettitudine («Mos per noi è la missione di una cucina responsabile. La valorizzazione sacrale di quello che l'artigiano locale del cibo raccoglie») che certamente ammanta di nobiltà la nuova avventura di due giovanissimi, Matteo Moro e Stefano Zanini, loro l'idea di creare un proprio ristorante a Desenzano. L'hanno aperto da pochissimo, il 19 maggio 2021. E l'hanno chiamato, appunto, Mos Ristorante.
Moro e Zanini sono amici da una vita, quasi coetanei (il primo classe 1995, il secondo classe 1996), entrambi nati a Peschiera del Garda, dunque sponda veronese dello medesimo lago che bagna anche Desenzano. Sono reduci però da altre onde: quelle più mediterranee che accarezzano Salina, Zanini ha lavorato per tre anni al Signum, gli ultimi due da sous chef di Martina Caruso, mentre Moro nello stesso biennio era responsabile di sala.
Sfida non da poco la loro, così giovani: eppure han voluto lanciarsi in una scommessa, arricchire il Garda di una nuova insegna casual ma di qualità, piatti dritti ed efficaci, pochi ingredienti ben lavorati, attenzione al lago e agli animali da cortile, grande inclusività (i due menu degustazione sono proposti rispettivamente a 45 e 65 euro) e sapienza tecnica. Noi siamo andati a trovarli pochi giorni fa, quando Mos esisteva da poco più di due mesi: e le indicazioni sono già positive, la strada appare ben delineata, con qualche ovvia sbavatura (qua e là l'intensità aromatica da tenere a bada; l'eccesso di sapidità in un piatto; alcune preparazioni già interessanti ma che possono essere ulteriormente migliorate). Soprattutto appaiono, Stefano e Matteo, determinati, appassionati, preparati e anche umili: mantenendosi tali non potranno che migliorare ulteriormente, dai livelli già ottimi subito raggiunti.
Al Mos si propone di presentare una cucina più schiettamente mediterranea d'estate, mentre per l'autunno-inverno domineranno gli echi delle sue esperienze italiane e internazionali, in una sintesi che promette uno stile ancor più personale. Vedremo. In un caso e nell'altro, grande importanza alla spesa al mercato, dunque al prodotto; i piatti sono intelligibili e di ottima fattura. Tra gli appetizer il Girasole precoce alla giudia è una chicca dalla forte componente amarostica, l'idea può essere ulteriormente sviluppata con ulteriori contrappunti aromatici. La Terrina di pomodori, ostrica La Perla del Delta, olio al basilico è eccellente in sé, un poco disequilibrata tra le componenti, con l'ostrica Delta del Po che risulta sovrastata. Ci sono piaciuti i Tortellini ripieni di tastasal in guazzetto di trota e vongole della laguna e dragoncello, quasi al limite quanto a intensità di gusto ma proprio golosi e interessanti, con la pasta callosa al punto giusto; eccessiva sapidità, invece, per gli Spaghetti, ragù e bottarga di trota. Tra i secondi, davvero eccellenti sia la Trota Marmorea alpina alla brace laccata ai fichi con pil-pil di teste di trota e foglie di fico, piatto che dimostra l'abilità di Zanini nel leggere le nuances eleganti, che il Pollo di cortile alla brace, peperone e salmoriglio, concettualmente l'opposto del primo, tutto giocato - e benissimo - sulla pienezza aromatica. Chiusura di gran livello con Clafoutis di ciliegie al forno, marmellata di fragole, mandorle verdi e ciliegie.
Lo step ulteriore è lavorare ancora di più sulla pulizia gustativa: ma già ora sappiamo che la coppia Zanini e Moro (con quest'ultimo che, che con l'aiuto della messinese Letizia Scavello, conduce la sala in scioltezza) ci farà compagnia a lungo, nelle scorribande golose degli anni a venire. Bene così.
E adesso la nostra cena, negli scatti di Tanio Liotta.
Melone disidratato e reidratato, sesamo bianco, eucalipto
Bellissimo e molto interessante questo Girasole precoce alla giudia. Molto amarostico, una chicca che può essere sviluppata (con un gel di carpione? Con erbe aromatiche?).
Terrina di pomodori, ostrica La Perla del Delta, olio al basilico. La terrina - San Marzano, marinda, ciliegino giallo e datterino - è molto buona e così intensa da coprire un poco l'aroma dell'ostrica, quelle allevate nel delta del Po sono squisite ma dal sapore delicato (anzi: sono squisite proprio perché dal sapore delicato)
Melanzana in saor (fritta, poi in aceto con cipolle, olive e uvetta, infine passata al bbq). Il tutto viene accompagnato con pesto di mandorle, finocchietto e tarassaco
Ottimi questi Tortellini ripieni di tastasal in guazzetto di trota e vongole della laguna e dragoncello
Spaghetti, ragù e bottarga di trota. La pasta è cotta nel succo del ragù, il piatto mette insieme l'allevatore e il pescatore. Risulta però un po' troppo sapido
Eccellente invece questa Trota Marmorea alpina alla brace laccata ai fichi con pil-pil di teste di trota e foglie di fico, piatto molto elegante e piacevole. Si potrebbe al limite accrescere un poco l'intesità delle foglie di fico
Pollo di cortile alla brace, peperone e salmoriglio. Il salmoriglio è realizzato con fiori di finocchietto, foglie di cappero del garda e di calendula, limone del garda. Il piatto è buonissimo, una versione diversa del classico Pollo e peperoni. Lo asciugheremmo solo un po' dell'olio di cottura in eccesso
Faraona con burro al limone del Garda, il suo fondo al civet e fegato, bacche di sambuco
Si chiude molto bene con Clafoutis di ciliegie al forno, marmellata di fragole, mandorle verdi e ciliegie
Mos Ristorante via Porto Vecchio 28, Desenzano del Garda (Brescia) tel. +39 030 9143339 Facebook Chiuso il martedì Menu degustazione a 45 e 65 euro
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a cura di
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it e curatore della Guida di Identità Golose alle Pizzerie e Cocktail Bar d'autore. Instagram: carlopassera
Stefano Zanini, chef del ristorante Mos a Desenzano del Garda, Brescia. Tra le esperienze più rilevanti nel suo curriculum, il St. Hubertus dell'Hotel Rosa Alpina con Norbert Niederkofler, il Signum di Salina con Martina Caruso, la Parigi di Alain Ducasse, e poi ancora Copenaghen, fino alla scelta di ritornare a pochi km dal suo paese d'origine, Peschiera del Garda, e aprire il suo ristorante
‘Nduja di carpa (peperone crusco croccante farcito di ‘nduja di carpa e crema di chorizo, filetto di carpa, chorizo, peperone, paprika, nervetti di vitello, peperoncino, polvere di peperone e paprika): piatto sorprendente e buonissimo, fa parte del menu Garda 100% dello chef Andrea Costantini al Regio Patio di Garda (Verona)
I Cannelloni, il passaggio più delizioso del menu dedicato a Gabriele D'Annunzio del ristorante Peter Brunel di Arco (Trento). A destra, il pizzino con cui lo scittore esortava la sua cuoca Albina e tenere cannelloni pronti "a ogni ora del giorno e della notte"