Che serata gradevole martedì scorso all’Hub di Identità Golose Milano. Davide Oldani, uno dei cuochi più prolifici in termini (anche) di pubblicazioni, ha scelto via Romagnosi per presentare la sua ultima fatica editoriale, la nona della sua carriera di scrittore, per l'esattezza.
Si chiama "Le D'Onne lo sanno. La cucina, la famiglia, la vita", ed è edito da La Nave di Teseo, casa editrice di Elisabetta Sgarbi, presente in platea, in prima fila per l’occasione con Oscar Farinetti, Cristina Parodi, Lella Costa e Paolo Marchi. La ratio del libro è scritta benissimo nell’introduzione del volume: «Se in passato le donne erano soprattutto casalinghe, mamme e cuoche a tempo pieno, sempre indaffarate ma instancabili, oggi per loro prendersi cura della casa è una scelta, non più un dovere. Sono finalmente libere di fare i lavori più disparati […]»
«Oldani, da sempre attento ai cambiamenti culturali che accompagnano il multiforme mondo del gusto, si chiede in queste pagine quale sia oggi il ruolo che le donne accordano alla cucina: che significato danno al cibo, alla convivialità, alla tavola? Nove donne, nove icone, dialogano con lui di famiglia, visioni, scambiandosi idee su ricette e diete ma discutendo anche di educazione alimentare, salute e femminilità». Nove dialoghi tutti da leggere, insomma, tra il cuoco di Cornaredo e La Pina, Cristiana Capotondi, Malika Ayane, Lella Costa, Patricia Urquiola, Francesca Lavazza, Federica Pellegrini, Marinella Soldi, Rosangela Percoco. Cioè nove icone di creatività, appartenenti a campi tutti più diversi.

Gremita la sala di via Romagnosi

Davide Oldani, Oscar Farinetti e Paolo Marchi
Spumeggiante e animata la presentazione all’Hub: con
Oldani c’erano sulla scranno
Vittorio Sgarbi, critico d’arte e fratello di
Elisabetta, e
Maria Luisa Agnese, giornalista del Corriere della Sera. Riportiamo qui alcune frasi che hanno trascinato un seguitissimo dibattito tra il serio, il provocatorio e il divertente.
Davide Oldani: «Non è un libro di cucina, ma al tempo stesso lo è. Parte dall’ossessione di quel collega che diceva che in cucina ci sono meno donne perché si stancano prima. Prima ancora di questa riflessione, è un lavoro che nasce idealmente dalle donne che hanno segnato la mia vita: mia madre, mia moglie
Evelina, mia figlia
Camilla Maria. Ho un amore esagerato per l’altro sesso. Per questo ho deciso di tessere queste conversazioni con 9 amiche. Ognuna di loro esprime concetti che vale la pena approfondire».
Curiosamente, sottolineava
Maria Luisa Agnese, «Nessuna delle interlocutrici di Davide oggi ammette che mai si sognerebbe di fare la chef». Sferzante, al solito,
Sgarbi: «Io non ho mai voluto fare il cuoco perché l’ho sempre ritenuto un mestiere da donna: gli uomini stanno a tavola, le donne cucinano. In Italia è sempre stato così: i contenuti del nostro mangiare sono firmati dalle mamme e dalle nonne. Aveva ragione
Dan Brown a disegnare la Maddalena come apostola a tavola. Oggi però succede che questo ruolo femminile sia stato espropriato dai galletti maschi: oggi Massimo Bottura è l’intellettuale italiano più efficace nel mondo. È diventato molto più importante di me. Io ho perso, voi cuochi avete vinto».
«Sapevo che sarebbe andata così», aggiungeva scherzoso
Farinetti dalla platea, «invitare Sgarbi alla presentazione di un libro di cucina è come chiamare un cuoco rozzo a un convegno di arte fiamminga: è fuori luogo. Lasciate che faccia un plauso a Oldani perché è una persona speciale, con un quoziente di intelligenza e bontà interiore decisamente superiore alla media. Di tutti i suoi colleghi, è quello con un indice di egotismo tra i più bassi in assoluto».
Tornando ai temi del libro, si sottolineava da più voci come sia sempre più necessario sottolineare la condizione marginale della donna nelle cucine, blasonate o meno. «La prima cosa che mi hanno detto Patricia Urquiola e Lella Costa quando sono venute al
D’O», concludeva
Oldani, «è stata: perché non hai donne in cucina?». Un tema eterno sul quale non dovremo mai smettere di indagare.