12-05-2025

Aperitivo, il ricettario di un rito che più italiano non si può

ItaliaSquisita ha appena dato alle stampe un volume con ingredienti e procedimenti di 86 cocktail e 44 snack. Firmati da illustri bartender e chef

Copertina e quarta di copertina di

Copertina e quarta di copertina di "Aperitivo" (ItaliaSquisita, 388 pagine, 44 euro se acquistato online)

Con una presentazione piovosa iper-affollata al Bar Basso di Milano, ItaliaSquisita ha presentato “Aperitivo”, un corposo compendio for dummies sulle infinite possibilità di un rito che più italiano non si può.

Gli autori Chiara Buzzi (imprenditrice del bartending e food writer) e Carlo Spinelli (coordinatore editoriale di IS e tanto altro) hanno raccolto pazientemente ingredienti e procedimenti di 86 cocktail e 44 snack semplici o complessi firmati dai più grandi professionisti della miscelazione e da cuochi di valore riconosciuti oltre le Dolomiti e gli Iblei.

È un volume che tira le somme di una «Consuetudine», spiegano bene gli autori nella prefazione, «di un’élite ottocentesca del Nord Italia, diventata trend nazionale e internazionale». Un «rito sociale» che ha poi attecchito in tutto il mondo, poggiando su due pilastri della miscelazione tricolore, bitter e vermouth, quest’ultimo ottenuto da Antonio Benedetto Carpano unendo Moscato di Canelli, erbe e spezie nel 1786, data convenzionale di nascita dell’aperitivo moderno, un gesto che non ha avuto meno ricadute sulle nostre abitudini della Rivoluzione Francese di 3 anni più tardi.

Dopo le dovute premesse, che includono un percorso storico, cenni su glossario e bicchieri da impiegare, si entra nel cuore del lavoro. Due terzi del volume sono dedicati ai Cocktail, a loro volta divisi in 5 grandi famiglie: Americano & Family, Bitter & liquori aperitivi, Prosecco Cocktail, Vermouth Cocktail e Bloody Mary. Per capire la profondità di ognuno dei 5, basti ricapitolare il lavoro fatto sulla prima famiglia, in cui il solo sottogruppo Negroni è declinato nelle 10 interpretazioni di Luca Manni (Giacosa 1815, Firenze), Alessandro D’Alessio (Rita Tiki’s Room, Milano), Alessandro Galassi (Talking to Strangers, Città del Capo), Andrea Benvegna (Surf, Imperia), Federico Pavan e Salvatore Calabrese (Donovan Bar al Brown Hotel di Londra), Giacomo Gianotti (Paradiso, Barcellona), Lorenzo Antinori (Bar Leone, Honk Kong), Martina Bonci (Gucci Giardino 25, Firenze), Simone Bodini (Oss Craft Distillery a Blomsterdalen, in Norvegia).

E poi sfilano le altre specialità e variazioni del capitolo 1: Sbagliato, Boulevardier, Americano, Milano-Torino e Cardinale, variazioni di un mondo fluido che ama da sempre esplorare nuove vie con una sfrontatezza e libertà forse superiori alla cucina, sondate da altri mostri sacri dello shaker come Flavio Angiolillo, Emanuele Balestra, Simone Caporale, Dario Comini, Fabio La Pietra, Guglielmo Miriello, Edoardo Nono, Agostino Perrone e Giorgio Bargiani, Patrick Pistolesi, Rama Redzepi….

L’aperitivo è bere ma anche mangiare, specificano giustamente gli autori; ma non le montagne di cibo salato gratis dell’happy hour, concepite solo per generare arsura e quindi farti ordinare da bere ancora e ancora. Nell’ultimo terzo del libro salgono in cattedra piccole preparazioni di pregio tra patatine, olive, tramezzini e ricette anche un poco più complesse.

In ordine sparso: l’Oliva all’ascolana riscostruita di Errico Recanati, le Parmigiana fries di Eugenio Roncoroni, i Grissini stirati di Ugo Alciati, i Taralli al grano arso di Pietro Zito, il Cannolo di baccalà mantecato di Nicola Portinari, la Bruschetta al pomodoro e basilico di Niko Romito, il Tramezzino alle noci con sgombro e uova di quaglia di Donato Ascani, la Tartelletta di rapa rossa e speck d’anatra di Norbert Niederkofler e Mauro Siega, la Salsa Giardiniera di Moreno Cedroni, la Crema di olive di Giancarlo Morelli, la Salsa tonnata di Diego Rossi, i Mondeghili di Cesare Battisti e tante altre ancora. 86 cocktail x 44 snack=3.784, un pairing al giorno per i prossimi 10 anni, per decretare il match più riuscito.


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Gabriele Zanatta

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Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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