06-12-2023

Slow Food, Fast Cars: storie e ricette di Massimo Bottura e Lara Gilmore

Vi raccontiamo il nuovo libro che lo chef modenese ha dato alle stampe: una summa del sapere gastronomico incarnato da Casa Maria Luigia, il luogo d'hôtellerie che narra lo sviluppo della "Francescana Familiy"

Massimo Bottura e Lara Gilmore

Massimo Bottura e Lara Gilmore

Anteprima milanese, l'altro giorno, per il nuovo libro di Massimo Bottura e Lara Gilmore: si intitola Slow Food, Fast Cars. Casa Maria Luigia – Storie e ricette ed è edito da L’Ippocampo, da oggi in libreria (clicca qui per ordinarlo). Al Museo Poldi Pezzoli del capoluogo meneghino ha preso vita un dialogo tra gli autori e il responsabile editoriale di Cook – Corriere della Sera, ossia Angela Frenda: i tre hanno raccontato con passione e ironia un'opera che esprime la cultura dell’ospitalità.

Il volume è dedicato al progetto Casa Maria Luigia di Modena, il posto dove Massimo e Lara hanno deciso di misurare il proprio talento nell’accoglienza, dunque oltre la tavola. «Era il 2016 quando per la prima volta abbiamo visitato questo luogo – ricorda la Gilmore - Per me è stato amore a prima vista. La mia immaginazione ha trasformato le crepe in muri perfetti e le erbacce in giardini fioriti. In quel periodo ero consapevole di aver in cantiere molte cose prima di potermi dedicare completamente ad altri progetti. In verità, da troppo tempo i nostri clienti di Via Stella lamentavano il dispiacere di dover lasciare Modena e non poterla scoprire e vivere più in profondità. Serviva un posto dove poter riposare e immergersi nelle bellezze della nostra città, godendo anche dei ritmi meno frenetici della campagna».

Bottura racconta: «Andai a visitare l'edificio con Giuseppe Palmieri, che è al mio fianco all'Osteria Francescana da ventitré anni. Lui rimase perplesso perché era evidente come l'edficio fosse molto trascurato. Era ormai il 2017 e con Lara continuammo le trattative con l’agenzia immobiliare perché, dopo una prima unità abitativa, ne scoprimmo un’altra con un ingresso laterale, ossia l’acetaia costruita negli anni ’40 per i domestici, poi convertita a luogo dove far riposare le botti di aceto balsamico». L’offerta finale dei coniugi Bottura venne accettata e, mentre si trovavano a New York, arrivò la notizia che la tenuta era diventata di loro proprietà.

Subito dopo iniziarono i lavori di restauro e ristrutturazione, con l'obiettivo di aprire nel maggio 2019; e, nel contempo, arrivò la decisione di chiamare tale struttura "Maria Luigia", il nome della mamma di Massimo, nonché ottima cuoca.

Il libro è un viaggio virtuale attraverso Casa Maria Luigia, con molte ricette e un ritratto della cuoca canadese Jessica Rosval, che dopo un decennio nelle cucine di Via Stella ha preso le redini di questo posto unico, dove poter condividere i piatti storici dell’Osteria Francescana e cimentarsi in nuovi esercizi culinari, in primis con il fuoco. Lei da pochi mesi dirige anche le cucine del nuovo ristorante Il Gatto Verde, sempre al medesimo indirizzo: «Jessica è una ragazza giovane, tenace, talentuosa e ben supportata da un ingrediente invisibile: la determinazione».

«Quando abbiamo iniziato a dar vita a questo progetto – afferma Bottura - pensavamo, forse con un po’ di incoscienza, all’assioma tra ospitalità e bellezza, con l’obiettivo di masticare il luogo in cui si è. Io viaggio tantissimo; proprio durante una mia trasferta in Giappone, in hotel meravigliosi, mi colpì una proposta gastronomica più internazionale e meno legata ai canoni nipponici. Mi sono detto: non c’è nulla di più appagante di vivere e gustare il luogo in cui ti trovi. È quello che facciamo a Casa Maria Luigia».

Il progetto modenese prevedeva fin dall'inizio sale, camere, cocktail room, sala della musica e una cucina “di casa” dove poter consumare un caffè, una scaglia di Parmigiano Reggiano, un calice di Lambrusco oppure acqua o bibite, con libertà assoluta, in base al principio della condivisione. Poi è giunta anche la collezione d’arte di Lara e Massimo, pezzi unici arrivati dalle altre case della Francescana Family o dalla loro abitazione privata. Un esempio? Il pezzo d’antiquariato che li lega a un episodio, a New York, nel 1993, proprio l’anno in cui la coppia modenese iniziò la vita insieme: la scoperta inattesa di un raro Victrola, giradischi manuale (attraverso il cambio di una puntina da posare sui vinili - sono oltre 8mila quelli presenti a Casa Maria Luigia, ndr - si può ascoltare musica girando una manovella, per godere di un suono caldo). Oggi il Victrola si trova nella cocktail room e crea il sottofondo ideale per affinare l’arte della conversazione degli ospiti.

Casa Maria Luigia - non possiamo dimenticarlo e traspare anche dal volume - significa ora pure una piscina, un campo da tennis su erba, i forni, i ristoranti e un museo di auto e moto che racconta la cosiddetta Car Valley. «Era giunto il momento di abbattere le “o” per valorizzare le “e” – chiosa Bottura - Ferrari, Lamborghini, Maserati... Non uno o l’altro. Così Modena diventa il centro del progetto e ci permette di raccontarne la bellezza assoluta».

Nota di merito finale per la colazione di Casa Maria Luigia, ispirata a un ricordo di Bottura: doveva assomigliare a quella - natalizia - preparata da nonna Ancella, cuoca per necessità e non per passione. Ossia: un tripudio di golosità emiliane, dove le contaminazioni tra dolce e salato imbandiscono una tavola indimenticabile per ogni ospite che soggiorna a Modena. «Ogni giorno dell’anno la colazione ti riporta al Natale: si gusta l'erbazzone, il gnocco fritto, il cotechino cotto sotto la cenere... Senza scordare le pietanze green».

Alla domanda della Frenda, "quali sono i nuovi progetti e cosa pensate della cucina del futuro?”, ecco la risposta di Bottura: lui conferma una prossima apertura a Miami, tra un paio di mesi, e desidera fortemente che la cucina italiana ottenga il riconoscimento Unesco come patrimonio dell’Umanità. Lo chef modenese esterna un grande ottimismo sulle prospettive della tavola tricolore, per il fermento dei giovani cuochi che porteranno avanti - a suo dire - il futuro della cucina. Gilmore: «Io sono americana. Dopo molti anni che vivo in Italia, riesco ancora a sorprendermi per la bellezza di questo Paese».


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a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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