06-10-2022
La copertina de Il chilometro consapevole - Definire la sostenibilità a partire dalla tavola. E' uscito da pochi giorni per Slow Food Editore, 240 pagg., 14,50 euro
E' possibile capire se e quanto un prodotto sia buono, pulito e giusto?
E' la domanda che troviamo in quarta di copertina di un libro da poco dato alle stampe da Slow Food Editore, intitolato Il chilometro consapevole. Non a caso, uno dei due autori del volume è colui che si è inventato il concetto stesso di "buono, pulito e giusto", il fondatore di Slow Food Carlo Petrini. Con lui troviamo Carlo Catani, che è invece tra i fondatori dell'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha diretto dal 2007 al 2011, ed è tra i fondatori e gli animatori dell'associazione Tempi di Recupero, dedicata ad approfondire le tematiche del recupero del cibo in cucina.
Definire la sostenibilità a partire dalla tavola, recita il sottotitolo del libro, tornando all'esercizio suggerito dalla domanda con cui abbiamo aperto l'articolo. L'obiettivo del lavoro di Petrini e Catani è stato infatti produrre uno strumento che permetta alle persone di orientarsi nella declinazione di un concetto, quello della sostenibilità, che veramente troppo spesso ormai viene appiccicato - a volte a caso, a volte con strumentale furbizia - in modo superficiale. Sono invece molti i temi che vengono sollevati da un'interpretazione attenta, approfondita e pure problematica del concetto di sostenibilità, e questo volume non ne fa mistero.
Carlo Catani
Ma l'esplorazione prosegue, toccando ancora molti altri temi: «Abbiamo voluto parlare anche di ciò che è salutare - prosegue Catani - di quello che può essere considerato il prezzo giusto di un alimento, della difesa della biodiversità, di spreco alimentare, di energia, di acqua, di caporalato, di logistica e di impatto dei mezzi di trasporto, di packaging e ancora di altre questioni. Non essendo dei tuttologi, ci siamo affidati alla collaborazione con esperti dei vari settori che abbiamo toccato, chiedendo un intervento a 29 voci diverse, ciascuna con una competenza specifica. Per poi prenderci il compito di tirare le fila di quanto emerso».
Questo carattere corale è uno degli aspetti più interessanti e stimolanti de Il Chilometro consapevole. Si leggono le parole di Mauro Colagreco che racconta di Cucina circolare in Costa Azzurra, o quelle di Juri Chiotti sulla Cucina libera di montagna, o ancora di Marco Ambrosino che spiega perché, per lui, Cucinare è un atto politico. Ma si trovano anche le voci di esponenti della politica come Maurizio Martina, di attivisti come Yvan Sagnet e Laura Treviño Lozano, di docenti universitari, medici, ingegneri, tecnologi alimentari, scienziati. Interventi brevi, concisi, a volte decisamente tecnici, ma senza che risultino inaccessibili.
Con ogni probabilità, l'elemento principale della consapevolezza di cui si parla in questo libro, ha a che fare con la comprensione della dimensione globale della sostenibilità. Come tessere di un mosaico, le tematiche che la compongono sono collegate tra di loro: ciascuna va senza dubbio affrontata anche singolarmente, ma senza dimenticare lo sguardo d'insieme. Così come è evidente che parecchie di queste tematiche (pensiamo solamente alla crisi energetica che stiamo attraversando e di cui, certamente, non conosciamo la fine) sono in costante evoluzione e dunque richiederanno un'attenzione costante anche nel prossimo futuro.
La locandina del Festival del Recupero 2022
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Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
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