27-11-2014
Scegliere un Jamón Ibérico da qualche mese è più facile, grazie alle nuove regole introdotte a gennaio 2014. Sono quattro le classificazioni ufficiali certificate dalle associazioni che controllano la Denominación de Origen: De puro Iberico 100% de bellota (contrassegnato da un braccialetto nero), De bellota (braccialetto rosso, come il prosciutto in questa foto), De cebo de campo (braccialetto verde), De cebo (bianco)
(continua dalla prima parte)
Che il Jamón sia una ricchezza nazionale, con ancora margini di crescita in termini di diffusione e prestigio, gli spagnoli ce l'hanno ben presente. E, dimostrando una certa lungimiranza, dall'inizio di quest'anno hanno promosso una nuova legge che regola le certificazioni ufficiali da parte degli organismi statali. In particolare, a svolgere questo compito sono i responsabili delle quattro “Denominaciones de Origen” delle rispettive zone di Spagna in cui si produce il prosciutto dal cerdo ibérico (Guijuelo, Extremadura, Huelva e Los Pedroches), collaborando con i tecnici dell'Associazione Interprofessionale del Maiale Iberico.
Per come racconta Anabel Mulero, veterinaria da quasi vent'anni al servizio della Denominación de Origen de Extremadura, «i cambiamenti sono importanti e facilitano sia la vita di chi come me deve certificare qualità e purezza del prodotto, sia soprattutto dei consumatori, nazionali ed esteri, che vogliono sapere esattamente che Jamón stanno comprando».
Il percorso della certificazione inizia a ottobre, poco prima dell'inizio del periodo della “montanera”, quando i maiali vengono portati a nutrirsi di ghiande ed erba nella Dehesa (di cui potete leggere qui). Prima di poter portare i propri “cochinos” a scorrazzare per i verdi prati di una “finca” di Extremadura, gli allevatori devono fare richiesta di iscrizione alla Denominación de Origen per ogni singolo capo che vorranno poi far certificare.
Sua maestà Jamón: per chi passasse dall'Extremadura, e in particolare dalla bella città di Mérida, un indirizzo sicuro è quello della "tienda" di Nico Jiménez, maestro "cortador" pluri-premiato, che offre una propria selezione di prodotti a base di maiale iberico sia da degustare sul posto che da portarsi a casa (telefono +34.924.319361)
Questa prima differenza genetica distinguerà i due prodotti che potranno essere certificati dalla Denominación de Origen: soltanto ai maiali puri al 100% potrà essere applicato il “precinto” (bracciale di plastica numerato) nero, mentre agli incroci sarà allacciato quello rosso. Gli uni e gli altri però passeranno almeno 60 giorni in Dehesa (anche in questo caso diversi allevatori preferiscono prolungare fino ad almeno tre mesi questo periodo), mangiando esclusivamente “bellotas” ed erba, diventando quindi entrambi Jamón Ibérico de bellota.
La preziosa e tanto ricercata infiltrazione del grasso nella carne del cerdo ibérico
Ci sono poi altre due classificazioni ufficiali possibili: Cebo de campo, a cui corrisponde un “precinto” verde e Cebo, di colore bianco. Per la nuova legge anche questi maiali devono essere incroci dalla percentuale controllata, pur essendo animali che non si nutrono di ghiande nella Dehesa, ma rispettivamente allevati in libertà o in stalla. E' obbligatorio distinguere poi tra Jamón e Paleta, ovvero tra zampe posteriori o anteriori del maiale iberico.
L'ultima precisazione che vale la pena di fare, è sulla definizione “pata negra”, molto usata ancora oggi. Inizialmente si utilizzava per individuare il maiale iberico, per via della zampa di questo colore, ma oggi non ha alcun significato e non offre quindi alcuna garanzia sulla qualità del Jamón, che è invece ora ancora più controllata e semplice da verificare.
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a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia