27-11-2023

Ramen: il piatto che sa scaldare l'inverno

Alcuni spunti dal nostro viaggio a Tokyo per scoprire un piatto completo perfetto per la stagione fredda. E anche in Italia ci sono indirizzi golosi...

Il ramen di Kyushu jangarasn a Tokyo - Foto Anna

Il ramen di Kyushu jangarasn a Tokyo - Foto Annalisa Cavaleri

Il ramen è un piatto di origine cinese ma che è stato introdotto con grande successo in Giappone, diventandone il piatto simbolo. Si tratta di una zuppa densa, insaporita con salsa di soia o miso, arricchita con tagliatelle tirate a mano, maiale a fette, alga nori, cipollotto e kamaboko, un composto a base di surimi e pesce azzurro, frullati e colorati.

Ogni zona del Giappone ha la sua variante di ramen, si va dal tonkotsu - il più famoso - a base di ossa di maiale al Kyūshū al ramen di Hokkaido che prevede l'utilizzo di mais, burro e peperoncino.

A Tokyo anche le catene offrono un ramen di ottima qualità, basti pensare a Kyushu jangarasn che offre ciotole dal gusto intenso e dal brodo cremoso. I pezzi di carne sono particolarmente grassi, quindi astenersi chi cerca leggerezza. Un gusto meno "difficile si trova" da Ichiran Ramen che a Tokyo, e non solo, è una vera istituzione.

Ichiran Ramen  a Tokyo offre un ramen buono e più leggero degli altri - Foto Annalisa Cavaleri

Ichiran Ramen  a Tokyo offre un ramen buono e più leggero degli altri - Foto Annalisa Cavaleri


La particolarità e la forza di Ichiran sono che si è specializzato sul classico tonkotsu ramen, disponibile in varie tipologie come come shoyu e miso ramen. Qui si possono guatare anche un'infinita varietà di basi, dal pollo ai frutti di mare. Sia i noodle che i brodi sono artigianali. La dinamica è interessante: dopo una lunga coda, si scende in sala e si ordinano il ramen prescelto e le bevande a una cassa automatica. 

Muniti di ticket, ci si mette ancora in coda. Un addetto passa e consegna una seconda scheda che permette di personalizzare ulteriormente il ramen: si può scegliere lo spessore dei noodle, il grado di piccantezza, ingredienti in aggiunta o fette di carne extra. Al momento giusto, si entra in una lunga sala, con sedie e piani divisi dal "vicino". In pratica, si mangia uno accanto all'altro, senza vedere cosa fa il "compagno di banco". Una volta seduti, si aprirà la tendina davanti a voi, e una mano senza volto vi allungherà il ramen prescelto e le bevande. Se avrete bisogno di ordinare qualcosa in più o di fare una richiesta al cameriere "senza volto", nascosto dietro la tenda, vi basterà scegliere una delle targhette accanto a voi, con incise varie frasi, in giapponese o in. inglese. "Devo ordinare ancora", "mi serve una bevanda", "c'è troppo rumore", e così via. 

Tonkotsu ramen a base di brodo di ossa di maiale

Tonkotsu ramen a base di brodo di ossa di maiale

Il ramen di Ichiran è davvero buono e, a differenza di altri, non risulta affatto grasso, quindi vi lascia sazi ma con la bocca pulita. I noodle sono cotti alla perfezione e il gusto è intenso e armonico al tempo stesso. Quando il piatto finisce, bisogna andarsene perché qui non si può stare tempo in più.

Oggi in tutta Italia, ci sono molti negozi specializzati che offrono prodotti giapponesi. I più famosi a Milano, se volete cimentarvi nella preparazione, sono Kathay e Tenoha.

Casa Ramen Super a Milano - Foto Instagram

Casa Ramen Super a Milano - Foto Instagram

Se invece siete pigri o poco avvezzi ai fornelli, ricordate che Casa Ramen Super è una garanzia. Si tratta di un ristorante in stile izakaya, con un menu che gira tutto intorno al ramen in un ambiente rilassato, con tavolo sociale, tavoli classici e bancone a vista sulla cucina. Si può iniziare con un ramen cremoso di pollo o vegetariano, alternandolo a bao, piatti fusion di carne e di pesce, verdure, snack e dessert.

 


Dal Mondo

Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

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