06-03-2020

Miramonti a Frabosa Soprana, paradiso per bambini e buongustai

Nel Cuneese, in un albergo per famiglie che pensa anche ai genitori. Coi piatti di una vecchia volpe dei fornelli

Lo staff di cucina del ristorante Ezzelino del Mir

Lo staff di cucina del ristorante Ezzelino del Miramonti hotel di Frabosa Soprana (Cuneo). Dietro a tutti, a sinistra, il titolare Luca Defilippi, terza generazione di albergatori. Terzo da destra, lo chef Antonio Ietto, lecchese

I family hotel sono quei luoghi in cui, normalmente, le famiglie sono rassegnate ad accontentarsi: già che gli host si sbattono a intrattenere i bimbi per tutta una giornata, potrai mica pretendere pure un’offerta gastronomica sopra la media. E' consolante notare che esistono delle eccezioni, come il Miramonti di Frabosa Soprana, un comune del Cuneese di nemmeno mille anime, arrampicato a 900 metri di quota, tra val Maudagna e Val Corsaglia.

Tutto ebbe inizio nel 1961, l’anno in cui nonno Giovanni Defilippi vendette le mucche di proprietà per aprire una merceria. Col figlio Ferdinando, geometra, ebbero l’intuizione di tirare su un albergo da villeggiatura, davanti a una delle prime seggiovie del Piemonte. «Cristo si è fermato a Frabosa», si diceva allora, parafrasando il romanzo di Carlo Levi, ma in men che non si dica sarebbero accorsi in tanti a edificare la fama di un posto che sapeva innescare l'ingegno meglio di altri. «Negli anni Ottanta», ricorda oggi patron Luca, nipote di Giovanni, «la neve non scendeva e non avevano inventato ancora quella artificiale. Zia Paola si inventò le settimane della salute. Ospitavamo seminari di medicina naturale e di cucina macrobiotica. La gente accorreva in quantità».

La buona tavola è da sempre nelle corde dei Defilippi: «Nel 1971 mio papà decise di affumicare i salmoni e di cominciare a mettere al forno o in padella i capi che lui stesso cacciava. Come oggi, chiudevamo ad aprile e novembre, i mesi della pesca e della caccia». Il Miramonti diventò presto una delle migliori tavole di questa porzione della Granda. E nel 2011 staccò un passo ulteriore: «Andammo a parlare al cuoco dell’Ezzelino di Mondovì, un ristorante che faceva un’ottima cucina in una piccola città. Convincemmo il cuoco e la sua compagna pasticciera a venire da noi».

Lo chef Antonio Ietto e il patron Luca Defilippi

Lo chef Antonio Ietto e il patron Luca Defilippi

Particolare della terrazza del Miramonti

Particolare della terrazza del Miramonti

Da quasi un decennio, il lecchese Antonio Ietto e Giovanna Tesio tengono le redini di tutta la ristorazione del Miramonti, dal servizio in camera alla cena. Per loro parlano le importanti esperienze pre-Piemonte, vedi l’Antica Osteria del Ponte, 3 stelle Michelin per quasi tutti gli anni Novanta. Ietto ha fatto 14 anni a Cassinetta di Lugagnano, molti dei quali nel ruolo di sous chef di un certo Ezio Santin. Quanti lo sanno nel gastro-mondo? Pochissimi, perché Antonio e Giovanna hanno sempre schivato i riflettori, esattamente come Juan Lema, il cuoco uruguaiano che per primo ci segnalò le bontà del collega.

Ietto e Tesio non si crucciano per nulla nell’ombra e oggi danno da mangiare con sorrisi grandi così agli ospiti nelle 47 camere dell’albergo di Soprana (ultimamente in calo, per i noti fatti di cronaca). Così bene che è persino difficile distinguere tra i piatti del menu per famiglie e quelli del secondo Ezzelino, una stanza gourmet di pochi tavoli, appartata dal salone delle tavole numerose. Di qua e di là, vince la solida sostanza, una sobria creatività applicata a pregevoli materie prime, trattate sempre con garbo e disegnate con impiatti ludici che –perdonino l’espressione abusata– piacciono davvero a grandi e piccini.

Che l’andazzo fosse “gourmet” era chiaro del resto appena dopo l’ingresso: al posto della reception c’è un bar con una carta dei vermut (la vera passione di Luca) e quella dei gin tonic, che si aggiungono al wine-menu di piccole e notevoli chicche di naturali e non, suddiviso per uve. Ma sono di spessore pure la colazione e le merende tra caffè mono-origine Colombia, croissant perfetti e torte deliziose da tagliare con coltelli made in Laguiole. Tutto questo, mentre i ragazzi sono in giro per i boschi con gli animatori oppure a osservare quel che spunta dalla terra dell’orto di proprietà, un terreno grande come 3 campi da tennis. Chiamasi civiltà.
L'insegna fuori da Ezzelino, la sala "gourmet" del Miramonti. Prevede menu degustazione da 39 e 65 euro

L'insegna fuori da Ezzelino, la sala "gourmet" del Miramonti. Prevede menu degustazione da 39 e 65 euro

Variazione di trippa con fagioli bianchi

Variazione di trippa con fagioli bianchi

Risotto alla parmigiana con fondo e ragù di colombaccio

Risotto alla parmigiana con fondo e ragù di colombaccio

Caponét di verza con ripieno di coda

Caponét di verza con ripieno di coda

Da qui in poi, sono tutti piatti del menu per famiglie. Il trattamento di mezza pensione al Miramonti (notte, cena e colazione) costa 79 euro per persona (scontato per i bambini). In foto, sotto la crosta, minestra di selvaggina

Da qui in poi, sono tutti piatti del menu per famiglie. Il trattamento di mezza pensione al Miramonti (notte, cena e colazione) costa 79 euro per persona (scontato per i bambini). In foto, sotto la crosta, minestra di selvaggina

Faraona al pepe

Faraona al pepe

Lo scenografico carrello dei dolci di Giovanna Tesio

Lo scenografico carrello dei dolci di Giovanna Tesio


Zanattamente buono

Il punto di Gabriele Zanatta: insegne, cuochi e ghiotti orientamenti in Italia e nel mondo

a cura di

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. 
instagram @gabrielezanatt

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