06-02-2022
Giulia Sgarbi, Izu Ani, Raz Rahav, Tala Bashmi, Moustafa Elrefaey, Will Goldfarb, Kamal Mouzawak e William Reed, protagonisti della prima edizione del Mena World's 50Best, ad Abu Dhabi, Emirati Arabi. Il vincitore? Martedì nel tardo pomeriggio
Stati generali della gastronomia in fila ad Abu Dhabi per la prima edizione del Mena World 50Best. Mena è l’acronimo di Middle East and North Africa, una macro-porzione di mondo che include 19 paesi: Algeria, Bahrain, Egitto, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Libia, Marocco, Oman, Palestina, Qatar, Arabia Saudita, Siria, Tunisia, Emirati Arabi Uniti e Yemen. Duecentocinquanta votanti di quest’area compresa tra Africa e Asia hanno espresso 7 preferenze ciascuno: il totale dei voti metterà in fila la lista dei “migliori 50 ristoranti del Medioriente e Nord Africa” e quindi anche il migliore in assoluto, martedì 8 dalle 17.30, ora italiana. Il meccanismo è lo stesso cui ci ha abituato la macchina implacabile della World’s 50 Best. Che stila da 20 anni un’appetitissima classifica globale (prossimo appuntamento a Mosca, luglio 2022) ma anche 2 50best continentali: 50 Best Asia (9 edizioni) e America Latina (8). Ora si aggiunge il quarto capitolo, il terzo branch che è forse ancora più interessante dei primi due per motivi gastro-politici: nessuno dei 19 paesi del Mena è mai stato preso in esame da alcuna guida Michelin. Lodevole, quindi, lo sforzo di assegnare una vetrina globale a paesi dal pil ben più basso, che storicamente faticano a emergere nello scacchiere fine dining, stritolati tra Occidente e Oriente. E' chiaro che, tra le storie dei 380 milioni di abitanti che popolano l’area compresa tra Rabat a Dubai, si nascondono anche quelle magnifiche di patron, cuochi e camerieri. E tanti sono qui, nella capitale più discreta e rilassata dei 7 Emirati Arabi Uniti, una nazione giovanissima (l’indipendenza è di 50 anni fa), popolata all’80% da stranieri e trainata dalla potenza economica e mediatica di Dubai, tuttora sede di un’edizione di Expo (sotto le attese per la pandemia).
Tala Bashmi, chef bahreinita al Fusions by Tala
L'israeliano Raz Rahav, Ocd, Tel Aviv
Izu Ani, nigeriano, al timone di Gaia, cucina greco-mediterranea a Dubai
Il libanese Kamal Mouzawak
Il fortino di Qasr al Hosn, Abu Dhabi. Edificato nel 1790, oggi è sede di un interessante museo che ripercorre la fondazione degli Emirati Arabi Uniti, 7 regioni indipendenti dal 1971
Particolare del Museo Louvre di Abu Dhabi: grazie a un accordo siglato coi francesi, oggi ospita 600 opere d'arte provenienti da musei d'Oltralpe
Particolare della Grande Moschea dello Sceicco Zayed, un impressionante intreccio architettonico varato nel 2007, dopo 11 anni di lavoro. E' un inno al dialogo tra culture, musulmane e non
Gamberoni, cocco, curry e grani di senape, un assaggio delizioso al Punjab Grill di Abu Dhabi
Crudo di astice da Zuma Abu Dhabi, infallibile "catena di alta cucina giapponese"
Escargots alla francese. Dove? Da Petit Bateau
Pan au chocolat eterei a colazione al Conrad Abu Dhabi Etihad Towers
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
classe 1973, laurea in Filosofia, coordina la Guida ai Ristoranti di Identità Golose e tiene lezioni di storia della gastronomia presso istituti e università. instagram @gabrielezanatt
Un'allegria intelligente, ironica, stimolante: Bruno Verjus ha portato la sua energia a Identità Milano 2024 (Tutte le foto sono di Brambilla / Serrani)
Victor Arguinzoniz fotografato a Identità Milano 2024 da Brambilla / Serrani
Il trio di chef di Disfrutar (Barcellona) sul palco del Wynn di Las Vegas. E' il miglior ristorante del mondo per i giurati della World's 50Best 2024