08-04-2025

Primavera in Oltrepò Pavese: i nostri consigli per trattenersi (a tavola) un intero weekend

Dopo una prima tappa al Castello di San Gaudenzio, ci spostiamo sulle colline di Casteggio per raggiungere l'Osteria in vigna del Prime Alture Resort dove un allievo di Enrico Crippa sorprende con una cucina all'insegna della convivialità

Pasquale Palermo, resident chef di Osteria in Vig

Pasquale Palermo, resident chef di Osteria in Vigna al Prime Alture Resort, i signori Lechiancole, e Federico Sgorbini, chef del ristorante Dama al Castello di San Gaudenzio, che supervisiona la proposta gastronomica di Prime Alture

Motivi validi per spendere un intero finesettimana in Oltrepò Pavese? I suoi vini iconici, piccoli borghi rurali, ma soprattutto la buona tavola. Dopo una prima tappa in pianura, a Cervesina, nel suggestivo relais Castello di San Gaudenzio, vi invitiamo a puntare il navigatore su Casteggio, dove uno scenario compleatamente diverso si aprirà davanti ai vostri occhi. Buon viaggio e buoni sapori.

 

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Dalla pianura di Cervesina verso le colline di Casteggio: ci troviamo a poco più di 20 minuti di distanza dalle distese che circondano il Castello di San Gaudenzio, relais nell'Oltrpò Pavese, e davanti agli occhi si apre uno scenario completamente differente.

Rilievi rivestiti di vigne, colli che si rincorrono l’uno sui fianchi dell’altro, una natura più indocile e rigogliosa. Una campagna aperta, generosa, che ancora una volta offre ritmi di vita più lenti e godibili a nemmeno un’ora da Milano e, per gli amanti della buona tavola, una sosta necessaria per ritrovare un’accoglienza su misura del luogo: l’Osteria in vigna del Prime Alture Resort. Che nasce effettivamente come cantina - quale è ancora -, frutto della reinvenzione imprenditoriale di Roberto Lechiancole, milanese, impegnato una vita intera nell’industria aerospaziale. Fino al momento della pensione e a quel timore di incappare in un senso di noia e di torpore intellettuale: il rimedio? Mettere su un’azienda vitivinicola. Ma dove?

Vista sulle vigne e sulla piscina a sfioro 

Vista sulle vigne e sulla piscina a sfioro 

Le origini di Lechiancole suggerivano Puglia e Toscana che gli scorrono nel sangue da parte di madre e padre, ma le esclude, come pure scarta una già satura Franciacorta, mentre appare subito più appetibile il suggerimento di un amico: radicarsi nell’Oltrepò Pavese.

Fiori all’occhiello della produzione Chardonnay e Pinot nero, predilezione della qualità alla quantità, e in campo un enologo francese, Jean François Coquard, a studiarne i caratteri, con un’idea chiara sull’identità che ciascuno dei vini dovesse mantenere: una beva dal piacere immediato, «perché il vino o è buono o è cattivo», rimarca Roberto.

Missione compiuta nelle diverse interpretazioni che Prime Alture dà: è briosa la bollicina, fresca, frutti gialli e croccanti; ha una partenza austera Monsieur, Pinot Nero in purezza che, con il giusto tempo di ossigenazione, rivela il frutto rosso, pieno, in maniera nitida, demolendo le resistenze iniziali; un vino da “ripulire” - e a suggerirlo è lo stesso Lechiancole - con uno Chardonnay, il Madame, struttura e corposità, al naso, un’aromaticità esotica ma discreta, estrema morbidezza sul palato e una eco ai vini di Francia.

Una delle splendide camere del Prime Alture Resort di Casteggio (Pavia)

Una delle splendide camere del Prime Alture Resort di Casteggio (Pavia)

Nettari stuzzicanti, camere che danno dritto sulla campagna circostante e, dunque, quel tassello mancante di una tavola che completasse l’intera esperienza.

Con un’identità ben precisa: una proposta ridotta, ma centrata con un ricambio costante di piatti per invitare gli ospiti a tornare; ricette che assicurino il godimento dei vini e un pasto spensierato attraverso sapori riconoscibili, già ancorati nel nostro immaginario, eppure elevati dalla tecnica che non ha bisogno di essere dichiarata, ma di sortire i suoi effetti una volta assaporato il boccone.

Detto fatto, grazie all’incontro con Federico Sgorbini, chef del ristorante Dama al Castello di San Gaudenzio che oggi supervisiona la proposta gastronomica in sintonia con Pasqualino Palermo, ex Enrico Crippa, calabrese cresciuto a Zurigo, e al timone dell’Osteria in vigna.

L'antipasto conviviale: vitello tonnato alla moda antica, salame di Varzi DOP, coppa Riserva, spalla cotta, giardiniera, gorgonzola con mostarda di Voghera e insalata russa di barbabietola

L'antipasto conviviale: vitello tonnato alla moda antica, salame di Varzi DOP, coppa Riserva, spalla cotta, giardiniera, gorgonzola con mostarda di Voghera e insalata russa di barbabietola

L'Insalata russa di barbabietola, un must della tavola di Osteria in Vigna

L'Insalata russa di barbabietola, un must della tavola di Osteria in Vigna

Gli intenti sono allineati: questa tavola deve invitare alla condivisione, stimolare la convivialità a partire da un ricco antipasto, che offre una soddisfacente narrazione del territorio. La beata trinità di coppa, salame e pancetta; corposo gorgonzola, grasso e quindi proposto con mostarda di Voghera; un Vitello tonnato, cotto al rosa, condito con una salsa ruvida, ben bilanciata; Giardiniera e quello che ormai è un mai-più-senza da Prime Alture, l’Insalata russa di barbabietola: consistenze che si alternano di una rapa cotta al cartoccio e una parte in osmosi; maionese, classica, con una base acidificata e aggiunta di barbabietola, poi un trito finissimo di capperi e acciughe a garantire una spinta sapida che contiene la dolcezza terrosa della barbabietola.

Il Risotto Vecchia Milano

Il Risotto Vecchia Milano

Faraona ripiena servita con salsa alle mele e rapa

Faraona ripiena servita con salsa alle mele e rapa

Un classico Risotto alla milanese, dal chicco carnoso e un bilanciamento perfetto tra la balsamicità dello zafferano, la freschezza della gremolada e ossobuco succoso. Secondi assortiti e festival di dolcezze sul finale, dalla pulizia dell’Insalata di frutta e verdura con mela, cavolfiore e carota, al classico Tiramisù, cremoso e leggero, o ancora la Sbrisolona sempre accompagnata da gelato fatto in casa, quest'ultimo degno di una nota di merito: da una classica vaniglia, alla lavorazione di scuola giapponese che prevede l’isolamento delle componenti animali (uova e latte) mediante la fermentazione dei semi di lino in una soluzione zuccherina, restituendo così un gelato vegano, dalla cremosità importante e setosa.

Tiramisù

Tiramisù

Sbrisolona e gelato alla crema

Sbrisolona e gelato alla crema

Tra sorsi di passito, la perfetta conclusione di un weekend fuori porta in Oltrepò.


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Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Marialuisa Iannuzzi

di

Marialuisa Iannuzzi

Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, dal 2021 è redattore per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.

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