19-12-2023
L'ossobuco di Arlati, garanzia di bontà e classicità - Tutte le foto: Annalisa Cavaleri
Ci sono luoghi dell'anima ancora prima che della pancia, luoghi in cui si respira il bel passato di una Milano per lo più dimenticata. È il caso - che resiste alla grande - di Arlati, storico ristorante milanese che non ha perso la sua verve, nonostante il passare del tempo.
La sala è accogliente ed elegante - Foto AC
Già all'ingresso capirete da dimensione di "casa" dal portone, a cui si deve suonare: verrete accolti con gentilezza dal titolare e non potrete che restare stupiti dall'immenso struzzo-scultura in carte da gioco che campeggia all'ingresso. Lo sguardo più attento vedrà anche un quadretto con scritto: "Il cliente ha sempre ragione" esempio di un savoir faire che, in molti luoghi, non esiste più.
Il titolare Leopoldo Arlati - foto: Annalisa Cavaleri
La storia affonda le radici nel 1936 quando Luigi e Modesta decidono di fare il grande salto abbandonando il lavoro in Pirelli per intraprendere un’attività propria. La sede allora era l’esercizio all’angolo di viale Sarca con via San Glicerio e lì avviano il nuovo lavoro con Luigi in sala e Modesta ai fornelli. Lì passano i tempi duri della guerra, aiutando come possono clienti ed amici e arrangiandosi tutti i giorni per mettere in tavola qualcosa. Per fortuna dalla vicina Brianza arrivano sempre il salame buono, le uova, il pezzo di formaggio.
Il giro di antipasti della tradizione
Nel 1947 la trattoria Arlati trasloca all’attuale indirizzo di via Alberto Nota e lo stesso anno nasce Mario, il terzo figlio. Passano gli anni e tutti i giorni i tram e il trenino dalla Brianza scaricano alla Bicocca migliaia di lavoratori che alle sei di mattina si scaldano con tazze di grigioverde e bianchin sprusà. Alle 5 di mattina Modesta è già in cucina a metter su il brodo, base di tutti i piatti della cucina milanese e poi nervetti, risotti, stracotti, ossibuchi, minestrone, cotolette e vitel tonnè. Intanto i figli grandi studiano e si laureano, Mario invece con il suo temperamento artistico vuole fare della trattoria la sua prima opera d’arte.
Negli anni '60 ecco la "svolta artistica" con Mario che fa diventare il ristorante - accogliente con il suo mix di antiquariato un po’ bric e brac - il punto d’incontro per artisti e musicisti, facendo esibire artisti del calibro dei Formula 3, degli Area, di Renato Zero, Loredana Bertè e di Lucio Battisti. La cura delle ricette non viene mai meno. Nel 1994 è il nipote Leopoldo che prenderà la guida del locale di famiglia, rinnovandolo ma senza perdere il fascino tradizionale: è lui che oggi vi aprirà la porta di casa, e del ristorante, per farvi entrare in un mondo di delizie milanesi.
Tagliolini fatti a mano con salmì di lepre
Si può iniziare il pasto con il sontuoso Gran mix della casa con salumi di qualità, paté alla milanese con crostini, polenta con i funghi e giardiniera fatta in casa, per continuare con Risotto al salto alla milanese, perfettamente eseguito e con la crosticina croccante, i Tortelloni di magro al gorgonzola o burro e salvia, iTortelloni ai carciofi al burro versato con raspadura Lodigiana e gli Strozzapreti al ragù di salsiccia. I più fortunati potranno provare anche le Tagliatelle al salmì di lepre.
Ossobuco e riso al salto - Foto AC
Come vuole la tradizione, non mancano i piatti unici come il Risotto alla milanese al salto con ossobuco, spezzatino di manzo e funghi o il Risotto alla milanese al salto con luganega in umido con funghi chiodini.
Classici che non tramontano anche nei secondi, come la Costoletta alla milanese, la Tagliata di manzo al rosmarino o rucola e grana con patate al forno e lo Spezzatino di manzo al vino rosso.
Serate a tema con jazz dal vivo e cabaret
Asparagi al limone
Oltre alle sale superiori, c'è anche un ampio spazio sotterraneo con cantina, dove potrete assistere - oggi come allora - a spettacoli di jazz e cabaret, tra libri antichi, dischi e bottiglie di vino pregiato. Un indirizzo imperdibile per chi ama la Milano più sincera.
Arlati Via Alberto Nota, 47 20126 Milano Tel. 02.6433327
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore
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