17-04-2023
La terrazza de Le Terme di Cefalù (Palermo). Apertura al pubblico, 21 marzo
Dall’archeologia all’architettura contemporanea, con la gastronomia a fare da trait d’union, per un progetto che, prima ancora di ancorarsi alla geografia del territorio - all’identità dei suoi prodotti e al paesaggio da rappresentare nel piatto -, si lega alla sua storia e decide di dialogare con le stratificazioni che definiscono il presente, indagandole e rendendole palesi: potremmo definire così la narrazione che propone al cliente tra gli spazi e dentro il menu Le Terme di Cefalù, dove i patron della famiglia Barranco hanno immaginato di creare un innovativo prototipo di archeo-ristorazione legata al fine dining, ricavando una meravigliosa sala tra i resti di un complesso termale di epoca romana, e dove lo chef Toti Grande, non a caso proveniente da studi di architettura e poi interamente assorbito dalla vocazione per la cucina, interpreta il tema con una collezione di piatti di matrice mediterranea e influenze multiculturali.
Dopo un primo anno di grande sperimentazione, con l’arrivo della primavera Le Terme riapre per la stagione 2023 le porte di questa location irripetibile, ristrutturata con coraggio e grande determinazione dentro i rigidi confini degli innumerevoli vincoli apposti per la salvaguardia del bene, che ha come fiore all’occhiello anche un’intima, deliziosa terrazza che si affaccia direttamente sulle acque del Tirreno.
La sala nel complesso di origini romane
Calamaro ripieno con fonduta di caciocavallo all’argentiera e aglio nero
Quando Alessio Barranco e la sua famiglia hanno scelto questo luogo per aprire il proprio ristorante in centro storico, all’inizio c’era solo un magazzino pieno di polvere, detriti e calcinacci. Oggi, dopo diversi anni di lavori di recupero e restauro, affidati all’architetto Salvatore Curcio, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza di Palermo, è emerso il chiaro impianto delle antiche terme romane ed è oggi possibile cenare circondati da anfore, colonne e capitelli, all’interno delle sale sovrastate dalle volte a sesto acuto, a botte, a tutto sesto, accanto alle tracce ancora evidenti delle suspensurae delle vasche termali e dei vani di passaggio degli antichi impianti che le rifornivano d’acqua: sale ritagliate attraverso un sapiente gioco architettonico di strutture leggere di vetro e acciaio, che convivono armoniosamente e in maniera lineare con l’antico impianto murario e la tessitura dei mattoni delle volte.
L’unicità di questo spazio meritava l’unicità di una cucina che sin dall’inizio si è andata definendo con chiarezza nelle mani di Toti Grande, a cui piace dichiarare un’impronta che fa risalire alla matrice di Gualtiero Marchesi, privilegiando tecniche semplici e leggibilità immediata: piatti cucinati sulle lionesi, conservando il profumo del mare che sale dalle finestre stesse della cucina, senza però lasciarsene intrappolare. «Il mondo è vario e anche il Mediterraneo è grande», ricorda lo chef, sottolineando il fatto che, del resto, senza le contaminazioni interculturali non sarebbero esistite nemmeno queste terme e non esisterebbe gran parte dell’identità della cucina siciliana.
Risotto allo zafferano con la triglia e il suo fondo, i pinoli e il limone candito
Matrice mediterranea, quindi, e pochi ingredienti, tecniche di cottura d’ispirazione francese e un desiderio di apertura al mondo con ingredienti e accostamenti che attingono alle culture di altri paesi. Lo dimostrano piatti come il Calamaro ripieno con fonduta di caciocavallo all’argentiera e aglio nero e ancor di più il Risotto allo zafferano con la triglia e il suo fondo, i pinoli e il limone candito, o Ravioli di Patate con la seppia e il suo nero, gli scampi e l’olio al finocchietto. «Non mi piace spingermi con le sperimentazioni eccessive - spiega lo chef - ma la cucina deve stupire, incuriosire, far vivere un’esperienza: ogni tanto amo giocare con ingredienti o tecniche che ci portano fuori dai confini della Sicilia, facendoci approdare in terre lontane da noi». Le Terme via Bagni Cicerone, 19 Cefalù (Palermo) Piatti: 18/25 euro Menu degustazione: 60 e 80 euro Chiuso lunedì
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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classe 1987, giornalista professionista testardamente modicana, sommelier in formazione permanente. Attraversa ogni giorno le strade del “continente Sicilia” alla ricerca di storie, persone e imprese legate alla cultura del cibo e del vino. Perché ogni contadino merita un romanzo