25-11-2021
Risotto alla milanese classico, che, nel menu Desco Lab, più originale e sperimentale, diventa il Risotto alla milanese con rana e piccione
Un nuovo indirizzo milanese nel cuore del centro storico, a pochi passi dal Duomo. Dove prima c’era Open Colonna oggi lo spazio, in parte rivisto e ristrutturato, ospita una proposta tutta nuova: Desco. Alla guida del format - che vive dal pranzo alla cena, passando per l'aperitivo - c’è lo chef Roberto Godi, 28 anni, origini comasche e tanta voglia di emergere.
«Ho viaggiato in tutto il mondo e la mia mente e la mia cucina non possono che esserne influenzate – spiega Godi -. Dopo la Scuola alberghiera, sono stato due in Australia, poi a Tokyo e a Bali, dove è scoppiato l’amore per i sapori asiatici. Infine, sono tornato in Italia per lavorare con Gunther Piccolruaz, poi al The Market Place con Davide Maci, chef che stimo e sento come uno dei miei mentori, infine da Attimi di Heinz Beck. Finalmente ho trovato un luogo che sento davvero mio e dove mi hanno lasciato la libertà di esprimermi. Da Desco sono certo che vi stupirò».
La sala di Desco. Il progetto è dell’architetto Paolo Albano, coadiuvato dal designer Pasquale Di Meglio e dagli illustratori Simone Massoni e Maria Chiara Fantini, che firmano l’esclusiva grafica alle pareti. Si tratta di una intricata texture che riproduce un divertente incastro di personaggi che ben rappresentano il locale e la sua essenza eclettica
E le premesse sono buone, visto che l’uso delle spezie e aromi dal mondo è consapevole e ben dosato, il menu viaggia sul doppio filone di proposte classiche, fino a una pagina che lascia libero sfogo all’estro e al carattere (decisamente forte) dello chef.
A pranzo, quando si ha meno voglia di osare, il principe è lo Spaghettone Desco n°5, trafilato al bronzo, che vede protagonista il glorioso ingrediente italiano in cinque diverse tipologie e strizza l’occhio all’iconico profumo Chanel n°5.
Lo chef Roberto Godi e la sua giovane brigata
«Lo Spaghettone lo faccio in casa e lo essicco per una notte, protetto nel locale, la salsa è come quella della nonna, ma con ingredienti di altissima qualità. I 5 pomodori - Datterino, Pachino, San Marzano, Ciliegino, Cuore di Bue - sono scelti al giusto grado di maturazione. Voglio far riscoprire sapori dimenticati» dice con convinzione lo chef. E in effetti, al palato è suadente, dolce in modo naturale col giusto pizzico di acidità. Lo Spaghettone ha la giusta masticabilità e “nuota” in una buona quantità di salsa. Il Parmigiano, grattato sottile perché possa sciogliersi col calore della pasta, è giovane per conservare la caratteristica sensazione lattea.
A mezzodì e dintorni, gli amanti della carne potranno gustare una intensa Skirt di manzo alla brace servita con purè di patate e burro fermentato, taglio tenero e goloso. Non mancano piatti vegani, con una buona dose di gusto e senza rinunce, come la Torta di rape con crema di feta uva e olive o la Cotoletta di sedano rapa.
Lo Spaghettone ai cinque pomodori Desco n.5, tra i signature dish dello chef
Atmosfera non più business, ma che diventa romantica la sera, con i piatti che aumentano la dose di creatività e il livello di contaminazione. Oltre alle scelte à la carte, si affianca Desco Lab, menu sperimentale che unisce sapori antichi e un tocco personale.
Si comincia con la Cipolla caramellata, aria al timo, limoncino, acetosella o con la Capasanta gratinata con guscio al pepe verde e uva fragola, tra gli antipasti, e si continua con il Risotto alla milanese, rana e piccione, un omaggio originale ai tipici cortili milanesi. Si ritorna in giro per il mondo con l’Anatra, alghe e katsuobushi di manzo e con le Lumache alla bourguignonne con purè di patata affumicata, foglie di lime e chips di manioca.
Skirt di manzo alla brace servita con purè di patate e burro fermentato
Non convenzionali e interessanti i dolci, come la Japan cheesecake, rettangolo logato estremamente soffice e la giusta dose di umidità, mai secco, come vuole la tradizione, e la Banitsa, millefoglie di pasta fillo, pistacchio salato, marmellata di ananas e mais.
Lo spazio ospita fino a 60 coperti e si prefigge di vivere dal pranzo alla cena, senza dimenticare il rito dell’aperitivo. Disponibile anche un dehors, che resta protetto e intimo, racchiuso all’interno del palazzo.
La cantina di Desco conta circa 350 etichette
La carta dei vini conta 350 etichette ed è curata dal sommelier Jissen Veneegopaul: si va dalle bollicine dalla Franciacorta, alle più rinomate cantine lombarde e toscane, oltre a una selezione di vini dal Sud Italia. Non mancano i grandi classici, da Gaja a Tignanello, da Prestige di Ca’ del Bosco ai vini di Elisabetta Abrami. In carta anche cocktail classici, come gli iconici Milano Torino o il Cosmopolitan, e signature drink, come il Desco Bon a base di Wild turkey Bourbon, succo di lime, Angostura Bitter e Bitter di Falernum.
Japan cheesecake, frutti rossi e cioccolato bianco
«Desideriamo che Desco diventi un punto di riferimento in città, siamo aperti da poco ma la risposta del pubblico è già molto buona – dicono il marketing manager Emanuele Sala e il designer Pasquale Di Meglio, ideatori del locale-. Abbiamo pensato Desco come uno spazio in cui rifugiarsi per staccare dalla frenesia della vita metropolitana, gustando la migliore cucina in un ambiente sofisticato e giovane. Il capoluogo lombardo è una città all’avanguardia e sempre più internazionale e la nostra cucina è un inno alla “Nuova Milano”, curiosa, cosmopolita e aperta al mondo».
Desco
Via Bassano Porrone, 8 - 20121 Milano
Tel. +39 02 36758360
Orari: Lunedì - venerdì 12.00 – 15.00, 19.30 – 22.00; Sabato 19.30 – 22.00
Domenica chiuso
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di
giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore
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