06-11-2021
Verdure, gamberi saltati al wok e riso profumato di spezie: uno dei piatti più richiesti del menu di Saigon
Se siete in cerca di una cucina alternativa per vivere una serata speciale, con luci soffuse e sui toni del rosso, Saigon è l'indirizzo che fa per voi. Riaperto da poco in post pandemia in formato "mignon" (sempre in via Archimede, questa volta al 14) non perde il suo fascino, ma anzi, guadagna in intimità. 60 coperti e una carta che indaga nel profondo la cucina vietnamita, in chiave easy gourmet, con qualche tocco internazionale che piace sempre ai milanesi, dal Black code marinato al ceviche peruviano, fino al salmone grigliato (classico, ma davvero ben fatto).
Il ristorante fa parte della galassia di Luca Guelfi, a capo anche di Canteen, Oyster Bar, Volemose Bene e Dal Milanese, ristorante di cucina meneghina e ultimo nato, che sta avendo un grande successo e dista solo pochi passi.
Candele accese per un'atmosfera magica
I sapori di Saigon, invece, rimandano a terre lontane, per un viaggio culinario e mentale che mette a proprio agio tutti: continuativo il fil rouge dello zenzero rosa e della salsa d'ostrica, le spezie sono presenti ma non sono eccessive, con la piccantezza che si dimostra discreta e piacevole. La dolcezza del latte di cocco viene stemperata sempre da un tocco fresco, spesso si trovano le arachini, come salsa o crunchy, impera il pesce fresco, dai gamberoni al wok fino alle morbide polpette di polpo.
Il direttore Yelko Rojas Medina - foto Vat
La felicità e il relax si percepiscono ad ogni tavolo: il ristorante è punto di incontro di coppie o colleghi di lavoro, fino al tavolo di amiche che festeggiano un compleanno. Insomma un mix trasversale, fatto di persone che vogliono immergersi, per una sera, in una cultura diversa ed esotica. Alla guida delle cucine, l’Executive Chef Emanuele Gasperini, già punto di riferimento di Dal Milanese e Big Sur in Costa Smeralda.
La cena inizia con gli ottimi cocktail creati da Andrea Fantauzzi: i palati femminili apprezzeranno sicuramente i toni leggeri e freschi del signature Saigon, vodka infusa al bergamotto con affumicatura al rosmarino, lime, kaffir, pompelmo e miele, mentre gusto e colore sono più profondi nel Vietnamen a base di gin infuso al coriandolo con zenzero rosa e tè al lime vietnamita. C'è anche la carta vini, circa 50 referenze: «Ma la nostra clientela adora pasteggiare con i cocktail» ci assicura Yelko Rojas Medina, bravo responsabile del locale, sempre in sala a coordinare il team, in modo che fili tutto liscio.
Goi cuon, involtini freschi in carta di riso a scelta che possono essere farciti con verdure fresche a julienne, gamberi, tartare di tonno o astice
La vostra cena golosa può iniziare con i Goi cuon, involtini freschi in carta di riso che possono essere farciti, a scelta, con verdure fresche a julienne, gamberi, tartare di tonno o astice. Qui vince la freschezza ad ogni boccone. Si continua con i Cha gio, involtini sempre in carta di riso, ma questa volta fritti, dal ripieno che può essere vegetariano, con maiale e gamberi oppure pollo e verdure. Sono avvolti singolarmente in una foglia di insalata e in una di menta, per renderli ancora più leggeri.
Cari ga e cari Tom, curry con patata dolce servito in noce di cocco con riso bianco pollo e gamberi
Ottimi anche i Banh tai vac, ravioli al vapore in farina di tapioca che lascia intravedere il ripieno in trasparenza (veg, gamberi o con filetto di manzo) con salsa di soia, mirin e pasta al peperoncino rosso leggermente spicy. Golossissimi i Banh ghe, polpette di granchio fritte con spicy maio e il Bac tuoc gion, polpo croccante passato in farina di riso su insalata di germogli e papaya verde, maio al curry e sriracha. Di scuola internazionale, il Ca hoi, carpaccio di salmone in salsa di ostriche e lime, con insalata di papaya verde e arachidi tostate e il Ceviche di ricciola, ripensato in chiave vietnamita con lime, granadilla, sedano, galanga e cipollotto.
Il bartender Andrea Fantauzzi - foto Vat
Tra una portata e l'altra, potrete ammirare l'arredo Indochine Style con un forti richiami al periodo coloniale francese del 900: pavimento in legno Versailles, boiserie in paglia di Vienna, sedie e sgabelli in velluto rosso a nido d’ape, illuminazioni anni 30/40 dei maestri vetrai della storica azienda Venini e dipinti alle pareti di importanti pittori vietnamiti dell’epoca. Kenzie e banani ricreano inoltre un’ambientazione tropicale che ricorda una giungla vietnamita.
Spiedini di pollo in stile vietnamita
Tra i main course, vi consigliamo i Mi xao rao cu, noodles di riso con verdure e arachidi, pollo e verdure e frutti di mare, serviti direttamente nella pentola sul tavolo, e i due signature dish, il Com chien tom, riso e gamberi saltati nel wok serviti nell’ananas e il Cari ga e cari Tom, curry con patata dolce servito in noce di cocco con riso bianco pollo e gamberi. Chi è alla ricerca di gusti più particolari ma riconoscibili, può affidarsi al Bo tai, tartare di filetto di manzo al coltello con lemongrass, menta, zenzero rosa, cipolla croccante e chips di riso al sesamo o al Ca hoi, salmone alla griglia con salsa al tamarindo, scaglie di mandorle tostate e purea di patate al wasabi. Da urlo il Black code marinato al miso, piacevolemente grasso e intenso, su letto di pack choi per un finale vegetale.
Tortino di carote
I dolci non deludono: si va dal gelato ai gusti indocinesi (tè verde, mango e molti altri, che cambiano spesso), alla Torta di carote e zenzero, fino alla Creme brûlée al cocco, dalla crosticina di zucchero caramellato croccante, o alla Cheese cake al mango e gel al passion fruit. Dolcezza garantita con la Mousse al cioccolato impreziosita dalla cannella e con il carattere deciso del pepe di Java. Una serata che lascia una sensazione piacevole di essersi immersi nell' "altrove".
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di
giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore
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