08-10-2021
In alto al centro, Antonino Cannavacciuolo e Massimo Raugi, pilastri di cucina e sala di Villa Crespi a Orta San Giulio (Novara), 2 stelle Michelin
«Non cambio tanti piatti, ma cambio tante volte i miei piatti», disse una volta Antonino Cannavacciuolo. In effetti, l’evoluzione continua di Villa Crespi e di quanto offre a tavola è figlia di questo concetto, apparentemente semplice, ma estremamente complesso, se non si vogliono snaturare le creazioni. Il team del Lago d’Orta lavora in simbiosi con lo chef, cercando di dare nuova vita ai piatti, grazie a chiavi di lettura diverse, amplificando questa o quella sensazione, accentuando un ingrediente o smorzandone un altro. Tutto questo sotto l’egida di un mantra preciso: l’ospite si deve divertire, deve riconoscere quello che mangia, senza tanti esercizi di stile. Ci vuole concretezza. L’umanità di Antonino è contagiosa, tanto che i pensieri appena citati si ritrovano perfettamente in tutti i ragazzi, seguendo uno stile di vita e di lavoro in perfetta aderenza alla filosofia del cuoco campano, che diventa maestro. Badate bene: “maestro” non significa qualcuno che si pone su un piedistallo e detta le regole. Maestro è una «persona che racconta» quello che ha già passato, imparato e vissuto, per permettere ad altri di farne memoria e portare loro un contributo al miglioramento continuo di quella che è una missione: far stare bene gli altri. Fa eco e cassa di risonanza al nobile intento Massimo Raugi, senior manager e wine director di questo luogo incantato, fresco vincitore del premio Identità di Sala 2021, impegnatissimo a rendere concreta la cultura dell’ospitalità. Raugi scrive testualmente sul suo Instagram: «Un piatto o un vino spiegato con amore e raccontato bene, si digerisce meglio. Può capitare che però qualcuno si dimentichi cosa ha mangiato, cosa ha bevuto. C’è una cosa però che non si potrà mai dimenticare: come vi hanno fatto sentire». E poi arriva la sua personalissima definizione applicata: «La SALA: luogo di cultura. Di passione. Fatta di racconti, di bellezza e di riflessi. Inafferrabili energie. Di dettagli sottilissimi. Qui non si seguono ricette. Si immaginano protocolli e danze. Si modula la voce. Si innescano i circuiti della felicità. Qui si lavora al fianco di Sognatori. Professionisti. Psicologi. Gourmet. Scenografi. Il luogo dove più di ogni altro al mondo per me è facile immaginare. Sorridere. Accudire. Migliorare».
Massimo Raugi riceve il premio Identità di Sala 2021 da Cristina Franceschetti e Alessandro Guidi di Caraiba Luxury Foto Brambilla/Serrani
L'architettura arabeggiante di Villa Crespi
L'ormai celebre Scampi di Sicilia alla pizzaiola
Sgombro affumicato a freddo con avocado e salsa Champagne e caviale (foto lucianopignataro.it)
Risotto con midollo, bottarga e ostriche
Degustazione di formaggi. Al Comtè di Marcel Petite, affinato oltre 24 mesi, Raugi abbina a una tisana a base di finocchietto, liquirizia, camomilla e malva
Viva l'Italia
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella (buona) tavola come creatrice di legami, generatrice di ottimi ricordi e di emozioni vive. Instagram lucafarina88
Uno scorcio de Le Cattedrali, il nuovo progetto Laqua Collection di Antonino Cannavacciuolo e Cinzia Primatesta ad Asti
Il Piatto dell'anno per Identità Milano 2021: è la Zuppiera di pasta e pesci dell'Adriatico dello chef Davide Di Fabio del ristorante Dalla Gioconda
Tagliatelle, ragù d'anatra e foie gras di Andrea Monesi, chef della Locanda di Orta a Orta San Giulio (Novara). foto instagram