14-07-2021
Misticanza: uno dei piatti del menu degustazione a base vegetale del ristorante Orto del Nina Trulli Resort, a Monopoli. La proposta culinaria è firmata da Cinzia Mancini, chef del ristorante Bottega Culinaria a San Vito Chietino
Tornare dove si è stati bene è sempre un piacere. Ma ancora più piacevole è rendersi conto che nel corso di un anno, nessun dorme e, ora che è estate, al Nina Trulli Resort si iniziano a raccogliere frutti davvero succulenti. Perché la cucina di Orto,Il Ristorante, arricchisce e migliora la sua offerta. Una cucina territoriale, pluriforme e viva: la sua anima vegetale convince con sapori finalmente nuovi.
Non che si ricerchino ingredienti esotici o di nobile fattura perché qui la nobiltà ha il profumo della terra e delle erbe aromatiche; ha il sapore della concentrazione dei succhi nel frutto maturo; ha il brio di una creatività dinamica, di una tecnica che naturalizza ulteriormente la materia, e mai alienante rispetto al piatto.
Questa è l’espressione della sensibilità di Cinzia Mancini, chef del ristorante Bottega Culinaria di San Vito Chietino, che da oltre un anno studia una cucina a misura d’Orto, quello che Sergio Pepe e Daniela Russo, hanno realizzato all’interno del loro resort, il Nina Trulli, nelle campagne alte di Monopoli. Approdo di un lusso inconsueto, di preziosità altre: il silenzio, la calma, i ritmi lenti, le cicale, il sole lucente di Puglia, e un’accoglienza morbida, mai invadente.
La chef Cinzia Mancini del ristorante Bottega Culinaria
Paola Alemanno, resident chef di Orto, e Claudio D'Onghia, assistant manager e sommelier
«Durante il secondo lockdown, non ci siamo lasciati scoraggiare dalla chiusura- racconta Cinzia - ma, al contrario ne abbiamo approfittato per ritrovarci tutti e quindi, sia i ragazzi di sala, che di cucina, sono arrivati da me in Bottega, a San Vito. Abbiamo dato vita a un vero e proprio laboratorio sperimentale. Mi spiego meglio: il mio non è mai stato un approccio verticale in cucina, ma orizzontale, un’area di creatività e fermento. Avevo bisogno di far appassionare i ragazzi ai piatti che avrebbero preparato e presentato per l’intera stagione, e così li ho invitati a esprimersi senza timore: dovevano sentirli loro. Ne vien fuori un lavoro grandioso che attinge sempre alla territorialità e, soprattutto, all’orto del Nina, ma che si lascia anche contaminare da influenze lontane, per trasformare la materia più “comune” in un viaggio da vivere: un po’ Puglia, un po’ tutto il resto del mondo».
Pomodoro e kimchi
Ramen vegetale di melanzane
Ravioli di caciocavallo stravecchio con cipolla margherita e gel di alloro
Da Orto impari che stagionalità non vuol dire monotonia, ma esaltazione del buono quotidiano; reperibilità non vuol dire ripetizione, ma serbatoio prolifero di sostanza, che stimola di continuo la creazione. Impari che cucina non vuol dire comando, ma confronto, armonia e cooperazione. Impari che una cucina è davvero buona quando circondata da sani principi; quando la lungimiranza è più dolce dell'ambizione, e quando la bontà di mani laboriose si combinano alla genuinità degli ingredienti e di fresche idee da portare in tavola.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo era acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.
Uno scorcio di Borgo Egnazia, ventunesimo miglior hotel al mondo secondo la classifica The World's 50 Best Hotels, a Savelletri di Fasano (Brindisi)
Tutte le foto sono di Marialuisa Iannuzzi
Manuela Mastria e Antonio Palumbo - Foto Annalisa Cavaleri
Le brigate del ristorante Orto al Nina Trulli Resort a Monopoli: sala e cucina al completo, insieme