25-03-2021
Non basta il rosso a fermare le idee: figlia del Covid-19, è nata una squadra composta da colleghi chef e amici che, forse senza accorgersene, saranno in un domani molto vicino fautori di un movimento gastronomico tutto capitolino. Per ora sono gli ideatori di Collettivo Gastronomico Testaccio, che ha come obiettivo quello di ri-crearsi, in un progetto che ha come traguardo l’abbattimento di una gastronomia fissa in format visti e rivisti.
Fa quasi paura in epoca di distanziamento parlare di collettivi, eppure loro idee per il futuro e per il presente le hanno ben chiare: il Collettivo Gastronomico Testaccio è una sfida che riempirà alcuni ambienti dell’ex mattatoio di Testaccio con pop up restaurant, eventi e progetti in continuo divenire. Interazione è la dimensione giusta per comprendere appieno l’idea che ha spinto all’azione le menti creative del Collettivo e a raccontarcelo sono loro, Marco Morello e Daniele Camponeschi.
Marco Morello
Chef Marco Morello, titolare di Food Box all’interno del mercato Testaccio (che, per quello che succede qui dentro, piace considerarlo molto più che un mercato!) e già consulente per diverse realtà ristorative, nonché di start up enogastronomiche, ci racconta del progetto e di quanto il peso culturale dell’esperienza gastronomica abbia avuto in questo la sua necessario importanza.
Determinazione e sfumature non convenzionali lo hanno portato a riflettere «sull’idea di spazi polifunzionali dal punto di vista ristorativo e sulla creazione di una rete con colleghi e operatori nel settore enogastronomico; ho pensato a lungo e ho capito che a Roma servisse questo: uno spazio del genere che si vestisse anche di un’altra forma, ovvero confronto, dialogo, incontro e dibattito». Ancora una volta, a dispetto della pandemia, l'unione fa la forza e l’identità di intenti con i fratelli Camponeschi, insieme a tiare le fila del progetto, ha portato all’inaugurazione di questo format del tutto non convenzionale.
Daniele Camponeschi
«Il mercato guiderà la spesa - racconta Daniele Camponeschi, l’altra mente del progetto - non c’è linea, solo stagionalità che sarà la grande promessa. Ci basiamo sulla regola dei tre: tre antipasti, tre primi, tre secondi e tre dessert. Il concetto di trattoria urbana punterà all’offerta quotidiana e il menu sarà rinnovato in base a ciò che offriranno i banchi del mercato».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Giornalista e sommelier, radici a Napoli e presente a Roma, coltivo la scrittura e l'amore per il vino e il cibo come valori assoluti, perché mi insegnano che ovunque può celarsi il bello e il buono. Gli studi letterari mi hanno lasciato una grande eredità: andare oltre ogni apparenza e questo cerco nell'enogastronomia.
Andrea Pasqualucci e Gastone Pierini, ristorante Moma, Roma
Il Sandwich di fiori di zucca di Gusta, piazza Carlo Magno 13, Roma