Ci sono chef e chef. Professionisti che lavorano ogni giorno nelle loro cucine, quasi isolati del mondo dei media e dei palcoscenici che oggigiorno mettono in evidenza anche i principali protagonisti di questa professione, e altri che invece in questi scenari mediatici vivono, lavorano, si promuovono e si fanno conoscere.
Probabilmente prima di Masterchef eravamo in molti meno a conoscere Carlo Cracco e le sue abilità culinarie, o i gemellini di Vico, Gennaro Esposito e Tonino Cannavacciuolo, personaggi perfetti per la narrazione televisiva che vuole anche nella corpulenza e nell'aspetto fisico un richiamo alle tradizioni culinarie partenopee.
C'è uno chef particolarmente bravo nella sua mediaticità, e particolarmente creativo nel suo operare con le aziende e i media: Davide Oldani. Il cuoco di Cornaredo fa la pubblicità di Barilla con Federer, disegna bicchieri dal profilo obliquo ( er bere e poter meglio guardarsi mentre lo facciamo), riprende cucchiai che hanno in sé anche l’affilatura del coltello e i rebbi di una forchetta, e via inventando. Insomma... personaggio, mediatico e creativo designer a tutto tondo. Ma, di base, cuoco.
Dopo infatti un tentativo abortito di sfondare nel calcio professionistico («Mi son spaccato», racconta, «e non potevo andare avanti»), e dopo aver conseguito il diploma dell'istituto alberghiero, il primo ad accoglierlo è Gualtiero Marchesi, dove basa la sua formazione, e di qui poi si sposta a Londra al "Le Gavroche" di Albert Roux, per poi spostarsi a Montecarlo da Alain Ducasse al ristorante Le Louis XV. Poi Pierre Hermè da Fauchon.

Tornato a Milano nel 2003, apre a San Pietro all'Olmo la trattoria
D'O, nella quale porta avanti il suo iniziale pensiero della cucina
pop, una cucina di grande livello qualitativo e creativo, realizzata con ingredienti semplici e mai cara. Ma veniamo a oggi. Davide si è spostato, ormai da qualche tempo, nel nuovo locale in piazza a San Pietro all'Olmo, a poche decine di metri dalla storica trattoria. E anche la sua cucina è mutata, crescendo in offerta e in creatività. Ma la nota classica di Oldani, la fantasia, il gioco nel piatto, il farti sentire sempre, con lui, un po' bambino mentre mangi alla sua tavola, quello è rimasto.
Creatività, fantasia, invenzione. Queste sono le tre parole fondamentali per capire la cucina di Davide. Come i suoi oggetti, le sue creazioni, le sue invenzioni. Ci si diverte, da Oldani, e molto. Ma Davide non scorda mai l'insegnamento del maestro
Marchesi: bello... ma anche e soprattutto buono!
Davide è certamente un cuoco mediatico, sui giornali, testimonial in televisione, in prima fila negli eventi. Ma la sua bravura resta giustamente nel piatto, dove Davide riesce a farti sorridere, oltre che divertirti col gusto.
Abbiamo mangiato:
Piatto da leccare, aceto di mele ridotto, salsa verde alla rucola e orzo soffiato;
Grana Padano Riserva caldo e freddo;
cipolla caramellata a portata di mano;
Ostrica "Amélie Speciale", barbabietola e grano saraceno;
"Insieme" pistacchio e riso, pasta con le sarde;
Branzino da lenza, sedano rapa arrostito e aceto di more;
Lombata di agnello gratinato, yogurt al prezzemolo e topinambur;
Mango e arabica, castelmagno invecchiato;
Torta di mandorle, cioccolato affumicato e arancia;
PanD'O con canditi cedro, ciliegia e corniolo, gelato vaniglia;
Sfera di Ocoa n° 8 e frutto della passione;
Moneta di pantalone alla liquirizia e Zéphir Madeleine all'olio e pompelmo rosa.
Buono? Molto. Creativo? Moltissimo. Divertente? Soprattutto. Entrate da Davide Oldani, uscirete col sorriso.
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