15-08-2020

Hyle, la materia e i sapori della Sila

Antonio Biafora con il suo nuovo ristorante, nel complesso alberghiero di famiglia, conquista con un'interpretazione insieme intensa e delicata del territorio

Antonio Biafora, classe 1985: si è formarto studi

Antonio Biafora, classe 1985: si è formarto studiando ad ALMA e lavorando con il compianto Frank Rizzuti e con Francesco Bracali, prima di tornare a guidare il ristorante dell'hotel di famiglia

Non so se avete mai visitato la Sila. Beh, è il contrario di come ve la immaginate: irta e montuosa sì, ma anche dolce e piena di laghi, con chilometri e chilometri di strada tra boschi di abeti secolari. Ci sono i lupi, da sempre. Ma anche tanta dolcezza.

Ci sono poi anche gli abitanti, che sono calabresi sui generis, gente di montagna, gentile e riservata, abituati a scenari e temperature ben diverse da quelle delle coste calabre, e che mangia piatti preparati con prodotti altrettanto differenti.

La sala di Hyle

La sala di Hyle

Ed è sulla parte della Sila che prende il nome di Sila Grande, sulla strada che poi scende verso Crotone, che si trova il complesso alberghiero dei Biafora.

Costruito in epoche diverse, è stato sottoposto da pochi mesi ad una profonda ristrutturazione moderna, sia nella parte di Albergo, che nella Grande e moderna SPA, che soprattutto nella parte dedicata al ristorante, ridisegnata ex novo per ospitare quattro esclusivi tavoli, con un grande banco cucina a vista per le preparazioni degli chef.

La cantina

La cantina

Hyle è il nome del ristorante. “Materia” in greco. Ma Hyle è anche il vocabolo da cui i romani derivarono il nome Sila. E la Sila entra in ogni piatto, da Antonio Biafora, e insaporisce, colora e profuma piatti leggeri, ma dal sapore diritto, chiaro e persistente, e dagli ingredienti di territorio.

Lo chef è fondamentalmente autodidatta, e ha mosso i suoi primi passi nell’alta ristorazione proprio al Biafora Restaurant, ristorante del complesso turistico di famiglia, iniziando una gavetta dal basso, fino ad arrivare alla guida della cucina e a formare la sua brigata.

La cucina a vista

La cucina a vista

La sua è una filosofia improntata al lavoro sulla stagionalità e sulla ricerca della materia prima, arricchita da studi e stage in giro per l’Italia e il mondo, con l’intento di perfezionarsi e di attingere a un patrimonio gastronomico sempre più ampio.

Vi vuol fare gustare la sua Sila, Antonio, assaporare i suoi prodotti, bere i vini della sua Calabria. Ancora una volta, attraverso la ristorazione, una grandissima lezione di marketing terriroriale e di grande amore per le radici, in una terra antica.

Pipi arrustitu

Pipi arrustitu

Agnello, arachidi e carote

Agnello, arachidi e carote

E da Biafora abbiamo assaggiato:

Insalata di pomodoro, pane, burro e acciughe
Meringa al limone, melanzana bbq e gelato all’aglio
Trota obesa, cetriolo e tzatziki di capra
Gambero viola, caipirinha e mizuna
Taco di nasturzio, anatra marinata ed emulsione di peperone verde
Carpaccio di cervo, mela fermentata e semi di zucca
Bacio di dama alle nocciole, fegato di maiale e cipolla marinata

Riso caprino, ginepro e polvere di porcini

Riso caprino, ginepro e polvere di porcini

Manzo senape e rapa

Manzo senape e rapa

E poi

Pipi arrustitu
Agnello, arachidi e carote
Stroncatura, talli e sardella
Riso caprino, ginepro e polvere di porcini
Bottoni di lepre, borragine e estratto di albicocca
Piccione, nocciola e cardamomo
Manzo, senape e rapa
Quaglia, cacciatora ed erbe del giardino allo scalogno nero
Pistacchio, rosmarino e fiori di sambuco
Crostata al cioccolato, popcorn al caramello e frutti rossi

Crostata al cioccolato, popcorn al caramello e frutti rossi

Crostata al cioccolato, popcorn al caramello e frutti rossi

Vini
100% Zibibbo Cantine Origini e identità
Danfora Cantine Maradei
Manca del rosso Masseria Perugini
Più vite Cantina Sergio Arcuri
Greco di bianco Cantina Lucà

E perfino il menu prende un nome antico di Calabria: Chjubica, il nome della vecchia “via del mare“ che da Paola portava a Cirò Marina. La via del commercio della pece bruzia. Grande cultura, profonda tradizione, grande cucina di territorio rivisitata e non stravolta.

E il fatto che solo quattro fossero i tavoli, con un grande camino moderno e una cucina a bancone, completamente a vista, ha fatto si che il rapporto e la relazione sala/cucina, spesso di così difficile dialogo, si tramutasse in un unicum.

Noi eravamo attori e spettatori del rito dell’Hyle, il dialogo non si interrompeva, i sapori si susseguivano. Grande atmosfera di relazione, qui nella Sila.

Grande maestria e tocco gentile. Sapore e delicatezza al tempo stesso. Sono un gruppo di ragazzi straordinari i giovani chef di questa regione.

Caterina Ceraudo, Luca Abbruzzino, Nino Rossi e tanti altri. Con Antonio Biafora... sono uno in più.
 


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Fulvio Marcello Zendrini

di

Fulvio Marcello Zendrini

Triestino, partito dall'agenzia di pubblicità Armando Testa, ha ricoperto ruoli di vertice nei settori della comunicazione di aziende come Michelin, Honda, Telecom Italia. Oggi è consulente di comunicazione e marketing aziendale e politico, per clienti quali Autogrill, Thevision.com. Tiene lezioni all'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e a quella di Genova. È docente presso Niko Romito Formazione, Intrecci Scuola di Sala e In-Cibum. Presidente dell'Associazione "Le cose cambiano", che lotta contro il bullismo omofobico

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