Sono contento che uno dei primi eventi gastronomici del post-lockdown si sia tenuto in Calabria.
Per prima cosa, per il mio amore per questa terra, la sua gente, la sua dolce e ispida durezza, il suo caldo e tenero abbraccio di benvenuto, in una scorza di apparente ruvidità. E poi per la sua gastronomia, così caratterizzata, forte, decisa, così difficile da addomesticare e adattare ai dettami della nuova cucina.

Alcuni dei piatti gustati a Spessore
 
Qui comandano i prodotti, una lista infinita. proviamo a stilarla, senza pretesa di completezza? Capocollo di Calabria, pancetta di Calabria, salsiccia di Calabria, soppressata di Calabria, caciocavallo silano, pecorino crotonese, bergamotto di Reggio, liquirizia di Calabria, fichi di Cosenza, cipolla rossa di Tropea, clementina di Calabria, patate della Sila, limone di Rocca Imperiale, torrone di Bagnara, 'nduja di Spilinga. E sono solo alcuni tra i principali. E non teniamo conto delle prelibatezze marine.
Di certo, qui comanda il loro gusto forte e deciso. E nessun evento al mondo poteva mettere più in risalto la maestria dei cuochi di questa terra che la “festa” di Spessore.
Dieci cuochi dieci. Gli stessi ingredienti per tutti... Lo stesso tempo a disposizione per prepararli. Una specie di 
mystery box ante litteram, un contest non contest inventato anni fa da 
Fausto Fratti. Un regolamento semplice e ferreo al tempo stesso, che segue il filo di un sottile ragionamento: un bravo cuoco sa sempre cosa cucinare, qualsiasi sia l’ingrediente, e in qualsiasi occasione.
E così, Luca Abbruzzino, giovane talentuoso chef del ristorante stellato Abbruzzino di Catanzaro, ha scelto per tutti, in segreto e in qualità di organizzatore di turno, gli ingredienti con i quali riempire la dispensa di una dimora di campagna ristrutturata, e ha coordinato l’evento che si è svolto sulle colline a sud di Lamezia Terme.
I nomi degli chef coinvolti, oltre ad 
Abbruzzino: 
Antonio Biafora, 
Nino Rossi, 
Giuseppe Iannotti, 
Riccardo Agostini, 
Luciano Monosilio, 
Mattia Spadone, 
Antonio Zaccardi, 
Domenico Marotta, 
Simone Cantafio. Dieci giovani cuochi, tutti già nomi noti, per circa 150 persone distanziate e sedute. Una ventina di piatti praticamente improvvisati sulla base di ingredienti scoperti solo all’ultimo, di cui, ligi alle regole del gioco, non si raccontano né ricette né si svela l’identità dell’esecutore. Ma i piatti esprimono una rara abilità nello scegliere e abbinare “quello che c’è“ a tecniche sempre degne di grandi tavole.
Eccoli, nella galleria fotografica di 
Michele Galluccio, 
michelegalluccio.it.

Focaccia con paté di interiora e kiwi
 

Pomodoro mandorla e merendelle
 

Melanzana imbottita all’alalunga
 

Cipolla al cartoccio, crema di tzatziki e olio di cipolla bruciata
 

Cappelletto con coppa di testa, lattuga fermentata e crostacei
 

Mezzo pacchero, vongole, pistacchio e pepe verde
 

Gambero fegatini e albicocca
 

Fagiolini, albicocca e alici bruciate
 

Ricciola, giardiniera e curcuma
 

Pesce spada, salsa al pane e pomodorini marinati
 

Topinambour, lingua, rucola e aglio nero
 

Taco di agnello e peperoni
 

Maiale al forno a legna, ananas zenzero e cardamomo
 

Maiale, teriyaki, nduja e pesca
 

Namelaka di cipolla al forno, gelato alle more e biscotto al cardamomo
 

Mango, ricotta e semi di zucca
 
Grande cena. Bell’evento, seduti e in sicurezza. Chi ha vinto tra gli chef? Nessuno, ovviamente, non sappiamo neanche chi ha fatto quale piatto. Questo è lo spirito vero della cucina. Questo è Spessore.
Prossima tappa? Telese Terme, regista Peppe Iannotti, appuntamento il primo di settembre..