21-03-2020
Lo avevano ricoverato a Senigallia lunedì scorso, il 16 marzo, si è spento questa mattina, all’alba del primo giorno di primavera. Gianni Mura se ne è andato il 21 marzo in silenzio, con garbo, come aveva sempre vissuto. Mai sopra le righe, mai a ostentare una grandezza che nasceva dalle cose fatte e anche da quelle non fatte, rinunce che a volte pesano come i sì che si sono detti lungo l’arco della propria vita.
Al di là del nome in comune, Gianni, Mura è stato l’erede di Gianni Brera. Entrambi lombardi, ma Mura di Milano, dove nacque il 9 novembre 1945, e Brera di San Zenone Po, la luce vista l’8 settembre 1919, la morte in un incidente d’auto il 19 dicembre 1992. Per dare la dimensione della grandezza di Brera, si ricordava che divenne direttore della Gazzetta dello Sport nel 1949 a 30 anni, il più giovare di sempre, e senza l’aiuto della televisione.
Gianni Mura con il suo maestro Gianni Brera, a destra in piedi
Ho sempre ammirato in Mura la capacità di guardare le persone negli occhi per giudicarle con il proprio cervello e il proprio cuore. Era diretto come quando a una lontana edizione della Marcialonga, nelle valli trentine di Fiemme e Fassa, conobbe in sala stampa Paola Gius, figlia di ristoratori e di vignaioli. Lei è la Paola che dal 1991 ha firmato con lui la rubrica Mangia & bevi nel Venerdì di Repubblica. Gianni curava la parte cibo, il Mangia, Paola il vino, il Bevi. Ed erano
Paola e Gianni Mura ritratti stilizzati, merito di Stefano Savi Scarponi, nella testata della rubrica Mangia & Bevi che curavano da quasi trent'anni nel Venerdì di Repubblica
Era sempre il suo modo di vivere, informarsi e informare. Formidabile compositore di anagrammi, fece un giorno lontano notare come la parola guida cambiava in Giuda. Valeva anche per lui stesso, se uno non gradiva amici come prima. Che leggesse altri critici. Sempre a lui gli dobbiamo una feroce riflessione sul mondo del giornalismo sportivo e quello della critica enogastronomica: «Quando sono con i colleghi della gola non vedo l’ora di ritornare da quelli dello sport, ma quando sono con gli sportivi rimpiango presto quelli di cibo e vino». E’ un po’ come ricordare che “nessuno è re agli occhi del suo maggiordomo”.
Repubblica, nel suo sito, ha dedicato l'apertura alla scomparsa di Gianni Mura. Un solo neo: nel lungo sommario non è stato trovato spazio per ricordare la sua splendida e ultradecennale attività di critico enogastronomico nella stessa Repubblica. A conferma che questo mondo goloso è eternamente condannato alla serie B del giornalismo italiano
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.