26-05-2020

Farmily Manhattan, la versione di Flavio Angiolillo

Per la serie Cocktail at Home, oggi proponiamo la ricetta del noto barman giramondo. Un esempio di purezza stilistica

Il romano Flavio Angiolillo, per molti anni trapia

Il romano Flavio Angiolillo, per molti anni trapiantato in Francia e in altre città del mondo. A Milano ha aperto Mag1930 Cocktail Bar, Backdoor43, il Barba e Iter

C’è chi nasce “imparato” e chi invece fa la “gavetta”. La seconda opzione è certamente da preferire. Significa ritrovarsi in cima alla classifica con una bella dote di umiltà, esperienza, curiosità e capacità tecniche. La storia professionale di Flavio Angiolillo ha seguito questa via. Gli inizi sono stati quelli, comuni a molti altri ragazzi: qualche lavoro da tutto fare nelle cucine dei ristoranti del quartiere per tirar su i denari utili a comprarsi il motorino.

Poi la passione prende il sopravvento. Si passa in cucina e poi in sala fino a poter servire a grandi tavole come quelle di Alain Ducasse. Per il poliedrico bartender nato a Roma, per molti anni trapiantato in Francia e poi grande viaggiatore nelle principali città del mondo, il percorso dietro al bancone è iniziato ai Caraibi. Ma è stata Milano, dove ha aperto il Mag insieme a Marco Russo, la città in ci si è definitivamente affermato come uno dei barman più noti, famosi e bravi  del pianeta. L’esperienza accumulata nei ristoranti ha sicuramente contribuito alla carriera di Flavio Angiolillo. Il palato, la conoscenza dei sapori e della materia prima serve, e molto, anche quando si preparano dei drink. E cosi dopo il Mag sono arrivati anche lo speakeasy 1930 Cocktail Bar, il Backdoor43, il Barba e Iter. Un piccolo impero basato sulla filosofia della semplicità e del bere bene.

Per Cocktail at Home, ecco la sua ricetta, illustrata da lui stesso.

Il bancone del Mag, indirizzo cult dei Navigli, Milano

Il bancone del Mag, indirizzo cult dei Navigli, Milano

Family collection

Family collection

Farmily Manhattan by Flavio Angiolillo
40 ml di Vermouth rosso
30 ml di Farmily Asia
2,5 ml di miele di castagna

"Sono convinto che i cocktail più interessanti siano, in fondo, quelli più semplici. Personalmente sono un estimatore dell’Americano, essenziale e deciso, con tante varianti interessanti da proporre alla clientela. E poi l’Old Fashion, altro drink statuario e il Manhattan. E’ un cocktail affascinante nella sua purezza stilistica. Un super classico, sulle cui origini sono molte le narrazioni e le leggende. E’ uno dei sei cocktail fondamentali inseriti nel testo di David Embury “The Fine Art of Mixing Drinks”. Più volte preparato e bevuto dai protagonisti di grandi film e serie TV resta uno dei drink più bevuti al mondo.

Quella che vi propongo è una versione che utilizza un prodotto, il Farmily Asia, che ha come base la canna da zucchero e un’ispirazione asiatica. E’ distillato in Italia partendo dalla melassa con botanici orientali come macis, chiodi di Garofano e zenzero, insieme a del lime kaffir, genziana, artemisia e china. Farmily è un progetto innovativo a cui ho dato vita insieme a Marco Russo, per avere una nostra linea di prodotti che ben si attagliasse alla nostra filosofia di mixology. Siamo partiti da un gin, o qualcosa di molto simile, perché volevamo uscire dai canoni e dagli schemi per avere distillati perfetti per i nostri cocktail. Dei Botanical Spirits con sapori e caratteristiche marcate. In questo caso il Farmily Asia si sposa perfettamente con il Vermouth rosso per un drink apparentemente semplice ma in realtà complesso tra rotondità e gusto speziato.

La preparazione è davvero facile. Basta mettere del ghiaccio in un mixing glass, lasciarlo raffreddare girandolo con il bar spoon, lo stirrer, e quindi eliminare l’acqua in eccesso mantenendo il ghiaccio nel contenitore. A questo punto si aggiungono gli ingredienti e si mescola delicatamente con lo stirrer prima di servire filtrando in una coppa ghiacciata".

Farmily Manhattan for two

Farmily Manhattan for two


Shake & shock

ll mondo dei cocktail e dei bartender raccontati da Identità Golose.

a cura di

Maurizio Trezzi

giornalista, classe 1966 con una laurea in Fisica e oggi un lavoro da comunicatore. Ha raccontato due Olimpiadi e 5 Mondiali di atletica leggera su Eurosport. Super appassionato di buona cucina, rhum caraibici e golf

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