23-01-2019
Una pizza di Renato Bosco da Edit
Difficile riassumere il progetto Edit - oltre 2.400 mq di superficie su due piani nell’edificio ottocentesco degli ex stabilimenti Incet, storica fabbrica torinese di cavi elettrici, all’estremità del cosiddetto Miglio dell’Innovazione vicino alla stazione Dora, che oggi ospitano uno spazio polifunzionale dedicato alla gastronomia – in poche righe.
Noi ci fermiamo però al piano strada, dove ci sono la Bakery, il Pub e la Brewery, tralasciando quello superiore – pure molto interessante – con il Cocktail Bar, il ristorante che è stato gestito dai Costardi Bros e che ora passa a Matteo Monti, e l’area Kitchens (con quattro cucine professionali più una sala per cooking show).
Se fin dal mattino, infatti, nel laboratorio di panificazione e pasticceria si sfornano brioche, biscotti, crostatine e torte, paninetti salati e sandwich per accompagnare la proposta della caffetteria, quelle dal forno sono anche parte integrante del menu nel pub, decisamente insolito e più ampio rispetto alla classica offerta di questa tipologia di locali.
Oltre a piatti e hamburger c’è una bella scelta stagionale delle diverse tipologie di pizza create dal pizza-ricercatore veronese, spesso declinate alla piemontese: dagli irresistibili Crunch (per esempio quello al vitello tonnato, con girello di Fassona piemontese, salsa tonnata e cappero fritto) e Doppio Crunch (come il Toast con stracchino artigianale, prosciutto cotto di Praga e toma piemontese) al panino al vapore con salsiccia di Bra e broccolo croccante, fino all’Aria di Pane, l’eterea focaccia tonda dall’impasto alto e leggerissimo, farcita con formaggi e salumi.
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
a cura di
giornalista, napoletana di nascita e romana d'adozione, cerca di unire le sue tre passioni: mangiare, viaggiare e scrivere