30-07-2024

7Pines, un resort a tutta acquolina

Alla terza estate, questo 5 stelle di Baja Sardinia ha aggiunto una terza insegna con le pizze di Franco Pepe al Cone Club e al Capogiro. Il piatto simbolo dello chef D'Ambrosio? La pasta ai 12 pomodori

Il Cone Club con le sue vele arancioni nella macc

Il Cone Club con le sue vele arancioni nella macchia mediterranea dei 7Pines a Baja Sardinia

Per esserci, i pini marittimi ci sono e pure maestosi, e anche più di sette, però questo resort sardo a 5 stelle lusso deve il suo nome, 7Pines per l’appunto, alla casa madre di Ibiza costruita ben prima. Qui la proprietà, tedesca, con un rapporto diretto con il gruppo Hyatt, ha inaugurato l’area tre estati fa, dopo una totale ristrutturazione di un albergo ben poco attraente.

Adesso nulla in comune tra ieri e oggi in località Li Mucchi Bianchi a Baja

Sardinia che vuole dire il comune di Arzachena. Dove vi era di tutto, e tutto mediocre, adesso 15 ettari accolgono 75 stanze diffuse nel verde, due piscine, tre ristoranti e, ovviamente, mare e spiagge così come spazi per diverse attività sportive. La cosa che stupisce è la sensazione che il bicchiere sia mezzo vuoto, che non vi sia il tutto esaurito. Che invece c’è, eccome, solo che tutto è studiato perché non vi sia ressa, nemmeno l’impressione. E nonostante i bambini siano i benvenuti. Merito del direttore Vito Spalluto, la cui visione va oltre i confini della proprietà.

Impressiona lo studio e l’investimento a livello di offerta gastronomica. Tre spazi ben distinti tra loro: l’offerta gourmet, solo la sera presso il Capogiro, quella del mare, pranzo e cena al Cone Club e, infine, la pizza, firmata dal tramonto da Franco Pepe, con Pasquale D’Ambrosio, chef napoletano molto attento e senza grilli per la testa, a seguire tutto l’insieme. Il suo punto di forza è la costante ricerca delle materie prime del territorio, la cooperazione con i gioielli più disparati, la fiducia nei

Pasquale D'Ambrosio, lo chef che coordina l'offerta gastronomica dei 7Pines, assieme a Franco Pepe

Pasquale D'Ambrosio, lo chef che coordina l'offerta gastronomica dei 7Pines, assieme a Franco Pepe

collaboratori e il rimanere concentrato sulle necessità del resort. Non fa il fenomeno, per capirci.

Lo spazio centrale, che la mattina ospita le prime colazioni, si chiama Capogiro per la bellezza del panorama, con un cielo che si incendia al tramonto, uno spettacolo da capogiri assicurati, anche se all’inizio c’era chi temeva qualcuno potesse equivocare pensando ai capogiri che preannunciano uno svenimento. Lì pensi alla sindrome di Stendhal e tutto l’insieme ti fa star bene.

Il tramonto visto dalla terrazza del Capogiro nel resort 7Pines

Il tramonto visto dalla terrazza del Capogiro nel resort 7Pines

Lì lo chef propone tre percorsi, oltre alla carta: Da Nord a Sud, che suona come un viaggio in Italia, quindi La mia isola sartoriale e l’isola è naturalmente la Sardegna, infine sette assaggi a mano libera sotto la dicitura Meravigliarsi. Dettaglio molto importante ma ben poco praticato: l’ultima pagina riporta tutti coloro che sono coinvolti tanto da leggere “Il menù che avete degustato è stato realizzato grazie alla passione di…”. Seguono sette nomi, con Douaa Qarchaoui sous chef e Fabio Capasso chef patissier; poi l’altra parte del lavoro: “e vi è stato

Pasquale D'Ambrosio sembre coccolare i pomodori che porta a maturazione per poi preparare la salsa per una superba pasta ai 12 pomodori

Pasquale D'Ambrosio sembre coccolare i pomodori che porta a maturazione per poi preparare la salsa per una superba pasta ai 12 pomodori

raccontato e servito con amore da…”, sei figure in tutto, compresi Giuliano Mulas sommelier e Daniele Truddaiu restaurant manager.

L’isola come l’ha proposta D’Ambrosio a iniziare dal suo benvenuto con Gambero viola, foglie di radici, pinolo marino, anguria Gavina. Poi Non hai Scampo, vestito con pizzaiola di conchiliacei, pane bruciato alla salvia, colatura di bufala; Il riccio, servito in una scodella a forma di riccio e i suoi aghi: Riccio di mare, animelle di gambero viola, limone stufato, patata

Fumuderra, guancia di scorfano, finocchio di mare, olio al mirto. Per Profondità ecco una Fregula di grano duro, ostrica Sandalia, salicornia, burro alle alghe, brodo di foglie di fico. Maialino in mare perché un maialino sardo di Mario, fornitore top, viene sposato al  tonno, mela Annurca, radici, così come il Rombo Velato è un rombo di macchia con calamaro, gambero locale, tisana al carciofo spinoso e finocchio marino. Chiusura con Che bell’albicocca, frutto arricchito con nocciola e limone.

La pasta ai 12 pomodori, via via scelti tra i tipi San Marzano classico, san Marzano nano, grappolo, riccio, datterino, ciliegino, piennolo del Vesuvio Pizzutello, corbarino, cuore di bue, fiaschetto, regina, pera d’Abruzzo, siccagno e manduria camone. Tutto viene poi legato da Parmigiano Reggiano 24 mesi e 48 mesi, Gran Campidano di 24, olio taggiasco, olio al finocchio marino e al basilico

La pasta ai 12 pomodori, via via scelti tra i tipi San Marzano classico, san Marzano nano, grappolo, riccio, datterino, ciliegino, piennolo del Vesuvio Pizzutello, corbarino, cuore di bue, fiaschetto, regina, pera d’Abruzzo, siccagno e manduria camone. Tutto viene poi legato da Parmigiano Reggiano 24 mesi e 48 mesi, Gran Campidano di 24, olio taggiasco, olio al finocchio marino e al basilico

Non ho riportato in ordine di servizio l’Esperienza e l’esperienza più italiana che vi sia è la Pasta al pomodoro che trascina con sé il più tricolore dei gesti: fare i rotolini di pasta lunga con la forchetta. In pratica Pasquale raccoglie e porta a maturazione 12 e più differenti tipi di pomodoro, che variano: San Marzano classico, san Marzano nano, grappolo, riccio, datterino, ciliegino, piennolo del Vesuvio Pizzutello, corbarino, cuore di bue, fiaschetto, regina, pera d’Abruzzo, siccagno e manduria camone.

Riccio di mare, animelle di gambero viola, limone stufato, patata Fumuderra, guancia di scorfano, finocchio di mare, olio al mirto, chef Pasquale D'Ambrosio

Riccio di mare, animelle di gambero viola, limone stufato, patata Fumuderra, guancia di scorfano, finocchio di mare, olio al mirto, chef Pasquale D'Ambrosio

Tutto legato da Parmigiano Reggiano 24 mesi e 48 mesi, Gran Campidano di 24, olio taggiasco, olio al finocchio marino e al basilico.

E che servizio: arriva il piatto con una cloche e pensi che sia per tenere la pasta al caldo, invece è per uno scherzo. Una volta alzata, ci sarà nella fondina ben poca pasta mista, quello che ti suggerisce la solita battuta al cameriere: è cotta, porti pure la zuppiera. Io sono rimasto così di sale, che non sono riuscito a proferire parola, salvo poi uscire con un “ma tutto

Il Cone Club al 7Pines

Il Cone Club al 7Pines

qui?”. Mia moglie Luisa rideva preoccupata perché sa quanto sia intenso il mio con il cibo, anche troppo. Poi è arrivato un secondo cameriere con una padella riccamente piena e tutto ha preso il suo giusto corso. Delizia totale.

A due capi opposti tra loro, ecco le altre due insegne del 7Pines, lo Spazio di Franco Pepe aperto solo la sera con i suoi classici come la Margherita sbagliata, la Scarpetta e la Ritrovata e altre pizze più pensate per lì come

Spaghettone alle vongole veraci, limone e basilico in carta al Cone Club

Spaghettone alle vongole veraci, limone e basilico in carta al Cone Club

la Spazio Mare con il gambero, la Sensazione di Costiera e la Senti-menti di Gallura. Più distante il Cone Club, nella macchia mediterranea, l’esaltazione del pesce, ma anche della carne, pranzo e cena, sotto vele che vanno a formare una sorta di cupola che non soffoca perché i triangoli di tessuto arancione zono fissati tra loro solo negli angoli, per il testo il vento passa e il sole e l’ombra giocano tra solo. Certo non ci siamo limitati a due primi, ma lo Spaghettone alle vongole veraci, limone e basilico, e le

Linguine aglio, olio, peperoncino e ricci di mare hanno dimostrato di avere una marcia in più rispetto a quello che è lo standard abituale un po’ ovunque in Italia.


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Paolo Marchi

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Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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