28-11-2023
Uno scorcio dello splendido Arts Bar, il nuovo cocktail bar situato all'interno del St. Regis Venice, ex Grand Hotel Britannia, a Venezia. Oggi, la mixology del Director Food&Beverage Facundo Gallegos e la cucina firmata dallo chef pugliese Giuseppe Ricci si muovono e stupiscono sinergicamente in linea con il payoff Shake the Tradition
È una ventata di novità quella che attraversa la Laguna e, in particolar modo, una delle strutture ricettive più blasonate di Venezia: il St. Regis Venice vive da un anno e mezzo una vera e propria evoluzione, oltre che rivoluzione, del suo concetto di ospitalità che va a toccare diversi aspetti. Indubbiamente il comparto food&beverage è quello più interessato, ma non solo. Grazie a una ristrutturazione durata 2 anni, l’hotel ha riaperto agli ospiti nell’ottobre 2019 e ha riportato lo storico Grand Hotel Britannia all’originale splendore.
169 camere e suite, molte con terrazze private o balconi incastonati nei panorami unici della città lacustre, fanno del St. Regis il fiore all’occhiello della catena internazionale Marriott. Come sottolinea la vice presidente Luxury Brand&Communications Marriott International Helen Leighton, «Venezia è una città inimitabile e unica al mondo che ha ispirato reali, artisti, mercanti e personaggi del jet set internazionale per oltre quindici secoli. The St. Regis Venice sa sposare il suo spirito ammaliante con il fascino senza tempo del marchio, reinterpretando la ricca storia di Venezia attraverso una lente moderna».
L’edificio, infatti, vive di due anime che coesistono in perfetta armonia. Da un lato, il fascino di un edificio storico dell’Ottocento ovvero i palazzi Tieopolo, Barozzi e Regina, trasformati prima nel Grand Hotel Britannia. Qui vi hanno soggiornato intellettuali e artisti di rilievo, tra cui Claude Monet nell’autunno del 1908 e a cui si ispirano 4 suite attualmente a disposizione degli ospiti. Dall’altro e non meno importante, è l’anima contemporanea, i cui interni sono stati progettati dallo studio londinese Sagrada nel pieno rispetto del patrimonio artistico e culturale dell’edificio. Un matrimonio con l’arte che attraversa ogni aspetto dell’hotel a partire dalle suite fino ad arrivare agli spazi comuni, dove sono molti gli omaggi all’architetto e artista veneziano Carlo Scarpa. Così come non mancano opere d’arte di prestigio firmate Gregor Hildebrandt, Esther Stoker, Julian Opie e autoritratti fotografici degli austriaci Brueckel e Schmoll.
Storia e avanguardia sono due punti fermi, che scandiscono anche i ritmi e le offerte food&beverage della struttura. L’ingresso in qualità di Director Food&Beverage di Facundo Gallegos e dello chef Giuseppe Ricci, che guida le cucine del ristorante gourmet Gio’s, consente al St. Regis di inserirsi tra le proposte in città in grado di offrire uno spaccato sui trend contemporanei sia in termini di ristorazione, sia di miscelazione.
Gli splendidi interni dell'Arts Bar al St. Regis Venice
Non a caso, all’ultima edizione della Venice Cocktail Week -tenutasi dal 22 al 29 ottobre -, l’Arts Bar diretto da Gallegos è stato tra i protagonisti di un calendario ricco di appuntamenti tra guest e degustazioni.
Facundo Gallegos, Director Food&Beverage - photo credits @Michele Tamasco
Se Il Giardino Ginori e il suo bar offrono una mixology più classica con lo Spritz Trolley e un twist sul Bloody Mary dal titolo Santa Maria, l’Arts Bar, il nuovo cocktail bar, è il luogo della sperimentazione, uno spazio raccolto dove raccontare attraverso un percorso sensoriale il meglio della miscelazione moderna e in cui Facundo può esprimere quanto appreso nella sua esperienza a Londra e, in particolare, al The Dorchester e The Connaught. Quest’ultimo, guidato dagli ottimi Agostino Perrone e Giorgio Bargiani, ha sicuramente lasciato un’impronta evidente nello stile e nell’eleganza del Bar manager argentino. L’attuale drinklist, ispirata all’arte d’avanguardia, si caratterizza per la cura nella selezione delle materie prime sia locali, sia internazionali, a cui si abbina uno studio attento del bicchiere. Ancor di più, Gallegos e il suo staff si premurano di progettare e ideare i bicchieri per ogni signature cocktail presente in menu, affidandone la realizzazione a un artigiano veneziano.
La preziosa collezione di bicchieri per i signature cocktail di Arts Bar
Banski, Dalì, Scarpa… diventano l’ispirazione di preparazioni in cui l’effetto scenico ben si coniuga in un contenuto di sostanza, dove spicca una predilezione per le note amaricanti e per quegli ingredienti che possano celebrare anche la Laguna.
Il drink Canal Art è ispirato a Bansky e realizzato con Vida Mezcal, Fino Sherry, Briottet Orange Curacao, cordiale della casa di carciofo, bitter al pompelmo, succo di lime
Ad esempio, Oriental Shapes è ispirato a Carlo Scarpa e alla sua opera Tom Brion, i cui cerchi sono riprodotti nella base del bicchiere nel quale viene servito il drink. Gli stessi ingredienti utilizzati vogliono raccontare la passione dell’artista per il Giappone e, quindi, vedono l’utilizzo del whisky Nikka Coffey Malt, ma anche dell’Amaro Cipriani - prodotto a Venezia -, uno sciroppo dalle note orientali e 2 gocce di Peychaud’s Bitters.
Il cocktail AW Vision
Un altro drink iconico è AW Vision il cui bicchiere richiama gli elementi decorativi del prezioso White Chandelier di Ai Weiwei presente nel Grand Salon dell’hotel, e che vede protagonista il distillato di sorgo cinese Baijiu abbinato a un olio ai semi di zucca, il Select veneziano e uno shrub della casa a base di ananas arrosto e pepe nero.
L’unione di ingredienti locali e internazionali è un elemento in comune anche con la cucina firmata da Giuseppe Ricci al Gio’s, nel rispetto di una comune visione diventata una sorta di motto, ovvero Shake the Tradition.
Lo chef Giuseppe Ricci
Le radici pugliesi e un percorso professionale tra Parigi, alla corte di Alain Ducasse e Canneto sull’Oglio da Nadia Santini, Ricci ha voluto rinnovare l’offerta gastronomica cercando non di accontentare, bensì di conquistare i palati internazionali e veneziani con prodotti del territorio di altissima qualità. Un obiettivo che lo chef pugliese e la sua brigata cercano di raggiungere ogni giorno, affidandosi a un paniere selezionatissimo di fornitori, costruito dal costante studio della materia prima e basato sul passaparola.
Il progetto del Gio’s è, quindi, di ritornare all’essenza delle materie prime e su di esse costruire dei piatti in grado di valorizzarne le proprietà organolettiche, senza stravolgerli e senza nascondere la bellezza dei sapori semplici. Aziende agricole, pescatori della laguna, allevatori veneti… ciò che Ricci sta costruendo da un anno e mezzo a questa parte, è un patrimonio culturale e gastronomico tale da rendere l’Italia un paese straordinario, che vale la pena di essere raccontato piatto dopo piatto.
Fiorentina di agnello laccata con limone fermentato e servita con misticanze coltivate
Tra gli esempi più riusciti di questo lavoro sul territorio vi sono il Branzino di laguna “aglio, olio e peperoncino, spinaci saltati e purée di sedano, che arriva quotidianamente fresco dai pescatori e lavorato secondo disponibilità. Così come la Fiorentina di agnello, selezionata da un allevatore a pochi km da Alpago, laccata con limone fermentato e servita con misticanze coltivate da un’azienda agricola dei dintorni di Rimini.
Il St. Regis Venice è sicuramente uno degli esempi più felici di come la condivisione di una visione e di un progetto, possano dare nuova linfa e spunti interessanti per arricchire l’offerta gastronomica di una città.
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