10-05-2013

Good Job

A Pozzuolo del Friuli per conoscere la storia di Alessandro, un vignaiolo folle (in senso buono)

I vigneti dell'azienda Villa Job di Pozzuolo del

I vigneti dell'azienda Villa Job di Pozzuolo del Friuli (Ud), +39.0432.562555. Toscano, pendolare tra Milano e la regione del nord-est, Alessandro Job (pronuncia "Iob") ha fondato la cantina 5 anni fa e quasi subito le ha impresso una direzione biologica

Sarà il cognome uguale a quello del celebre Steve di Cupertino anche se senza "s". Sarà la predilezione per Dalì e Baudelaire. Sta di fatto che uno che ha rifiutato un contratto a tempo determinato per uno a giornate e che, a meno di trent'anni, ha detto a suo padre che si sarebbe occupato lui della cantina del nonno defunto, qualcosa di folle ce lo deve avere per forza. Stay thirsty, stay foolish.

Alessandro Job - si pronuncia "iob" - conduce una vita divisa fra Milano e il Friuli. Ingegnere Gestionale trentenne, lavora per una nota azienda di telecomunicazioni nella gestione del controllo del budget e dell'avanzamento progetti. Per tre giorni a settimana. Gli altri due più tutto il tempo che gli resta lo spende per la sua cantina Villa Job, situata nell'estrema doc del Grave del Fruili, a Pozzuolo. Alessandro è nato in Toscana, padre imprenditore nel campo del commercio del marmo. Per niente figlio di papà e la conferma sono le parole del suo vecchio appena prima che il ragazzo si laureasse. "Ora finisci l'università ma non voglio che vieni da me a lavorare, prima impari ad andare con le tue gambe".

Il Friulano biologico

Il Friulano biologico

Detto, fatto. Alessandro sta imparando ad andare con le sue gambe grazie soprattutto alla passione che ha sempre avuto per il vino, il buon cibo e la convivialità. Trascorrere con lui un po' di tempo ha significato scoprire un animo particolarmente curioso. Di provare vino in continuazione e di conoscere storie anche diverse dalla propria. Sintomo di un'apertura ancora troppo poco diffusa tra chi fa vino e rischia sempre di cadere nell'autoincensamento e nella denigrazione dei vicini di vigna.

La nuova Villa Job nasce 5 anni fa. Dopo 3 anni inizia la vinificazione secondo il metodo biologico, anche se questo particolare trattamento della uve risaliva a molti anni prima, quando il nonno di Udine, dopo essersi spostato in Toscana per motivi di lavoro, aveva creato una società, la seconda in Italia, per vendere a terzi uve certificate biologiche. Chi fa il vino Villa Job è un local di 37 anni con cui Alessandro ha condiviso fin da subito la sua idea di vinificare qualcosa che parlasse da solo, senza troppe ingerenze chimiche ed eccessivamente umane. Solo rame e zolfo in vigna e una selezione maniacale delle singola barbatella e del singolo grappolo. Perché lì ci deve essere già tutto.

L'ultimo nato, il Serious, rosso da uve Merlot, Refosco, Cabernet e Schiopettino è l'emblema della "pazzia" che aleggia a Villa Job. Meno di 5mg/l di solforosa, quella che il vino produce da sé. Quando chiediamo ad Alessandro cosa sia per lui il rispetto della terra e della vite, senza indugio decanta un verso di uno dei suoi maestri di vita; il poeta delle corrispondenze che ci ricorda quanto il vino sappia parlare e quanto l'uomo debba saperlo ascoltare. "Un vino che è un omelia. Il vino è ciò che ti ridà sollievo".

Il Pinot 2010

Il Pinot 2010

Cura estrema, fatica e soddisfazione. Niente governi tecnici del vino, ma solo grande osservazione della terra. I risultati di questo metodo molto determinato dall'oggetto e non dal soggetto si annusano e si gustano nelle poco più di 10mila bottiglie divise tra Pinot grigio, Sauvignon, Risic blanc e Risic Neri (metodo solera), Friulano, Merlot e Refosco. Tutti vini apprezzati da chi non ama gli standard ma preferisce gli imprevisti.

Villa Job
Pozzuolo del Friuli (Ud)
+39.0432.562555
info@villajob.com


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Martino Lapini

Milanese incastrato dalla Romagna. Copywriter. Vorrebbe invecchiare in una botte di rovere. Twitter @martinolapini

Consulta tutti gli articoli dell'autore