06-02-2024

Grandi Langhe: l'identità e il valore della comunità

Per ogni vino, c'è una persona ed è questo il vero valore della produzione di Langhe e Roero, ribadito in occasione dell'evento torinese promosso dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani

Si è conclusa qualche giorno fa l’ottava edizione di Grandi Langhe, due giorni di presentazioni e anteprime dei vini di Langhe e Roero, nella suggestiva cornice delle Officine Grandi Riparazioni di Torino.

Una manifestazione che conferma il suo grande successo, ampliandosi e arricchendosi ogni anno di produttori e di contenuti.

Changes, il momento congressuale e di dibattito della manifestazione, organizzato dal Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, quest’anno porta il titolo Langhe (not) for sale, l’identità e il valore della comunità, ed è stato scelto per esplorare le tematiche degli investimenti esterni sul territorio, analizzato anche e soprattutto dal punto di vista dei produttori stessi. Lo studio dell’Università Cattolica di Milano e Brescia - che ha aperto il dibattito - ha sottolineato, infatti, tra gli altri temi, la sensibilità delle giovani generazioni nel valutare gli investimenti esterni non solo nell’ottica della singola azienda, ma per l’impatto sul patrimonio identitario del territorio, sulla comunità.

Un sentimento reiterato dal Presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, Matteo Ascheri, che ha scelto la parola chiave “irregolarità” per raccontare il suo punto di vista sul territorio: «È importante rivendicare il valore dell’irregolarità. Dietro ogni vino c’è una faccia, una persona, e non è questione di essere migliori, ma semplicemente di arricchire i nostri vini con le personalità uniche dei produttori che li portano in vita. È questo uno degli aspetti che rende unico il nostro territorio».

 

E sono tantissime - oltre 300 - le facce dei produttori che hanno presentato i loro vini alla manifestazione, con una ricca rappresentanza di tutte le realtà che compongono il territorio: dalle grandi aziende alle più piccole, da quelle storiche a realtà giovanissime, con tanta voglia di farsi conoscere e mettersi alla prova. E così la manifestazione si rivela non solo un’occasione di promozione, ma anche un ricco e piacevole momento di confronto, dialogo e condivisione interna, ricreando subito quell’atmosfera di comunità a cui si accennava nel Congresso.

Tra i vini più ricercati per gli assaggi in anteprima, la nuova annata di Barolo 2020, per tanti produttori ancora lontana dalla messa in commercio e presentata apposta per l’occasione. Nella varietà identitaria di questi vini, il fil-rouge che contraddistingue l’annata è quello di una grande generosità di profumi, sin da giovani, e di piacevolezza al sorso, caratteristiche che avevamo già potuto apprezzare nei Barbaresco e Roero del 2020. Siamo lontani dal 2019, che è ancora in una fase evolutiva, e da un 2021 che si prospetta altrettanto strutturato. Il 2020, invece, è aperto, espressivo, approcciabile e delicato e sarà un’occasione per tutti gli appassionati di gustare un Barolo senza dover attendere l’evoluzione in bottiglia.

Ma sono tanti i vini che hanno saputo spiccare alla manifestazione, tra cui i Dolcetto e la loro espressione nella denominazione Dogliani grazie a quei produttori che hanno deciso di concentrare su questo vitigno la loro dedizione.

E ancora, i vini bianchi del Roero e delle Langhe che, accanto al più famoso Arneis, proseguono la loro ricerca di una personalità, a conferma di un territorio che non smette mai di inseguire l’eccellenza, in tutte le sue espressioni.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Giulia Corino

nata nelle Langhe con animo cosmopolita. Ama viaggiare e scoprire il mondo del vino e vini del mondo, sua grande passione. Laureata in Lettere e Management dell’Arte. Studia a Londra per il diploma Wset

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