04-01-2024

La rinascita di Ridolfi a Montalcino: «Abbiamo ricostruito tutto»

La cantina, nata negli anni Ottanta, era stata quasi in abbandono: «Dal 2014 a oggi abbiamo risanato i terreni e migliorato i vigneti». E i risultati sono arrivati

Uno splendido panorama della tenuta Ridolfi a Mont

Uno splendido panorama della tenuta Ridolfi a Montalcino

Dall’abbandono all’eccellenza in una decina d’anni.

Quella di Ridolfi a Montalcino è sicuramente una storia da raccontare, ma soprattutto è il successo imprenditoriale di chi ha saputo investire con intelligenza, puntando prima di tutto sulla terra, sulla vigna, senza inventarsi nulla di particolare in cantina.

Gianni Maccari in cantina

Gianni Maccari in cantina

La storia di Ridolfi, o meglio, la rinascita di questa azienda, parte nel 2011, quando viene acquistata dall’imprenditore Giuseppe Valter Peretti. «La Ridolfi era nata nel 1980, da nobili toscani, ma nel 2011 era praticamente tutto abbandonato – spiega l’enologo Gianni Maccari, attuale responsabile dell’azienda – E si è messo le mani nei capelli. Nel 2012 ci conosciamo casualmente a una cena tra amici. Dopo due anni, nel 2014, abbiamo preso una strada comune. E abbiamo ricostruito tutto».

Gianni Maccari non è certo un volto nuovo a Montalcino, tutt’altro. Infatti per molti anni è stato uno degli artefici del successo di Poggio di Sotto, una delle aziende più rinomate del panorama del Brunello. E a Ridolfi, in una zona piuttosto differente per terroir rispetto a quella di Poggio di Sotto, ha voluto portare la sua filosofia e la sua esperienza.

«Abbiamo dovuto risanare tutti i terreni»

«Abbiamo dovuto risanare tutti i terreni»

«Partiamo soprattutto dall’idea di avere vigneti sani, come ci aveva insegnato Giulio Gambelli – racconta Maccari – per poi fare i vini più naturali possibili. Qui nel 2014 si utilizzavano pesticidi e diserbanti, dovevamo risanare i terreni, utilizzando solfati di calcio per farli ripulire».

Ma non era l’unico problema da risolvere: «Erano stati utilizzati per i vigneti soprattutto cloni produttivi e non qualitativi – sottolinea Maccari – Abbiamo rifatto anche i vigneti, selezionando i migliori cloni possibili. Credo di aver fatto una delle migliori vigne di Montalcino».

La cantina di affinamento

La cantina di affinamento

Attualmente Ridolfi può contare di 21 ettari produttivi, con l’obiettivo di salire a 25 ettari, tutti a conduzione biologica. «Non facciamo più nemmeno la concimazione con il letame». Sul vitigno, non ci può essere dubbio: solo Sangiovese. E null’altro. Con rese per ettaro basse, che al massimo possono raggiungere i 40 quintali per ettaro, e una produzione di 80mila bottiglie di Brunello di Montalcino, 20mila di Rosso di Montalcino e di 5mila di Brunello di Montalcino Riserva Mercatale.

Se l’andamento climatico è fondamentale, anche in cantina non esistono “paletti”: «Vogliamo seguire l’andamento naturale del vino, senza forzature» ribadisce Maccari. E dopo la vinificazione, inizia la magia delle botti. Perché il vino prodotto viaggia su strade parallele, per poi arrivare al risultato finale: Maccari segue botte per botte, per capire quale vino sia più pronto e quale abbia bisogno di più riposo. Così nascono il Brunello di Montalcino, la Riserva e il Rosso: tutti con la stessa dignità, ma con strade che inizialmente sono parallele ma successivamente, nel corso degli anni, si dividono.

Così il Brunello di Montalcino 2019, che può essere messo in vendita da pochissimi giorni, si rivela uno dei migliori campioni assaggiati durante il Benvenuto Brunello di questa annata dal grande potenziale, soprattutto per quanto riguarda struttura e longevità: quello di Ridolfi è un vino di grande eleganza e finezza, ma con un corpo pieno e un tannino ben presente e fine. La Riserva Mercatale ha un ottimo equilibrio, con note fresche e leggermente balsamiche al naso, e un sorso di buona verticalità. Il Rosso 2021 è fresco e fragrante, fruttato e piacevole fin da subito. La rinascita ormai completata di Ridolfi è sicuramente una bellissima notizia per Montalcino, e lo si “legge” nel bicchiere.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

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Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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