15-12-2023
Torre a Cona è un'affascinante tenuta sui Colli Fiorentini, con cantina, ospitalità e ristorazione di alto livello
Quella di Torre a Cona è sicuramente una storia particolare, ricca di aneddoti, che si intreccia con quella del grande vermouth italiano per poi tornare alle campagne toscane.
Ci troviamo a Rignano sull’Arno, a Sud Est di Firenze, dove mille anni fa – lo attestano i primi documenti del 1066 – era sorto un castello, poi riconvertito in villa a metà del Settecento.
Più recente è invece la storia della famiglia Rossi di Montelera, attuale proprietaria della tenuta, che ha acquistato Torre a Cona nel 1935, avviando contestualmente il restauro dei giardini.
I vigneti della tenuta
«Mio nonno – racconta Niccolò Rossi di Montelera – faceva soprattutto lavoro su Martini. Poi negli anni Ottanta la famiglia ha voluto puntare maggiormente sul vino. Dal 2000, inoltre, ha iniziato a collaborare con noi l’enologo Beppe Caviola: la nostra è stata una delle prime aziende toscane, se non la prima in assoluto, con il quale ha iniziato a lavorare».
Torre a Cona conta su un totale di 250 ettari di proprietà, dei quali 20 a vigneto, il resto a uliveto, parco e bosco. L’agronomo è Federico Curtaz. «Abbiamo Sangiovese in prevalenza, ma anche Colorino e Merlot, più Trebbiano e Malvasia per il vin santo»
Una suggestiva immagine della cantina di affinamento
Poi ci sono le due espressioni del Sangiovese in purezza, entrambe Chianti Colli Fiorentini riserva: Badia a Corte e Terre di Cino. «I nostri terreni sono prevalentemente di alberese – ribadisce Niccolò Rossi di Montelera – con Badia a Corte più argilloso e Terre di Cino più sabbioso». Vigneti che distano, in linea d’aria, poche centinaia di metri, ma che poi danno risultati decisamente diversi.
Badia a Corte è una splendida espressione di Chianti Colli Fiorentini Riserva
Dal Vermouth al vino, si diceva. E ritorno. Perché Torre a Cona è infatti tornata a rifare quello storico Vermouth, con la ricetta di Luigi Rossi, rivista solo sulla base delle botaniche utilizzabili, partendo da una base di qualità, cioè il vino della stessa azienda. Il risultato è davvero ottimo: un prodotto perfetto per iniziare una cena con solo qualche cubetto di ghiaccio aggiunto e una fetta di arancia.
Cristian Santandrea, Maria Probst e Niccolò Rossi di Montelera all'esterno dell'Osteria
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di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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