08-09-2023
Andrea Moser, 41 anni, ha presentato il suo AMProject:il primo vino si chiamerà Flow (foto di Giandomenico Frassi)
Non poteva certo rimanere a lungo con le mani in mano. Anzi, lui non si è mai fermato, a dire il vero.
Andrea Moser, che dal 2014 aveva avviato una “rivoluzione silenziosa” alla Cantina di Caldaro (ne avevamo parlato qui), dopo aver lasciato un po’ a sorpresa la cantina cooperativa la scorsa primavera alla vigilia del Vinitaly, ora guarda al futuro lanciando l’AMProject, un’idea per certi versi innovativa, per uscire dagli schemi e dalle convenzioni. D’altronde Moser, che può vantare un’importante collaborazione con Franz Haas e che è stato annoverato da Fortune nella lista dei 40 under 40 che stanno segnando la rinascita del vino in Italia, ha continuato a fare ricerca, a studiare, a informarsi, in una ricerca quasi maniacale della massima qualità possibile, senza mai porsi limiti.
I fratelli Luca e Andrea Moser sullo skywalk di Mezzocorona (foto di Giandomenico Frassi)
Andrea Moser, che cosa significa esattamente Temporary Wine? Non si tratta di realizzare una limited edition di un particolare vino, nell’annata particolare, ma è proprio un concetto diverso. L’idea nasce da XXX, il progetto sviluppato con Cantina di Caldaro, e ora lo sviluppo in una mia produzione, una sorta di sperimentazione su un primo terreno che lavoriamo da 4-5 anni. Realizziamo un vino, ma non è detto che sarà sempre fatto così. Ma poi si cambieranno la regione, il vitigno, e anche la vinificazione: e i vini saranno unici, quasi sempre irripetibili, e sarà possibile acquistarli solo in pre-ordine. Verranno spediti solo nei mesi freddi per preservarne al meglio le caratteristiche. Alcuni dei vini saranno ogni anno un’evoluzione dell’annata precedente.
Facciamo un passo indietro, a 5 anni fa, allora… Prima di tutto dove si trova questo terreno? Siamo ad Anghiari, in Toscana, per la precisione nell’aretino, lontano anche dalle denominazioni. Qui non c’è una Doc. Così nasce Beba, diversi anni fa. Paola De Blasi mi aveva chiamato per una consulenza nel Chianti Rufina, in un'azienda per la quale lavorava. Poi mi aveva parlato di questa vigna di sua nonna, alla quale ci stavano lavorando, recuperando le vigne dal bosco. Mi sono incuriosito e allora abbiamo deciso di lavorarla a parte, per realizzare un vino, Beba, appunto. Abbiamo vinificato le uve, senza una struttura fissa. Lo abbiamo realizzato da Giulio De Vescovi, abbiamo inviato le uve al Nord con un camion refrigerato. Infine abbiamo realizzato un’etichetta d’artista, per raccontare il luogo che rinasce.
La vigna di Anghiari dove Andrea Moser con Paola De Blasi ha fatto nascere Beba, il precursore del nuovo progetto
Cos’è allora Flow? Il terreno è sempre quello di Anghiari. Flow è realizzato con diverse viti di uva bianca, da vigne di 70 anni, per la maggior parte di Trebbiano. Sarà disponibile en primeur a ottobre, ne sono state realizzate solo 726 bottiglie.
Una produzione molto piccola, quindi. Vogliono essere delle espressioni del territorio. Questo è quello che ha dato la vigna. Non è un progetto commerciale, ma vuole essere l’espressione delle mie idee. Voglio che questo progetto viva di luce propria, di investimenti ce ne sono tanti.
Il recupero della vigna di Anghiari, immersa nel bosco
Annata 2022… Questo significa che l’AMProject nasce prima della sua separazione da Cantina di Caldaro? Diciamo che nella mia testa c’era già, non era stato ufficializzato.
A proposito di Cantina di Caldaro. Ha rimpianti? Quando lasci una cosa alla quale hai tenuto molto, c’è sempre dispiacere. Rimpianti? Non su quello che è stato fatto, ma su quello che volevo fare, i progetti futuri. Un esempio è proprio il progetto XXX. E poi c’era la trasformazione della linea Puntay di Erste+Neue in biologico completo, anche a livello strutturale c’erano alcuni lavori da fare…
Andrea Moser ha diverse consulenze con aziende del vino
E il prossimo Flow, annata 2023, come sarà? Abbiamo grande qualità, ma pochissima quantità. Ora c’è da investire sul terreno. E sulla modalità di produzione vedremo… Magari cambieremo ancora.
D’altronde non ci sono paletti. E dopo il Flow? Quali saranno i prossimi Temporary Wine? Ci saranno un Pinot Nero e un Pinot Bianco che arrivano da Mazzon di Caldaro. Un territorio che conosco bene, ovviamente.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.