25-08-2023
Viaggio alla scoperta del Blanc di Mazzolino negli anni: uno Chardonnay dalla filosofia francese ma dal cuore italiano
«Dove c’è Pinot Nero, c’è anche Chardonnay». Ne era convinto, Enrico Braggiotti, l’imprenditore che ha dato vita a Mazzolino in Oltrepò, andando anche contro a quegli stereotipi legati al vino delle colline pavesi, con bottiglie da bere fresche e giovani.
Ma lui aveva ben altre idee e la storia, ora, gliene dà atto: la sua visione era giusta, e il suo vino, il Blanc, lo ha dimostrato con i fatti.
Francesca Seralvo con lo staff di Tenuta Mazzolino
Braggiotti dal 1999 si è affidato a Kyriakos Kynigopoulos, uno dei maestri della Borgogna, che in quegli anni era stato definito da Le Figaro come uno degli enologi emergenti più bravi. Ma già prima, anche grazie ai consigli di Giacomo Bologna e Luigi Veronelli, aveva puntato a far diventare la tenuta Mazzolino in una sorta di angolo di Borgogna.
La vendemmia a Mazzolino
Il cambiamento è arrivato nel 1999, come detto, quando l’arrivo di Kyriakos Kynigopoulos ha dato una svolta netta, portando un bagaglio di conoscenze per migliorare quando di buono era già stato fatto. Al suo arrivo in azienda, Francesca Seralvo ha aggiunto allo staff l’enologo Stefano Malchiodi per cercare di migliorare ancora.
La degustazione: Armando Castagno, al centro, tra Stefano Malchiodi e Francesca Seralvo
E uno sguardo al territorio: «Qui siamo in un posto Benedetto da Dio; cosa manca a questo territorio? Forse una direzione comune da prendere da parte delle persone e della comunicazione. Ma ci sono visioni ancora troppo diverse».
Un bel panorama dell'Oltrepò Pavese dalla terrazza della Tenuta Mazzolino
Insomma, un vino italiano ma con lo stile francese. «Stile di Borgogna – sottolinea ancora Castagno – ma con terreni più simili a quello della Champagne. In entrambi questi posti lo Chardonnay risulta molto elegante. Ma è un vino anche molto italiano, che rispecchia questi luoghi». Fin dall’inizio sono state tre vigne, Rivetta, Franzini e Fontana, a creare il Blanc, per 1,7 ettari, ma poi si è aggiunta la vigna Pozza, piantata nel 2004, che porta il vigneto per questo vino a 2,2 ettari complessivi.
Francesca Seralvo e Stefano Malchiodi durante una vendemmia
La 2020 è più austera, con pietra focaia, floreale e poi frutta. Annata da attendere. La 2019 è vivace e viva, un vino intenso e ampio, speziato, con note di zenzero. In bocca è ancora alla ricerca del suo equilibrio, che si otterrà con il tempo.
Il Blanc 2018 punta su note aromatiche di erbe, the bianco, timo, poi una nota leggermente agrumata. Al sorso ha una lunghezza enorme, profondo e affascinante. In contrasto, per certi versi, con il calore dell’annata 2017, che ha donato un vino più potente, ma che nonostante tutto è riuscito a mantenere una buona bevibilità.
Stefano Malchiodi e Francesca Seralvo con i vini della verticale. Sullo sfondo il ritratto di Enrico Braggiotti
Dal sole al buio: la 2014 è stata una stagione piovosissima, umida e, appunto, buia: da qui la necessità di arrivare a una selezione drastica. Questo Blanc si discosta un po’ dagli altri, mantenendo sempre la finezza, e in bocca si distingue per una piacevolissima acidità e una grande bevibilità.
Andando avanti con gli anni, la 2009 è stata calda e di struttura. In questo assaggio si sentono di più le note di terziario, escono leggermente miele e nocciola. Vino dalla grande integrità, pieno ed equilibrato. Il Blanc 2003 è figlio anch’esso di un’annata calda, dove l’aromaticità è già più evoluta, con miele e frutta secca.
Il Blanc 1998 ha concluso la degustazione
L’assaggio della 1998 è da vivere come un vero salto nel tempo, ma soprattutto fa immergere nel pensiero di Enrico Braggiotti, che già allora pensava di poter fare un grande bianco da invecchiamento in una zona che, tuttora, è spesso vittima di pregiudizi negativi. Ma il Blanc è una dimostrazione di come Braggiotti, alla fine, avesse capito il vero potenziale di questa “piccola Borgogna”.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
I produttori presenti a Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze
Francesca Seralvo nella cantina di affinamento di Tenuta Mazzolino
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.