28-10-2024

Oltrepò Pavese, il Pinot Nero e il tempo della rinascita

Aria nuova e voglia di rivolgersi alle nuove generazioni. La presidente Seralvo: «Iniziato un percorso di cambiamento»

I produttori presenti a Oltrepò – Terra di Pin

I produttori presenti a Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze

Un’aria nuova, un desiderio di rivelarsi sempre più elegante, la determinazione a parlare alle generazioni di oggi. All’Antica Tenuta Pegazzera di Casteggio si è conclusa nel segno del successo la quarta edizione di Oltrepò – Terra di Pinot Nero, un territorio, un vitigno, due eccellenze, organizzato dal Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese.  Protagoniste appunto le due anime: Oltrepò Pavese Metodo Classico Docg e Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc.

In quest’atmosfera di rinnovamento si sono presentati anche i nuovi vertici durante l’evento, patrocinato dalla Regione Lombardia e dal Comune di Casteggio: il direttore Riccardo Binda e la presidente Francesca Seralvo.

Da sinistra, Valentina Vercelli, Alessandro Beduschi, Francesca Seralvo, Riccardo Binda e Filippo Bartolotta

Da sinistra, Valentina VercelliAlessandro Beduschi, Francesca Seralvo, Riccardo Binda e Filippo Bartolotta

Descrive bene questo clima che si respirava un’espressione usata da Filippo Bartolotta – che ha tenuto le masterclass assieme a Valentina Vercelli -, ovvero: «Io ho un onesto gasamento per questo territorio, bellissimo e incredibile, una virgola in eccesso (un grappolo d’uva o un cuneo rovesciato, come spesso viene dipinto, ndr) nella Lombardia». Il riferimento è alla sua posizione, che unisce, non divide: tiene stretta questa regione a Emilia Romagna, Piemonte e Liguria. Una superficie di oltre mille chilometri quadrati, con 146mila abitanti.

Lo sussurrano pure le condizioni climatiche. Da Est l’Oltrepò Pavese riceve i venti che scendono sulla pianura padana, da Sud quelli freschi degli Appennini (nonché la loro acqua) e infine da Ovest le carezze delle brezze marine, con un’accentuata piovosità.

Francesca Seralvo ha salutato l’apertura della manifestazione «come il giorno del rinnovamento, della rinascita… l’evento che abbiamo creato per dare finalmente visibilità alla qualità del Pinot Nero in Oltrepò Pavese è anche il punto di inizio per il superamento di un nome, di una varietà, e per iniziare a dare valore a vini, uve, vigne. Un percorso e un cambiamento che non riguardano solo la qualità, già presente, ma la consapevolezza delle potenzialità inespresse».

Il pubblico della conferenza

Il pubblico della conferenza

Questa è la scommessa, o meglio l’investimento, sempre più solido: una simbiosi tra vitigno e territorio. È già una realtà, ma va sempre più incarnata e interpretata perché diventi strategia di promozione di questa terra. Per il direttore Riccardo Binda è un ritorno a casa, poiché è nativo di Voghera. Aver guardato e lavorato altrove – e che altrove, in Toscana, Bolgheri - significa aver maturato una distanza che fa guardare con occhi più obiettivi, non meno appassionati, al luogo che lo accoglie di nuovo. In particolare, si adopererà a fianco dei produttori per valorizzare le eccellenze e far sì che la provincia sia ancora al top ne settore agricolo.

«Questo è il kairòs, il momento opportuno in cui l’Oltrepò davvero può trovare la sua svolta – ha assicurato -  Lo è perché i tre presupposti su cui il nuovo lavoro del Consorzio si basa — filiera, qualità e trasparenza — hanno proprio ora trovato maniera di sbocciare». La prima che rimarca un segno di identità, quale la realtà cooperativa. Le aziende, ma anche i piccoli, i vignaioli e in generale gli agricoltori. Il lavoro deve procedere all’unisono, con una sola stella polare: la qualità.

Guardandosi dentro, emerge quella terza caratteristica indispensabile, la trasparenza: «Ci deve consentire di scrollarci di dosso le ombre e la “sporcizia” di un passato che non ha fatto onore a questo territorio. Anche su questo noi non avremo nessun margine di cedimento, non faremo alcun passo indietro. Faremo di tutto per andare in questo senso e mi fa anche piacere dire che — spero si concretizzi il prima possibile — ci stiamo confrontando già adesso in maniera molto serena con la Repressione Frodi, che noi vogliamo sul territorio. Speriamo di averli qui, perché il loro è un apporto fondamentale per noi: il loro, quello di Valoritalia, delle istituzioni e degli organismi di controllo che devono essere garanti del lavoro di qualità di tutti i produttori, che non deve più essere rovinato dal mal operato di pochissimi».

In tutto ciò, c’è l’attenzione delle istituzioni a questa stagione decisiva dell’Oltrepò e lo testimonia anche l’intervento in conferenza stampa dell’assessore all'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi: «Il mio impegno è quello di condividere una sfida: la necessità e la voglia di far ritrovare all’Oltrepò Pavese la grandeur di un tempo, perché è assolutamente meritata e persone meravigliose come questi produttori meritano davvero di poter incontrare il gradimento di un mercato che guarda a loro con interesse. Abbiamo un’occasione, quella olimpica, per raccontare questa evoluzione e per dire che il territorio è maturo per questa sfida appassionante».

Filippo Bartolotta e Valentina Vercelli hanno condotto le masterclass

Filippo Bartolotta e Valentina Vercelli hanno condotto le masterclass

La vetrina di questa sfida, l’evento a Casteggio, si conferma importante anche per i numeri: superano quota 130 gli operatori presenti che accanto alla stampa hanno esplorato i banchi d’assaggio e sono state degustate 121 etichette.

Le masterclass hanno poi permesso di approfondire le due anime, insieme a Valentina Vercelli e Filippo Bartolotta. Per le bollicine, si è puntato molto su alta qualità ed eleganza che giocano anche la carta vincente del rapporto qualità-prezzo.

Appassionante la degustazione alla cieca del rosso tra dieci etichette (in cui è stato anche infilato un intruso, un Pinot Nero del 2021 de La Pousse d’Or, Pommard 1er Cru Les Jarollieres), perché mostra un cammino, così identitario e allo stesso tempo capace di portare l’impronta dei singoli.  Si è partiti da “Neos” – Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese Doc di Montelio per arrivare a un’annata 2024 di Giorgio Odero, Frecciarossa.

La degustazione dei Pinot Nero Metodo Classico

La degustazione dei Pinot Nero Metodo Classico

Il tutto accompagnati dal doppio sguardo sull’architettura, figlia della storia, e sulla biodiversità dei boschi, come ha ricordato Filippo Bartolotta. Con un’ulteriore promessa sul futuro, rammentata da Valentina Vercelli: è un vino che viene da lontano, ma che a tavola è modernissimo e parla – in particolare potenzialmente ai giovani – da perfetto ambasciatore del suo territorio.

Le cantine partecipanti sono state: Alessio Brandolini, Bertè & Cordini, Bosco Longhino, Bruno Verdi, Cà del Gè, Calatroni, Castello di Cigognola, Cavallotti, Conte Vistarino, Cordero San Giorgio, Ersaf Riccagioia, Fiamberti, Finigeto, Frecciarossa, Giorgi, La Genisia - Torrevilla, La Piotta, La Travaglina, Le Fiole, Le Fracce, Manuelina, Montelio, Monsupello, Oltrenero, Azienda Agricola Pietro Torti, Prime Alture, Quaquarini Francesco, Tenuta Mazzolino, Terre Bentivoglio, Terre d’Oltrepò - La Versa, Torre degli Alberi, Travaglino.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Marilena Lualdi

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Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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