27-04-2023

Nuova vita per Castello di Cigognola: la rivoluzione arriva dalla Francia

L'azienda di proprietà della famiglia Moratti punta in alto, con la consulenza di Nicolas Secondé. «Valorizziamo le nostre vigne dell'Oltrepò Pavese»

L'enologo Nicolas Secondé insieme al responsa

L'enologo Nicolas Secondé insieme al responsabile commerciale Alberto Zucchi Frua presentano la "nuova vita" di Castello di Cigognola

Un netto e deciso cambio di passo, un salto in avanti per dimostrare – se mai ce ne fosse bisogno – che gli spumanti dell’Oltrepò Pavese, o meglio il Pinot Noir di queste colline, non hanno nulla da invidiare ad analoghi prodotti in commercio.

Castello di Cigognola, di proprietà di Gabriele Moratti, ha deciso di fare un importante passo avanti nel 2019 chiamando, come consulente Nicolas Secondé dalla Champagne, Chef de Cave del Domaine Secondé ad Ambonnay, patria del Pinot Noir.

Il progetto di Castello di Cigognola è sicuramente ambizioso, ma non ha alcuna intenzione di “scopiazzare” i francesi: «Ci troviamo su una delle prime colline dell’Oltrepò Pavese, appena sopra Broni – racconta Alberto Zucchi Frua, responsabile commerciale dell’azienda vitivinicola – Il nostro è un progetto sempre nuovo, che ha come oggetto l’uva. Per questo ci siamo affiancati a grandi consulenti, dei maestri, per crescere».

Secondé racconta la sua filosofia

Secondé racconta la sua filosofia

Oltre a Secondé, l’azienda si affida a Giovanni Bigot per la parte agronomica. «Quando parliamo di bollicine – ha raccontato Nicolas Secondé – bisogna parlare dell’uva, come nello Champagne. Ma qui siamo a 500 chilometri di distanza, ci sono tante differenze».

Ma l’esperienza dell’enologo francese ha portato a una scelta precisa: il frazionamento del mosto fiore. «Non è una pressatura tradizionale – spiega – ma cambiamo i parametri della pressa a seconda dell’annata e dell’uva che abbiamo. Il nostro lavoro è quello di rispettare l’uva e il territorio, per questo facciamo una vinificazione separata delle singole parcelle, per poi “giocare” al momento del taglio. Altitudine, esposizione, pendenze: ogni parcella cambia».

I vini del presente e del futuro a confronto

I vini del presente e del futuro a confronto

Per questo è necessario un lavoro di precisione: «La cosa principale è l’uva: nei giorni di vendemmia, siamo sempre in campo, per capire cosa fare. I terreni cambiano anche solo ia distanza di 20 o 30 metri. Noi dobbiamo adattare il nostro lavoro al vino».

I vini della “gestione Secondé”, al momento, sono ancora in cantina. Ma durante una piacevole degustazione milanese al “A’ Riccione Terrazza12” è stato possibile fare un paragone tra il presente e il futuro, assaggiando le bollicine in commercio e quelle che ancora riposano sui lieviti, in attesa che arrivi il loro momento, realizzate sotto la guida di Secondé.

Le bottiglie della famiglia Moratti

Le bottiglie della famiglia Moratti

Così c’è stato il confronto con il Pas Dosé, 36 mesi, sboccatura a febbraio 2021, e il 2020, con dégorgement à la volée effettuato direttamente dall’enologo francese. «Il Pas dosé non è una moda, è un’esigenza. L’obiettivo è quello di avere un’acidità naturalmente morbida, per un vino in totale purezza, con il massimo rispetto dell’uva».

E così è stato fatto con la Cuvée dell’Angelo (72 mesi sui lieviti), con il confronto tra l’annata 2015 in commercio e la futura 2020, il Rosé 2015 (60 mesi) con il 2020 e infine R.D.M. 2014, non dosato, con fermentazione malolattica svolta in bottiglia e sboccatura a marzo 2021, paragonato a quello che sarà la Cuvée Speciale 2020, con fermentazione spontanea in botte e malolattica completamente svolta. Tutti Pinot Noir in purezza, con l’eccezione di una piccola parte di Meunier che va a contribuire al Rosé.

Ma alla fine, cosa cambia, andando oltre agli aspetti tecnici? Nel bicchiere il cambio di passo dell’azienda si sente, eccome. Maggiori eleganza e finezza si accompagnano a una grande profondità, sinonimo di potenzialità e longevità. Per assaggiare i primi vini della “nuova vita” di Castello di Cigognola bisognerà attendere l’anno prossimo, il 2024. Ma ne vale la pena.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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