18-09-2024

Ottavia Giorgi di Vistarino, la contessa rivoluzionaria dell’Oltrepò Pavese

Alla guida della storica Conte Vistarino a Rocca de’ Giorgi, desidera completare l'evoluzione in azienda ambientale, con il massimo rispetto della natura

«Il bio è superato», afferma Ottavia Giorgi di Vistarino, la contessa alla guida della storica azienda Conte Vistarino a Rocca de’ Giorgi: «Abbiamo il dovere di impostare e condurre un’azienda ambientale per contrastare anche il cambiamento climatico che esiste eccome». L’affermazione di colei che ha valorizzato e reso contemporaneo il Pinot Nero con tenacia, coraggio e costante visione di ciò che serviva alla sua azienda, ma soprattutto di ciò che serviva alla sua terra d’ Oltrepò.

Arrivare al quartier generale della Conte Vistarino è come immergersi nella storia d’Italia, perché in questa porzione lombarda con una tenuta di 826 ettari in un unico corpo, di cui 102 vitati, ha al centro Villa Fornace dove sono passati re, nobili, cerimonieri di stato e illustri della famiglia.

Percorrendo le strade impervie tra i boschi e le colline limitrofe ti accorgi quanto questa donna abbia investito nel trasferire i suoi studi e la sua attitudine da produttrice per elevare un territorio forse più spettinato e cosiddetto "di mezzo", perché punto d’incontro di quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna.

Senza dubbio il Pinot Nero è il vitigno più significativo dell’Oltrepò e proprio nella nuova cantina Vistarino ha voluto valorizzarne molte espressioni. L’iconica bollicina millesimata del metodo classico 1865 si affianca all’etichette di vino fermo come Pernice, Bertone e Tavernetto. Tutti all’unisono grandi Cru dove il terroir si fonde nei calici.

Un lavoro di selezione parcellare e zonazione che Ottavia ha voluto fortemente, sfidando i contrasti di chi preferiva la classicità del passato e non la sfida del futuro. «Penso di aver fatto un lavoro importante per la mia cantina. I miei studi di economia sono serviti a muovermi con cautela - chiosa la contessa Vistarino - per creare, gradualmente, quello che oggi mi piace definire il nostro lavoro: dalla vigna, al vino, alla promozione e sperimentazione di nuovi progetti, che mi stimolano a viaggiare per un confronto continuo con i blasoni francesi borgognoni, per esempio. Mai fermarsi e mai pensare di aver raggiunto il miglior risultato. Mio padre mi diceva spesso che l’agricoltura deve essere rispettata secondo le regole che Madre Natura ha dettato. In parte è vero, ma oggi la condizione del clima ci obbliga a fare dei ragionamenti conservativi per mantenere il grande livello qualitativo della materia prima».

Visitare la proprietà consente all’ ospite di ammirare i vigneti distesi tra zone boschive e seminativi. Il recupero degli ex poderi mezzadrili lo rende un luogo dove poter praticare attività faunistica con specie rare residenti in tenuta. Un luogo dove immergersi tra i silenzi assordanti e i profumi agresti integrati alla bellezza del paesaggio.

«La mia tesi di laurea in Economia e Commercio, nel 2000, fu legata all’e-commerce - afferma Ottavia - e solo nel momento in cui la pandemia ci ha bloccato, confinata a Villa Fornace, ho compreso ancora una volta che le mie visioni andavano nella giusta direzione, perché il far circolare vino non arrestava il flusso e, seppur con una marginalità esigua, serviva a comunicare. Ho trascorso molte ore nella cantina con la mia squadra di lavoro per pensare al futuro e, al di là di avere il dovere di creare grandi vini, sono convinta sia necessario a ripensare al nostro mondo con lo spirito di condivisione, il confronto, il fare sistema perché essere un grande solista non è proprio nelle mie corde. Sono molto felice che oggi il presidente del nostro consorzio sia Francesca Seralvo e ci sono tante colleghe e colleghi con i quali sono convinta faremo riaccendere fari più potenti su questo territorio che merita di essere riconosciuto e riscoperto per la bellezza che gli appartiene».

Per chi volesse ascoltare, dal vivo, aneddoti e storie di famiglia, Ottavia sarà a Milano con altre illustri donne del vino il 24 settembre in occasione del progetto FEEMALE della Fondazione Eni Enrico Mattei: accreditatevi a questo link https://events.feem.it/invinofemina2024


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Cinzia Benzi

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Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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