07-11-2022
Samuel, Walter, Emmanuel e Marina De Angelis davanti all'ingresso dell'azienda
«Il nostro territorio è un po’ una Cenerentola, ma noi vogliamo dimostrare le grande potenzialità del Piceno».
Se Cenerentola, come fiaba, ha un lieto fine, i fratelli De Angelis sperano anche in questo caso che un principe azzurro, o meglio, gli appassionati di vino si accorgano del potenziale del loto territorio.
«Ci troviamo a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno – racconta Emmanuel De Angelis durante un incontro online – Amilcare De Angelis veniva chiamato Lu Kont: la famiglia era effettivamente nobiliare, ma poi abbiamo perso il titolo e abbiamo ricominciato dalla terra, dalla mezzadria».
I vigneti nel Piceno
Anche il simbolo dell’azienda è stato rinnovato: il vecchio stemma è stato modificato, mantenendo comunque i tre simboli di terra, cielo e uomo. È un ulteriore segnale della voglia della famiglia De Angelis di guardare positivamente al futuro.
Foto di famiglia con il papà: Walter, Emmanuel, Marino, Marina e Samuel De Angelis
C’è da far conoscere una zona delle Marche non ancora particolarmente nota per la produzione dei vini. «Il nostro territorio è un po’ una Cenerentola, ma adesso il Piceno sta iniziando a venire fuori. Purtroppo qui è mancata un po’ la mentalità da parte di alcuni produttori: c’erano belle uve, bei vini, ma poi non si riusciva di venire alla scoperto. Prima c’era l’obiettivo del guadagno in breve tempo. Ora ci sono molti giovani che stanno puntando sul rilancio del territorio, a partire dall’accoglienza».
La barricaia dell'azienda
Per quanto riguarda la filosofia di produzione, come ha spiegato Emmanuel De Angelis, «utilizziamo solo l’acciaio per l’affinamento dei vini giovani, ma abbiamo anche riscoperto le antiche vasche di cemento».
Per l’occasione sono stati assaggiati tre vini rappresentativi dell’azienda. Il primo è il Navicchio 2021, Pecorino in purezza, dove è stata effettuata una criomacerazione per poi affinare in cemento per 6 mesi sulle fecce fini. «Inoltre – spiega Emmanuel De Angelis – anticipiamo la vendemmia per avere un’acidità maggiore». Ne esce un vino piacevolmente complesso al naso, dove una nota agrumata si sposa con i fiori bianchi. In bocca spicca la sapidità ed ha un’ottima beva, non escludendo una possibilità di affinamento negli anni.
Marino De Angelis durante la vendemmia
Si tratta di un vino piuttosto ricco e strutturato, con una frutta rossa intensa e variegata, dalla ciliegia alla confettura di lamponi e more: al sorso conferma questa sua pienezza, con una buona acidità di sostegno. Ne vengono prodotte circa 40mila bottiglie.
I tre vini degustati, in rappresentanza della produzione aziendale
Un vino intenso, dove stavolta prevalgono le note di spezie, di liquirizia e di tabacco. In bocca è consistente, pieno, generoso. È realizzato solo nelle migliori annate, in tremila esemplari.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
La brigata del Nostrano al completo (da sinistra a destra): Raffaele Duranti, Christian Battistuta, Luca Sanseverino, Stefany Piga, lo chef Stefano Ciotti, Alex Comparin, il sous-chef Fabio Pellizzaro, il maître Ion Chelici
Uno dei piatti proposti da Daniele Citeroni Maurizi all’Osteria Ophis, a Offida
La pizzeria Big Ben si trova in corso Vittorio Emanuele II 61, a Urbania (Pesaro Urbino)
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.