23-05-2023

Ornellaia, una 2020 di Proporzione. «Il futuro? Lo stile non cambia, la strada è tracciata»

L'incontro con l'enologa della tenuta Olga Fusari, che presenta Le Serre Nuove e Ornellaia: il segreto è saper interpretare l'annata

Ornellaia è nata a Bolgheri nel 1981

Ornellaia è nata a Bolgheri nel 1981

Se Bolgheri è diventata famosa nel mondo del vino, parte del merito è certamente anche di Ornellaia. E sul futuro non ci sono dubbi: si proseguirà sempre sulla stessa strada di eccellenza tracciata da Axel Heinz, direttore per 17 anni di Ornellaia e Masseto, che ha lasciato l’azienda proprio nei mesi scorsi per intraprendere altre esperienze lavorative.

L’incontro con Olga Fusari, enologa della tenuta, ci permette di poter entrare con il doveroso rispetto, quasi in punta di piedi, nel mondo di Ornellaia.

L'enologa Olga Fusari

L'enologa Olga Fusari

«Ornellaia nasce a Bolgheri nel 1981, con i vigneti che sono stati impiantati a partire da 82, primo corpo vitato circa 45 ettari, che poi sono stati ampliati nel tempo con altri terreni. Le varietà scelte fin da subito sono state Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot».

Lo stile di produzione rispecchiava le più prestigiose aziende francesi: un primo vino, più importante, e un secondo vino, più immediato, ma con elevatissimi standard qualitativi in entrambi i casi. Semplicemente due vini differenti, con target diversi. «Le Serre Nuove nasce come secondo vino e ha una maggiore presenza di Merlot – spiega Olga Fusari – Acquisisce delle proprie caratteristiche peculiari: ha una personalità, una propria identità. È il fratello più giovane di Ornellaia, che esce in commercio sei mesi prima, con una maggiore immediatezza. Ciò non toglie che anche il Le Serre Nuove abbia un grande potenziale di invecchiamento».

I vigneti di Ornellaia

I vigneti di Ornellaia

«L’annata 2020 ha avuto un inverno mite e piovose, ma poi ci sono state due notti con temperature molto basse a fine marzo. La primavera, poi, ha registrato un andamento regolare, mentre a giugno c’è stato un evento piovoso forte che ha fornito una risorsa idrica importante. Da quel momento non ci sono state più precipitazioni sino alla fine di agosto, quando un temporale ha fatto scendere le temperature, soprattutto notturne».

C’era infine da scegliere il momento giusto per la vendemmia. «A metà settembre le temperature sono risalite e anche le gradazioni ne hanno risentito, poi sono arrivate ancora piogge che hanno allungato un po’ i tempi per la raccolta».

Ornellaia e Le Serre Nuove 2020

Ornellaia e Le Serre Nuove 2020

Il risultato è un’annata comunque positiva, con una buona struttura. Le Serre Nuove è realizzato con il 44% di Merlot, il 30% di Cabernet Sauvignon, il 13% di Cabernet Franc e un altro 13% di Petit Verdot.

Di certo l’approccio è di note più legate ai sentori di frutta, che vanno ad amalgamarsi con note di erbe aromatiche, come il timo, e una leggera speziatura. Elementi che trovano un equilibrio già ottimo, con un bicchiere di spessore ma anche di buona beva.

La bottiglia con l'etichetta d'artista dell'Ornellaia 2020 La Proporzione

La bottiglia con l'etichetta d'artista dell'Ornellaia 2020 La Proporzione

E poi c’è il primo vino, Ornellaia. «Ornellaia di solito si esprime dopo 8 o 10 anni – sottolinea l’enologa – In questo caso il Cabernet Sauvignon è 50%, Merlot 32%, Cabernet Franc 13% e il restante 5% Petit Verdot». Assaggiare ora l’annata 2020 è sicuramente stimolante, cercando soprattutto di intuirne il potenziale futuro: nel bicchiere il vino si apre e dai sentori fruttati spazia verso aromaticità balsamiche e speziate. Già ora ha una notevole complessità, che andrà ad ampliarsi nel tempo. In bocca ha tensione e profondità, acidità e tannino nobile: fattori che fanno intuire l’evoluzione.

Per il progetto Vendemmia d’Artista, è stato chiamato a interpretare il carattere dell’annata 2020 l’artista Joseph Kosuth, che ha dato vita all’etichetta sul tema della Proporzione, la parola chiave di questa annata di Ornellaia.

La cantina di Ornellaia

La cantina di Ornellaia

Olga Fusari conosce perfettamente la profondità e la potenzialità di questi grandi vini anche grazie alla sua lunga permanenza in azienda. «Sono in azienda dal 2005: entrata come tirocinante, in pratica non ho mai lasciato Ornellaia. La mia tesi di laurea è stata proprio nei vigneti di Ornellaia, con un percorso di ricerca avviato con l’Università di Firenze. Nel 2008 sono stata inserita stabilmente nel team come assistente enologa e dal 2016 come enologa».

Un percorso, il suo, che è avvenuto nello stesso periodo della direzione da parte di Axel Heinz. «Cosa cambierà ora, dopo la sua partenza? Stilisticamente non cambierà nulla – conclude Olga Fusari – si prosegue sulla strada intrapresa, non credo proprio che ci saranno rivoluzioni». Sempre con la massima attenzione a tutti i passaggi della produzione, fin nei minimi particolari. Così è stato dall’inizio, lo è ora e lo sarà in futuro.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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