25-04-2024

«Verde e lunga vita al Gavi»: la nostra degustazione col Consorzio

Attraversiamo dieci anni di denominazione, per coglierne caratteristiche, potenzialità, conferme e sorprese. Passando anche da una tenuta dove la storia è con la "s" maiuscola e facendoci coccolare da un ristorante che vive di passione familiare...

Tutta la bellezza di un filare di Cortese

Tutta la bellezza di un filare di Cortese

Un grido si sprigiona da un territorio dove dialogano due regioni (anzi tre) e proprio per questo dall’identità così unica: «Verde e lunga vita al Gavi». Due aggettivi che si intrecciano tra le ripide colline e l’impronta ligure – storica, architettonica e climatica – in uno scrigno piemontese e così vicino alla Lombardia.

Prima sferzati dalla pioggia, poi illuminati da un sole che gioca con i colori della natura e degli edifici dell’uomo, attraversiamo dieci anni di denominazione, per coglierne caratteristiche, potenzialità, conferme e sorprese. Passando anche da una tenuta dove la storia è con la "s" maiuscola e facendoci coccolare da un ristorante, che rappresenta un altro capitolo delizioso di passione familiare.

Il presidente del Consorzio Tutela del Gavi Maurizio Montobbio

Il presidente del Consorzio Tutela del Gavi Maurizio Montobbio

Ma che cosa c’entra la sostenibilità con la longevità? Sono due valori strettamente connessi e ci guida all’interno di questo ragionamento la degustazione svolta al Consorzio Tutela del Gavi: ci accoglie il presidente Maurizio Montobbio, mostrandoci la sede accanto alla wine ambassador Sara Repetto. Proprio il Consorzio si racconta attraverso un impegno sostenuto di passi e numeri. Fondato nel 1993, viene incaricato dal Ministero dell’Agricoltura di promuovere, valorizzare e tutelare la denominazione del Gavi Docg in Italia e all’estero. Oggi conta 190 aziende associate, 14  milioni di bottiglie, per l’85% esportate in oltre 100 Paesi. La sua cura riguarda i produttori, come pure vinificatori e imbottigliatori di 11 Comuni in provincia di Alessandria, una squadra che ha vissuto un’accelerazione nell’ultimo decennio.

La wine ambassador Sara Repetto

La wine ambassador Sara Repetto

Il Gavi Docg è prodotto dalle uve del Cortese, vitigno a bacca bianca autoctono piemontese. Se inizia il suo corso con freschezza e raffinatezza, poi si fa sempre più intrigante e autorevole. Il suolo, così differenziato (argille rosse, terre bianche e un’alternanza di marne e arenarie nella parte centrale), ne dipinge i diversi volti.  

Il Consorzio ha anche fatto un’altra scelta interessante: da 11 anni ormai chiama l’Associazione Italiana Sommelier per degustare alla cieca i campioni di Gavi Docg delle aziende associate: si seleziona così il vino ritenuto più rappresentativo della vendemmia, che diventa “bottiglia istituzionale” per un anno, con tanto di etichetta ad hoc di Riccardo Guasco.

Questo è un anno particolarmente significativo perché la Doc celebra mezzo secolo (la Dogc è arrivata invece nel 1998). Nel frattempo, sono stati portati avanti progetti come quello di selezione clonale,  con gli esperti del Cnr, o con le carte di assolazione, e ancora  quello della flavescenza dorata, senza scordare le stazioni di biomonitoraggio per la tutela delle api.

Ora, però, l’attenzione  è puntata sul cambiamento climatico, la degustazione con Gianni Fabrizio del Gambero Rosso e l’agronomo Davide Ferrarese.  Il vitigno Cortese – diffuso nella zona centromeridionale del Piemonte e in particolare in quella della Docg Gavi - raggiunge la piena maturazione a settembre.  

Qui giocano diversi fattori, dagli Appennini all’influenza del mare con le brezze, passando dalla pianura adiacente, carica del proprio caldo. Il germogliamento ha un passo più lento ad esempio rispetto al Timorasso e la biodiversità comporta la viticoltura che accarezza il bosco e qualche prato. Di fronte a difficoltà come le gelate primaverile o lo stress idrico o la scottatura, bisogna cogliere l’opportunità di uno studio accurato. Ecco il progetto digitale di analisi climatica ed agronomica, che prevede cinque stazioni del consorzio per monitorare in modo simultaneo altrettanti vigneti. Il risultato? Una maggiore conoscenza del clima e del microclima locale, ma anche del vitigno Cortese stesso. Con la consapevolezza di ciò che succede nelle vigne – si spiega – c’è anche quella di ciò che si potrebbe fare per mitigare l’impatto del cambiamento climatico o volgerlo a proprio favore, misurando e provando nuove strade. 

Le bottiglie di Gavi in degustazione

Le bottiglie di Gavi in degustazione

Il grande quesito è questo: riuscirà il Gavi a mantenere la propria tipicità, per farsi riconoscere? La risposta potrebbe essere deve, dunque può.  All’esigenza di crescere è strettamente connessa la decisione di preservare la propria identità.

Allora nella degustazione partiamo dal 2023, un’annata particolare, con un ciclo vegetativo anche regolare, che sta manifestando i primi “segnali” della finezza e della ricchezza aromatica di questo vino (assaggiamo Picollo Ernesto Gavi Docg del comune di Gavi), spingendoci verso il 2013.    

A proposito di cambiamento climatico, la siccità è senz’appello l’anno prima, il 2022, la vendemmia precoce. Ma che sorpresa, questo vitigno nel sapersi riprendere  e nell’offrire freschezza e mineralità interessanti con la Tenuta San Lorenzo. Proseguiamo nel 2021 con Marchese Luca Spinola,  poi nel 2020 con I Produttori del Gavi, lavoro di squadra.

Per il 2019 affaccia anche la Riserva, con La Raia: un’idea che ancora è poco intrapresa, ma che conferma la via della longevità per questo vino. Ancora un capitolo di estate calda e vendemmia anticipata per l’annata 2017, degustiamo la Docg Il Mandorlo della Tenuta San Pietro, un intreccio olfattivo di fiori bianchi e note agrumate, che conduce poi a un equilibrio di forza e grazia in bocca.

Asciutta, non calda, l’annata 2016, e qui rimandiamo le sensazioni all’ultima tappa del viaggio, quando esploriamo la tenuta presentata. Nel 2015, si torna a temperature più elevate, si anticipa la vendemmia: protagonisti i vecchi vigneti per laVigna della Rovere Verde Gavi Riserva Docg de La Mesma e la freschezza si completa con una struttura invidiabile.

Non ci resta che tornare indietro di 11 anni e affidarci alla vendemmia tardiva grazie a una stagione più fresca, della Villa Sparina: sfila Monterotondo del Comune di Gavi Docg e cattura con i sentori agrumati che si accostano a quelli speziati. La longevità è un’autorevolezza che unisce carattere, sapidità, mineralità.

Un momento della degustazione

Un momento della degustazione

Il Gavi ora chiede di essere messo alla prova a tavola e ci spostiamo tra i graziosi edifici i cui colori raccontano la tipicità del paese. Ecco il ristorante Cantine del Gavi di Elisa e Roberta Rocchi: papà Alberto si mette ai fornelli per noi in questo edificio che profuma di storia e di ricette fondanti l’identità del territorio, a partire dal risotto al Gavi naturalmente. Ogni gesto è il tassello di un rito. È qui che Sara Repetto ci ricorda la leggenda della principessa Gavia che preferì l’amore ai privilegi della corte e trovò in questa località la cortese dimora.

L’identità di questo territorio si trova anche nel Risotto al Gavi

L’identità di questo territorio si trova anche nel Risotto al Gavi

Il pranzo delizia, ma c’è spazio per un altro assaggio di storia, a “La Giustiniana”. Una scala maestosa ci fa risalire nei secoli: questa tenuta ha origine dal 1200 e conserva capitoli rilevanti in ogni luogo: dalla casa alla cappella, dalla cascina arrivando alle vigne. Dal 2016 Magda Pedrini e Stefano Massone si prendono cura del marchio con un lavoro di ricerca, che guardando indietro alle tracce del proprio percorso si nutre anche di innovazione. Qui continuiamo il viaggio, già intrapreso durante la degustazione iniziale con Montessora  Gavi Docg del Comune di Gavi 2015. Una complessità che si offre con eleganza fin dal profumo: la partita si gioca su ghiaie alluvionali alternate ad argille ricche di ferro, «il terreno perfetto per l’invecchiamento» assicura l’enologo Cristian Pomo, accanto ad Alice Mucci e Chiara Traverso.  Qui è naturale fermarsi e lasciarsi prendere a braccetto dal tempo.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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