Non di solo Morellino vive la Cantina dei Vignaioli di Scansano. La cooperativa ha saputo guardarsi attorno, puntando anche sul Vermentino, un bianco in netta ascesa in Maremma.
Ne è convinto Sergio Bucci, direttore generale di Cantina Vignaioli del Morellino di Scansano, che ha presentato il nuovo Vermentino dell’azienda, il San Bruzio, dopo una scelta attenta e consapevole. «La cantina che nasce 52 anni fa, ora la nostra cooperativa conta di 170 soci e circa 700 ettari di vigneto, che vanno dalle colline fino al mare. Negli anni ci siamo molto impegnati per i vini a propria etichetta, a differenza di altre realtà cooperative».

Il direttore Sergio Bucci
Ovviamente il focus della cooperativa resta il
Morellino. «Ma negli anni abbiamo implementato varietà bianche, e alcune rosse come il
Ciliegiolo. La Maremma era conosciuta più per i vini rossi, ma in realtà in Toscana nascono le prime denominazioni bianche, cioè
la Vernaccia di San Gimignano e il
Bianco di Pitigliano. Negli ultimi anni da noi il
Vermentino è cresciuto molto».
Da qui la decisione di dare un’identità forte anche al Vermentino aziendale. «Questo nasce da una curiosità e dall’assaggio di qualche vecchie bottiglie del nostro Vermentino che avevamo in cantina. Abbiamo notato che questo vino si mantiene piuttosto bene, quindi abbiamo deciso di sperimentare il Superiore, una nuova versione di Vermentino».

Alcuni dei vigneti della cooperativa
Il
Vermentino in Italia sta vivendo sicuramente un momento positivo, con un trend in crescita. In questo momento si tratta di un vino identificato con il mare, con l’estate. Ma si ha una crescente consapevolezza da parte dei viticoltori delle potenzialità di questo vitigno, anche con affinamenti un po’ più lunghi e prodotti più maturi.
Proprio da questa consapevolezza nasce il San Bruzio, con le uve che arrivano dalla zona di Magliano, dove si ha una presenza di argilla, oltre che di arenaria e sabbia, e con una leggera surmaturazione che avviene in due specifici vigneti. Dopo la fermentazione il vino viene lasciato per alcuni mesi sulle fecce fini.
Il risultato è un vino complesso, con sentori di ginestra, e poi frutta, con pera, mela e leggera albicocca, completato da una nota iodata. Al sorso è pieno, ricco, con una netta sapidità e una piacevole freschezza. E dalla grande potenzialità.

I vini degustati in occasione della presentazione del nuovo San Bruzio
Il
Vigna Fiorini è invece il
Vermentino “storico” dei
Vignaioli di Scansano, nato da uno specifico “cru”, dove però si ha un’aggiunta di
Viognier per il 15%. Assaggiato nelle varie annate, ha saputo offrire una sorta di “anteprima” di quello che potrebbe diventare il
San Bruzio nel tempo.
Il 2021 risulta complesso e “gentile” allo stesso tempo, con note anche floreali, e una texture più setosa in bocca. Il 2020 ha note più evolute, con una buona acidità a sostenerlo. Il 2019 inizia ad avere note ossidative, ma che vengono equilibrati da un’ottima freschezza al sorso. Il 2018 infine vince per complessità e ricchezza, e un finale rotondo e pieno.