11-11-2023

Ad ogni vino la sua parcella: la sfida di Davide Canina in Monferrato

Un cambio di vita, da consulente in aziende elettroniche a produttore di vino, della massima qualità. Una bella storia che racconta tre terroir: Portacomaro, Montegrosso d'Asti e Govone

Davide Canina e Monica Pedrotto

Davide Canina e Monica Pedrotto

I cambiamenti e le inversioni nella vita ci portano spesso dove anni prima non avremo mai pensato di essere. Questo è capitato a Davide Canina che dopo un principio di carriera lavorativa come consulente in aziende elettroniche, per dare sfogo ai tanti anni passati al Politecnico di Torino, ha trovato nella sua strada il vino. Con la stessa solerzia e dedizione ha prima studiato e dopo essersi “laureato” anche sommelier ha scelto di dedicarsi alla ristorazione e alla mescita di vini. E così cominciano alcune avventure in tanti ristoranti, fino a quelli in cui condividere le stelle come la Locanda del Sant’Uffizio, dove si è tolto lo sfizio di contribuire a raddoppiarle.

Ma anche questo periodo della vita di Davide induce sviluppi e cambiamenti, così nel 2019 con l’incontro con Agostino Malvicino, all’epoca direttore delle Cantine dei Produttori di Govone nasce la partnership per produrre in prima persona e con il proprio stile la sua etichetta di vini: IParcellari. Tra le terre del Monferrato vengono scelte alcune parcelle, insieme a Monica Pedrotto, sua compagna nei business e nella vita, per produrre vini a bacca rossa e bianca, con radici nell’astigiano, ma che devono tanto del loro stile alla Francia, di cui Davide si è innamorato nei tavoli dei ristoranti stellati.

Il motto de IParcellari: un vigneto, un parcella e un vino

Il motto de IParcellari: un vigneto, un parcella e un vino

Da Cioccaro di Penango a Grazzano Badoglio. Da Portocomaro a Govone, un pezzo di terra, una collina e un vitigno per ogni vino. Perché la Parcella rappresenta proprio lo spazio definito e limitato all’interno di un appezzamento di terra, l’unità di misura ultima e univoca. E da queste unità, da un insieme di parcelle si definisce e prende vita proprio un Parcellare.

I vini sono vellutati e gentili e riescono ad avere una personalità e stile che spesso manca alle Doc piemontesi più sottovalutati, come il Grignolino d’Asti (Parcella 505), che fa 12 mesi di affinamento in tonneaux e sei mesi in bottiglia, per prendere tannino pur conservando la sua freschezza. Oppure la Barbera d’Asti (parcella 563), che di mesi ne fa 15 in botte grandi e 9 in bottiglia, vino diretto e compatto, prodotto nello stesso stile del Pinot nero di Borgogna.

Sorprendente anche l’Albarossa, di parcella 269 nel cuore del Roero, in purezza, che dopo 12 mesi in tonneaux rimane di grande profumo e intensità, speziato e balsamico sul finale. Poi i bianchi di Chardonnay e Sauvignon, con la Francia sempre nello sfondo.

Per festeggiare la nuova vendemmia e il traguardo delle 30.000 bottiglie (una crescita di 10 volte in 4 anni non è certo male) la scelta è stato uno dei più bei balconi sulle Langhe, la Locanda in Cannubi, nel cuore di uno dei cru più nobili del Barolo, un riferimento per ogni bevitore di vino piemontese e un’altra bella sorpresa di una giornata tra le vigne.

Palmira, 82 anni cura giornalmente la produzione della pasta fresca

Palmira, 82 anni cura giornalmente la produzione della pasta fresca

La Locanda in Cannubi nasce dalla famiglia Miroglio che di segnali in langa ne ha lasciati tanto, prima nel tessile e poi nelle bottiglie, con l’etichetta Tenuta Carretta e grazie al lavoro costante della famiglia Bertolini- Boggione, che da generazioni si occupa di rendere felici i clienti che si siedono ai loro tavoli con vista sulle vigne.

E tante generazioni sono ancora al lavoro se si pensa che Palmira di 82 anni cura giornalmente la produzione della pasta fresca e soprattutto la chiusura dei plin, serviti poi al tovagliolo: un fantastico boccone che rappresenta perfettamente queste terre e la sua artigianalità.

Uova in cocotte con tartufo bianco

Uova in cocotte con tartufo bianco

Alla signora Palmira si sono aggiunti come responsabili della cucina anche Fabio Pungitore e Alex Olivero, che insieme e con la loro squadra propongono una cucina di tradizione. Una scelta che convince i tanti turisti che da ogni parte d’Europa vengono fino a questa terrazza per mangiare oltre agli agnolotti, risotti, Uova in cocotte con tartufo bianco e la Guancia di vitello al barolo.

L’astigiano rappresenta sempre più una estensione territoriale di quelle eccellenze prima limitate alle Langhe. Il Monferrato, da Asti ad Alessandria è un territorio straordinario e da scroprire e I Parcellari ne sono una nuova piccola bandierina da posizionare sulla mappa.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Luca Milanetto

gastronomo per passione e assaggiatore seriale, abitante della periferia montana del Regno Sabaudo, nel tempo che resta prova a innovare il sistema di welfare italiano. Ancora si emoziona prima di aprire il menu di un nuovo ristorante

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