03-11-2023
Hervé Grosjean durante la vendemmia della Petite Arvine nelle Vigne Rovettaz
«Prima ancora di far conoscere la qualità di Grosjean, vogliamo fare conoscere i vini della Valle d’Aosta. Perché purtroppo ancora si conoscono troppo poco».
La famiglia Grosjean ripercorre i suoi primi 50 anni (abbondanti) nel mondo della produzione del vino, guardando però sempre in avanti. Non solo per se stessi, ma per tutta la Valle d’Aosta.
«Bisogna pensare – racconta Simon Grosjean – che, per i vini, la Valle d’Aosta era quasi sconosciuta fino a pochi anni fa. Prima del 2000 addirittura si pensava che qui si producessero solo vini per la famiglia. Ma in passato la viticoltura valdostana si trovava ai vertici mondiali. Come scriveva lo studioso e ricercatore Lorenzo Francesco Gatta nel 1800, il nostro era uno dei vini più apprezzati, in particolare dalla casata dei Savoia. Per loro era un pregio poter offrire ai sovrani delle altre nazioni i vini della Valle D’Aosta».
Uno scorcio dei vigneti
Nel 1630 inoltre ci fu la grande peste, che ridusse di molto la popolazione, lasciano anche numerosi terreni incolti. I Savoia chiamarono diverse famiglie dalla Francia, con l’intenzione di recuperare quelle coltivazioni. «Probabilmente – conclude Simon – tra quelle c’era anche la nostra famiglia, i Grosjean».
Una giornata in mezzo alle vigne permette di capire quanta attenzione ci sia in fase di coltivazione: l’azienda è biologica, ma in quel paradiso naturale che è la Valle d’Aosta, dove c’è ancora una grande biodiversità, è quasi “difficile” non essere biologici. Camminando tra i vigneti durante la vendemmia, si capisce quanto la famiglia Grosjean sia attenta anche ai minimi particolari, per portare poi in cantina la migliore uva possibile.
La produzione di vino per la famiglia Grosjean ha più di 50 anni di storia
L’annata 2021 di Petite Arvine Vigne Rovettaz dimostra questo grande carattere: frutta bianca ed erbe aromatiche al naso, in bocca grande freschezza ma anche struttura.
La nostra giornata in vigna in occasione della vendemmia della Petite Arvine a metà ottobre
Il Fumin è probabilmente il vino simbolo di Grosjean tra i rossi: profumi ampi e avvolgenti, dove escono oltre ai frutti di bosco anche note speziate, e sorso lungo e verticale, con una grande spinta acida e sapida che danno l’idea di un potenziale futuro notevole.
Questi sono solo esempi della produzione di Grosjean, che si attesta ora tra le 200 e le 250mila bottiglie con una ventina di referenze differenti, ma che in futuro vorrebbe raggiungere quota 300mila. Ma senza mai scendere a compromessi con la qualità.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Chul Kyu Peloso, enologo e produttore della cantina in Valle d'Aosta, Cave Monaja
Paolo Bariani e Filippo Oggioni, soci nella gestione del ristorante Vecchio Ristoro di Aosta. Bariani maître e sommelier, Oggioni chef