15-05-2025

Cantina Tramin e la sfida lanciata da Troy, lo Chardonnay dall'anima altoatesina

Dopo dieci anni dalla prima annata di questo vino, Willi Stürz fa un primo bilancio. «Vogliamo che emerga il territorio e stare al passo con il resto del mondo»

Il Troy Chardonnay di Cantina Tramin

Il Troy Chardonnay di Cantina Tramin

Se bisogna guardare all’estero, bisogna anche prendersi il rischio di un confronto con il resto del mondo. Soprattutto quando si parla di Chardonnay.

A Cantina Tramin, però, non hanno paura di questo paragone. Anzi, è uno stimolo a migliorare, a curare sempre di più i dettagli. L’esempio è proprio il Troy, vino nato con la vendemmia 2015, presentato per la prima volta sul mercato nel 2018. Chardonnay in purezza, con stile internazionale, ma anima altoatesina.

Willi Stürz durante la degustazione a Milano

Willi Stürz durante la degustazione a Milano

«La nostra idea – ha spiegato Willi Stürz, kellermeister e direttore di Cantina Tramin – è proprio quello di poter fare un grande Chardonnay italiano, dall’Alto Adige. La volontà è quella di far sentire comunque il territorio e poter stare al passo degli Chardonnay blasonati di tutto il mondo».

La nascita di Troy, parola che in realtà significa sentiero, è frutto di un percorso studiato e sul quale sono stati fatti diversi ragionamenti: «Nel nostro territorio, per molti anni, lo Chardonnay coltivato a quote elevate non dava risultati convincenti a causa della struttura esile – ha sottolineato Stürz – Dopo anni di studi e diverse prove abbiamo compreso come le piante potevano trovare il proprio bilanciamento e ottenere basse rese in modo naturale attraverso un minimo intervento di regolazione delle quantità. Un percorso che nel 2018 ci ha portati a presentare sul mercato Troy. Di stagione in stagione, quindi, abbiamo affinato la stilistica fino alla corrente annata 2021, che si distingue per un grande equilibrio».

Cantina Tramin è partita dall’esperienza dello Stoan, altro importante vino dell’azienda, che viene realizzato con una ampia percentuale di Chardonnay: «Da lì abbiamo selezionato quattro parcelle – ha evidenziato anche Stürz – e poi, al posto di andare in botte grande come per lo Stoan, abbiamo fatto riposare il vino per un anno sui lieviti in botte piccola e successivamente in acciaio per altri 18 mesi».

I vigneti utilizzati per il Troy si trovano in località Sella, su un terreno molto calcareo, con una influenza climatica della catena della Mendola: gli impianti sono metà su pergola e metà a guyot.

Wolfgang Klots e Willi Stürz

Wolfgang Klots e Willi Stürz

Come già avvenuto per la presentazione sul mercato di Troy (qui l’articolo del 2018), in occasione di una recente degustazione a Milano Cantina Tramin ha voluto fare una degustazione alla cieca del vino affiancato ad altri “illustri colleghi”, a parità di annata. «In questa occasione – ha rimarcato Wolfgang Klots, direttore commerciale dell’azienda cooperativa – abbiamo anche la possibilità di valutare come il nostro Troy si sia comportato nel tempo, in evoluzione».

In particolare sono state tre le batterie di vini assaggiati alla cieca: una dedicata all’annata 2015, prima vendemmia di Troy, una seconda dedicata al biennio 2018-2019, e la terza per il 2021, il millesimo appena presentato.

I vini in degustazione

I vini in degustazione

La degustazione comparata non serviva a decidere quale fosse il vino più buono in assoluto, ma capire se Troy potesse stare sullo “stesso scaffale” di altri prestigiosi Chardonnay internazionali, e se fosse un vino riconoscibile.

La prima batteria ha affiancato Gaia & Rey Langhe Chardonnay DOC di Gaja, Houillères Chassagne-Montrachet di Domaine Olivier Leflaive e, appunto, Troy. La seconda, invece, ha visto due annate di Troy (2018 e 2019) al Corton Charlemagne Grand Cru di Domaine Jacques Prieur. La terza, infine, dedicata al 2021, Troy è stato degustato insieme al Powder House Estate Vineyard Sonoma Coast Chardonnay di Aubert e al Charlemagne Grand Cru di Domaine de la Vougeraie.

Willy Stürz con i vini in degustazione

Willy Stürz con i vini in degustazione

Le considerazioni finali, dopo la degustazione, sono state diverse. La prima riguarda la riconoscibilità di Troy: nonostante le differenze di annata che, ovviamente, influiscono sul prodotto finale, le bottiglie di Troy sembrano unite da un “fil rouge” che unisce la tendenza all’eleganza alla sapidità dolomitica, nonostante una discreta caloricità. Nel confronto, poi, Troy non ha di certo sfigurato: si parla di caratteristiche, terroirs, andamenti climatici differenti, ma in ogni caso il livello qualitativo del prodotto di Cantina Tramin può benissimo stare sullo stesso piano di molti Chardonnay internazionali.

L’ultima considerazione riguarda la capacità di Troy di avere un’evoluzione positiva nel tempo, con la permanenza in bottiglia. Il 2015 ne è un esempio lampante, così come il 2018 e il 2019 dove lo stile si è affinato ancora di più, mentre la 2021 dimostra la sua giovinezza ma anche il suo grande potenziale.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

Raffaele Foglia

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Raffaele Foglia

giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose

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