Se bisogna guardare all’estero, bisogna anche prendersi il rischio di un confronto con il resto del mondo. Soprattutto quando si parla di Chardonnay.
A Cantina Tramin, però, non hanno paura di questo paragone. Anzi, è uno stimolo a migliorare, a curare sempre di più i dettagli. L’esempio è proprio il Troy, vino nato con la vendemmia 2015, presentato per la prima volta sul mercato nel 2018. Chardonnay in purezza, con stile internazionale, ma anima altoatesina.

Willi Stürz durante la degustazione a Milano
«La nostra idea – ha spiegato
Willi Stürz, kellermeister e direttore di
Cantina Tramin – è proprio quello di poter fare un grande
Chardonnay italiano, dall’Alto Adige. La volontà è quella di far sentire comunque il territorio e poter stare al passo degli
Chardonnay blasonati di tutto il mondo».
La nascita di Troy, parola che in realtà significa sentiero, è frutto di un percorso studiato e sul quale sono stati fatti diversi ragionamenti: «Nel nostro territorio, per molti anni, lo Chardonnay coltivato a quote elevate non dava risultati convincenti a causa della struttura esile – ha sottolineato Stürz – Dopo anni di studi e diverse prove abbiamo compreso come le piante potevano trovare il proprio bilanciamento e ottenere basse rese in modo naturale attraverso un minimo intervento di regolazione delle quantità. Un percorso che nel 2018 ci ha portati a presentare sul mercato Troy. Di stagione in stagione, quindi, abbiamo affinato la stilistica fino alla corrente annata 2021, che si distingue per un grande equilibrio».
Cantina Tramin è partita dall’esperienza dello
Stoan, altro importante vino dell’azienda, che viene realizzato con una ampia percentuale di
Chardonnay: «Da lì abbiamo selezionato quattro parcelle – ha evidenziato anche
Stürz – e poi, al posto di andare in botte grande come per lo
Stoan, abbiamo fatto riposare il vino per un anno sui lieviti in botte piccola e successivamente in acciaio per altri 18 mesi».
I vigneti utilizzati per il Troy si trovano in località Sella, su un terreno molto calcareo, con una influenza climatica della catena della Mendola: gli impianti sono metà su pergola e metà a guyot.

Wolfgang Klots e Willi Stürz
Come già avvenuto per la presentazione sul mercato di
Troy (
qui l’articolo del 2018), in occasione di una recente degustazione a Milano
Cantina Tramin ha voluto fare una degustazione alla cieca del vino affiancato ad altri “illustri colleghi”, a parità di annata. «In questa occasione – ha rimarcato
Wolfgang Klots, direttore commerciale dell’azienda cooperativa – abbiamo anche la possibilità di valutare come il nostro
Troy si sia comportato nel tempo, in evoluzione».
In particolare sono state tre le batterie di vini assaggiati alla cieca: una dedicata all’annata 2015, prima vendemmia di Troy, una seconda dedicata al biennio 2018-2019, e la terza per il 2021, il millesimo appena presentato.
La degustazione comparata non serviva a decidere quale fosse il vino più buono in assoluto, ma capire se
Troy potesse stare sullo “stesso scaffale” di altri prestigiosi
Chardonnay internazionali, e se fosse un vino riconoscibile.
La prima batteria ha affiancato Gaia & Rey Langhe Chardonnay DOC di Gaja, Houillères Chassagne-Montrachet di Domaine Olivier Leflaive e, appunto, Troy. La seconda, invece, ha visto due annate di Troy (2018 e 2019) al Corton Charlemagne Grand Cru di Domaine Jacques Prieur. La terza, infine, dedicata al 2021, Troy è stato degustato insieme al Powder House Estate Vineyard Sonoma Coast Chardonnay di Aubert e al Charlemagne Grand Cru di Domaine de la Vougeraie.

Willy Stürz con i vini in degustazione
Le considerazioni finali, dopo la degustazione, sono state diverse. La prima riguarda la riconoscibilità di
Troy: nonostante le differenze di annata che, ovviamente, influiscono sul prodotto finale, le bottiglie di
Troy sembrano unite da un “fil rouge” che unisce la tendenza all’eleganza alla sapidità dolomitica, nonostante una discreta caloricità. Nel confronto, poi,
Troy non ha di certo sfigurato: si parla di caratteristiche, terroirs, andamenti climatici differenti, ma in ogni caso il livello qualitativo del prodotto di
Cantina Tramin può benissimo stare sullo stesso piano di molti
Chardonnay internazionali.
L’ultima considerazione riguarda la capacità di Troy di avere un’evoluzione positiva nel tempo, con la permanenza in bottiglia. Il 2015 ne è un esempio lampante, così come il 2018 e il 2019 dove lo stile si è affinato ancora di più, mentre la 2021 dimostra la sua giovinezza ma anche il suo grande potenziale.