È appena stato pubblicato “Villa Bucci”, un libro edito da Seipersei e dedicato ad uno dei più grandi vini italiani, il Verdicchio dei Castelli di Jesi di Villa Bucci. I testi sono di Cinzia Benzi che ha curato il volume, le fotografie di Francesca Brambilla e Serena Serrani e le illustrazioni di Gianluca Biscalchin che dopo il successo di “Château d’Yquem” ora propongono un volume che racconta non solo la storia dell’azienda creata da Ampelio Bucci ma anche la sua evoluzione dopo che nel luglio 2024 la cantina è entrata nell’orbita di Oniwines della famiglia Veronesi.
Il nuovo libro (che è possibile acquistare qui) è stato presentato per la prima volta lo scorso 6 Aprile al Teatrino di Palazzo Maffei di Verona, un racconto a 360 gradi che inizia da Ampelio Bucci che a partire dagli anni ‘80 ha saputo tracciare una rotta di successi nel mondo enoico, creando un’azienda vitivinicola che oggi è un punto di riferimento internazionale: «Questo volume nasce con la voglia di raccontare forse il più grande vino bianco italiano ma soprattutto il suo produttore e l’azienda che è diventata un punto fermo dell’enologia del belpaese - sottolinea l’autrice Cinzia Benzi - in questo volume c’è il passato, il presente ed il futuro racconto tra testi e fotografie dove non mancano gli aneddoti».

Il libro infatti racconta le sfide, le conquiste, ma anche l’amore per la terra e la filosofia enologica che ha portato alla nascita di un prodotto simbolo di eleganza e carattere e la presentazione durante il Vinitaly è stata l’occasione per suggellare anche il nuovo corso della cantina di
Ostra Vetere (Ancona) oggi guidata da
Federico Veronesi: «Per me e per la mia famiglia - precisa
Federico Veronesi - è un onore poter condividere con un “mostro sacro” del vino come
Ampelio Bucci un percorso che guarda al futuro, nel rispetto massimo di un passato, che è presente, e che ci proietta in una dimensione di autorevolezza enologica internazionale».
Tra vigneti ordinati e paesaggi che sembrano dipinti, si trova una delle realtà vitivinicole più iconiche del bel paese e ambasciatrice del Verdicchio dei Castelli di Jesi nella sua espressione più autentica, longeva ed elegante.

L'incontro a Milano tra Federico Veronesi, Cinzia Benzi e Ampelio Bucci
In un affascinante intreccio di parole e immagini,
Cinzia Benzi e le fotografe
Francesca Brambilla e Serena Serrani catturano la visione e la determinazione dell’oggi ottantottenne
Ampelio Bucci che ha permesso di elevare una varietà autoctona marchigiana a livelli di eccellenza internazionali. Il libro custodisce la sua avventura, dalla riviera adriatica di Senigallia a Ostra Vetere, dove le vigne crescono rigogliose nel cuore della valle del fiume Misa.
Il volume segna anche il passaggio di proprietà e generazione che vede in Federico Veronesi l’attuale erede della cantina marchigiana (adesso nel portafoglio di Oniwines), millesimo 1992 proprio come la bottiglia in versione magnum aperta per gli ospiti che hanno presenziato all’evento. Un vino che ha stupito tutti i presenti per la forza e l’identità che ha espresso anche a distanza di oltre 30 anni dalla vendemmia, nessuna ossidazione e per i fortunati che ne posseggono ancora qualche bottiglia da poter bere nei prossimi anni senza fretta.
All’evento mancava
Ampelio Bucci che ha fatto giungere i suoi saluti e che ha introdotto il libro insieme a
Luciano Ferraro, vice direttore del Corriere della Sera ma sono diversi i contributi di esperti come gli chef stellati
Moreno Cedroni ed
Enrico Bartolini, di
Gabriele Gorelli, primo
Master of Wine italiano,
Andrea Amadei, conduttore radio/tv e Content Curator della rivista
The Art of Wine,
Jeffrey E. Porter, giornalista americano di
Wine Enthusiast,
Sebastien Ferrara, sommelier, e dello stesso
Federico Veronesi.

Federico Veronesi e Cinzia Benzi durante la presentazione del libro a Verona
In questo volume,
Benzi esplora la storia, i successi e le sfide di un uomo che ha dedicato la sua vita alla creazione di un vino unico, che non solo racconta la terra da cui proviene, ma anche la personalità del suo creatore che senza alcuna formazione enologica,
Bucci ha sviluppato il suo stile innovativo, creando uno dei più grandi vini bianchi italiani.
Ogni pagina è intrisa di un amore profondo per la viticoltura, l’artigianalità e l’evoluzione di un prodotto che ha saputo conquistare i palati più esigenti e che senza dubbio continuerà a farlo.