17-09-2023
Massimo Piccin
Storie di vino e, soprattutto, storie di persone, perché la terra risponde all'animo di chi la cura e la coltiva. Massimo Piccin, ingegnere di origini venete, che inizia quest’avventura chiamata Sapaio nel 1999 racconta la Toscana enoica più prossima al mare. Ci fu un tempo, in questo lembo di terra vicino al mare, in cui l’avanguardia dei vignerons bolgheresi riuscì a raggiungere molti primati stabilendo nuovi paradigmi contravvenendo alle regole, ma questa era solo l’inizio della storia di un’area di produzione che ad oggi è stata inserita tra i territori vitivinicoli più vocati al mondo e le cui etichette hanno contribuito in maniera significativa al successo del vino italiano nel mondo. Piccin raccoglie la tradizione per creare nuove memorie.
Il podere di Sapaio, immerso nel verde di Bolgheri
Affascinato dalla complicità tra l’uomo e la natura di questi luoghi, ha sceltoanche per i vini Sapaio un approccio sostenibile al lavoro in vigna, condotto esclusivamente a mano. La certificazione biologica dei vigneti arriva nel 2017. «Crediamo che il lavoro in vigna debba essere l’espressione senza compromessi dell’armonia che esiste tra l’uomo e la natura - dice Massimo Piccin -. La cura per la terra, l’attenzione per l’ambiente e la salvaguardia del territorio sono le parole che guidano la nostra produzione. Il nostro vino siamo noi. In lui è racchiusa la nostra natura, il nostro sapere e il nostro pensiero».
Sapaio 2019
La proprietà è composta da 40 ettari di cui 25 vitati, 16 di questi ettari si trovano a Bolgheri e 9 a Bibbona. Il nome del podere, cuore dell’azienda, lo Scopaio, deriva dal nome della località stessa e viene di sera il colpo d'occhio è particolarmente suggestivo perché viene incorniciato. in un gioco di luci e colori. I vigneti sono altamente vocati alla produzione Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot.
I vigneti a Bolgheri
I vigneti di Bibbona si trovano ad un’altitudine leggermente superiore rispetto a Bolgheri, godendo di un microclima ancora più ventilato. Condizioni atmosferiche leggermente più estreme che regalano signi cativi profumi. Tutti i vigneti sono stati piantati tra il 2000 e il 2004, con un’aggiunta nel 2007. E siamo certi che non sarà l'ultima visto che la visione di Piccin si apre sempre a nuovi scenari.
Volpolo e Sapaio
Sapaio 2016
Lo stile di lavorazione di Sapaio è fedele a se stesso sin dagli inizi: un sapiente utilizzo di barriques francesi applicato alla scelta di utilizzo del blend come opportunità di integrazione della struttura portata dalla terra di Bibbona con l’eleganza di Bolgheri.
Wine cellar di Sapaio
Sapaio 2019, il vino icona dell'azienda, prende il nome da Sapaia, un’antica varietà Toscana che rispecchia il forte contatto con le radici del territorio. Si tratta di un IGT Toscana (uvaggio: 70% Cabernet Sauvignon, 10% Cabernet Franc, 20% Petit Verdot) dalla grande struttura e complessità, con un invecchiamento di 18 mesi in barrique e un affinamento di 18 mesi in bottiglia. Si esprime con estrema eleganza, emanando profumi di frutti di bosco e spezie, al palato è potente e persistente, eppure capace di regalare una buona freschezza. Finale lunghissimocon note fumè. Grazia e intensità si sposano nel calice. Un vino che può avere lunga vita.
Volpolo 2020, secondo vino dell’azienda, è un Bolgheri DOC (uvaggio: 70%, Cabernet Sauvignon 15% Merlot, 15% Petit Verdot) ed esprime a pieno il valore della denominazione e delle sue caratteristiche identitarie. Anche qui c'è un riferimento territoriale, visto che Volpola era una varietà autoctona locale. Fermentazione alcolica a temperatura controllata in serbatoi di acciaio con macerazione sulle vinacce e fermentazione malolattica in barrique. Colore rubino, al naso si esprime con note di piccoli frutti di bosco, al palato è fresco e piacevole, senza perdere in struttura.
Non ultimo, va notato il simbolo: la corona sull'etichetta è un omaggio al prezioso lavoro dei vignaioli in vigna e in cantina che nei vini di Sapaio trova la massima espressione di questo territorio.
Sapaio
Via del Passo di Bocca di Valle, 1 Donoratico (LI)
Tel. 0565 765187
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore
Gennaro Schiano, titolare di Cantine del Mare a Monte di Procida (Napoli)
Al centro, Marilisa Allegrini di Poggio al Tesoro
Il nostro viaggio enoico, calice dopo calice, camminando nella cantina di Località San Cassiano