24-02-2024
«Voi pensate al cibo e io all’obiettività. Si sposerebbe perfettamente con un Cheval Blanc del 1947». Questa frase è del critico Anton Ego, in uno dei film più geniali sul mondo dei ristoranti: Ratatouille.
Siamo ormai vicini alla Notte degli Oscar, l’evento più importante per il cinema mondiale che si svolgerà ai primi di marzo. Così abbiamo pensato anche noi a particolari abbinamenti cinematografici, con pellicole che hanno vino proprio la statuetta dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences. I film - scrive Raffaele Foglia - trasmettono emozioni, ci fanno sognare, ci fanno riflettere. E questo vale anche per il vino, soprattutto se si conoscono le storie delle persone che li hanno realizzati. Cercando sempre di mantenere quell’obiettività, citata da Ego, sulla qualità delle bottiglie. Magari non avremo un Cheval Blanc del 1947 alla nostra tavola, ma comunque un buon bicchiere di vino ci potrebbe accompagnare nel magico mondo dei fratelli Lumière.
A proposito, Ratatouille vinse l’Oscar nella categoria Miglior film d’animazione.
Tra poche settimane, il prossimo 10 marzo, a Los Angeles e da Los Angeles potremo vivere la notte degli Oscar cinematografici. Guai farlo senza brindare con ottimi vivi. Come quelli che suggeriamo qui.
Il Clos de Vougeot esaltato nel pranzo di Babette Clos de Vougeot, un domaine della Côte de Nuits un nome, un mito. E come tale è stato celebrato nel film Il pranzo di Babette, con l’annata 1846 servita in abbinamento alle “cailles en sarcophage”. Una delle scene più belle è quando il ragazzo, addetto ad aiutare Babette nella preparazione del pranzo, porta delle bottiglie di vino in una carriola: alla richiesta di una delle sorelle della comunità, se quello fosse del vino, Babette risponde citando direttamente l’appellation! La storia del Clos Vougeot risale al XII secolo, quando il vigneto fu fondato dai monaci dell'abbazia di Cîteaux. I monaci cistercensi erano noti per il loro contributo allo sviluppo della viticoltura in Borgogna. Costruirono un muro intorno al vigneto, creando così il "clos" che è uno dei più grandi della Borgogna e copre circa 50 ettari. Durante la Rivoluzione Francese, l'abbazia di Cîteaux fu acquisita dallo Stato e il Clos Vougeot divenne di proprietà pubblica. Successivamente, nel XIX secolo, fu diviso in diverse parcelle e venduto a privati. Espressione tra le più sincere e caratteristiche del pinot nero di Borgogna, l’annata 1846 fu giudicata splendida, quasi un miracolo rispetto ad annate precedenti giudicate davvero povere. Ecco spiegato il piacere del generale Lowen mentre sorseggiava il vino mangiando la sua quaglia… Leonardo Romanelli
Donatien Bahuaud, Effetto Notte e la pazienza Ci vogliono passione e pazienza per fare grandi vini, come grandi film. Questo credo di Donatien Bahuaud, trasmesso alle generazioni successive, ci conduce a Le Master - Muscadet Sèvre-Et-Maine AOP, 100% Melon de Bourgogne, ma anche a un film francese che ha conquistato la giuria del Premio Oscar, Effetto notte di François Truffaut. Questione di tecnica e di cuore, di saper aspettare, anche ciò che la realtà ha da rivelare. Il tutto in un contesto di assoluta bellezza. Come è la Valle della Loira: dell’etichetta Le Master, abbiamo degustato l’annata 2014, che ci porta proprio lì, a credere sì nella tecnica, ma anche a essere convinti che ciò non basti a creare vini unici. Che ci voglia quel fuoco che divora un viticoltore appassionato, come un grande regista. Da Donatien Bahuaud si offre un vino, che accoglie con delicatezza attraverso il suo giallo paglierino, poi fa vivere note di camomilla e tiglio (anche con venature agrumate), arrivando poi a stupire con la sua interessante mineralità e ad accarezzare con la sua freschezza. Si devono dedicare almeno 12 mesi per osservare l’estrazione perfetta delle componenti sapide sulle fecce fini e occorre scandirli con batonnage regolari. Un altro anno accompagnerà in bottiglia e il saper attendere appagherà, ancora. Marilena Lualdi
Travaglini e Avatar, in comune c’è il Sogno Tra premi, riconoscimenti e Oscar, c’è un film che negli ultimi anni ha sbancato gli incassi, ricevendo ben tre premi oscar per scenografia, fotografia ed effetti speciali: Avatar. La fantascienza di James Cameron ci porta alla scoperta di un mondo primordiale, fatto di immense e gigantesche foreste abitate da animali fantastici e popoli umanoidi. Un ex marine accoglie la missione di infiltrarsi in questi popoli attraverso una macchina che lo trasporta in un altro corpo, dandogli la possibilità di scoprire una realtà tutta nuova ed entrare a contatto con questo mondo surreale. Così come per il film, anche il Sogno di Travaglini è il mezzo per estraniarsi dal mondo, abbandonarlo per una nuova realtà avvincente legata al sogno, appunto. Questa bottiglia concretizza la volontà di Giancarlo Travaglini di creare un vino che possa trasmettere le peculiarità del territorio, attraverso l’utilizzo del Nebbiolo, ma che abbia anche un respiro più accattivante e originale, dato dall’appassimento e dall’evoluzione in botte. Le uve, una volta selezionate e raccolte, vengono appassite per almeno 100 giorno, permettendo così di concentrare tutta la ricchezza aromatica, per passare poi ad un affinamento di 36 mesi in botti grandi e altri 6-8 mesi in botti più piccole. Sprigiona aromi di frutta matura, amarene, pepe e liquirizia, regalando un sorso caldo e suadente, con una conclusione balsamica e tendente ad accenni minerali. Travolgente, avvincente, coinvolgente tanto da portare in un’altra dimensione. Stefania Oggioni
Outsider: Otten e Everything everywhere all at once Tutto nasce nelle vigne, di quasi 30 anni, piantate a Turbiana, della Cantina San Michele di Capriano del Colle, in provincia di Brescia, guidata da due giovani produttori, Mario ed Elena Danesi, che hanno scelto di investire su un altopiano, il Monte Netto, votato alla viticoltura, con caratteristiche naturali uniche al punto da farsi eleggere Parco agricolo regionale. Un settembre di molti anni fa, evento raro in Lombardia, compare su molti grappoli di Turbiana la Botritys cinerea. Nasce così Otten, una Turbiana in purezza, galvanizzata dalla “muffa nobile”. Già la scelta del nome (Netto, scritto al contrario), suggerisce l’originalità del progetto enologico dove la Turbiana, il vitigno storico a bacca bianca dell’altopiano, si trasforma in un vino vibrante, sfaccettato e longevo. L’ultimo nato è Otten:4, vendemmiato nel 2021, 30% dei grappoli botritizzati, che rivela aromi sottili e penetranti da mattino tropicale, tra passion fruit e ananas, con fili vanigliati a legare il tutto. La Turbiana è un outsider come è stato Everything Everywhere All at Once, di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, 7 statuette vinte su un totale di 11 nomination, tra cui il Miglior film 2023. Evviva coloro che hanno uno sguardo originale e fuori dagli schemi. Annalisa Cavaleri
Brunello “A Diletta” nel ricordo di Kobe Bryant «Caro Basket, sin dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzettoni di mio papà e a immaginare canestri decisivi per la vittoria al Great Western Forum, mi è subito stata chiara una cosa: mi ero innamorato di te. Un amore così grande che ti ho dato tutto me stesso». Per chi non lo sapesse, Kobe Bryant, l’indimenticata stella della Nba scomparsa il 26 gennaio 2020 in un terribile incidente in elicottero dove perse la vita anche la figlia Gianna, ha vinto anche un premio Oscar, per il miglior cortometraggio di animazione ispirato proprio alla lettera che scrisse per annunciare il suo ritiro. Dear Basketball è un inno all’amore e alla passione, ma anche alla perseveranza di inseguire i propri sogni. Così il curioso abbinamento con il vino è con una donna forte, che con coraggio e cocciutaggine è riuscita a raggiungere il suo sogno. Gianna Neri ha superato tanti ostacoli, nella sua vita, e ora inizia a raccogliere soddisfazioni con la sua azienda Col di Lamo a Montalcino. Il vino che forse meglio la rappresenta è A Diletta, il Brunello che ha dedicato all’amore della sua vita, sua figlia, che ora l’affianca anche in azienda. L’annata 2019 in particolare trasmette proprio questa sensazione di grande carattere, ma anche di un’avvolgenza paragonabile all’abbraccio tra madre e figlia. Raffaele Foglia
Niente Merlot per Sideways. Ma Riecine… «No, if anyone orders Merlot, I’m leaving. I am not drinking any fucking Merlot!» (No, se qualcuno ordina il Merlot, me ne vado. Non bevo nessun maledetto Merlot!), è la celebre frase pronunciata dal protagonista Miles Raymond interpretato dal bravissimo Paul Giamatti nel film Sideways – in viaggio con Jack che preferiva il Pinot Noir a tutto il resto. La super premiata pellicola del 2004, si è anche meritata un Oscar per la migliore sceneggiatura non originale dove il protagonista del film sicuramente non conosceva il Merlot di Riecine (che a dir la verità è stato prodotto per la prima volta in purezza nel 2016) un vino speciale nella culla del Sangiovese. TreSette deve il suo nome alla tecnica di affinamento in tonneau da 7 ettolitri e, come facile da immaginare, alle carte del tressette: una varietà che ha trovato a Gaiole in Chianti uno speciale equilibrio “chianteggiante” che racconta il suo varietale in uno stretto legale come il territorio (da una vigna a 450 metri sul livello del mare). Il Sideways effect è realmente esistito? Oggi poco importa, i Merlot in purezza non sono più talmente tanti come vent’anni fa e quelli buoni bisogna tenerseli stretti e goderseli, anche Tresette e questo Alessandro Campatelli e il suo team lo sanno bene. Salvo Ognibene
La grande bellezza anche nel Cesanese di Ciolli La Grande Bellezza è uno dei capolavori delle cinematografia italiana. Premiato con l’Oscar nel 2014, il film di Paolo Sorrentino racconta Roma da una prospettiva oscura, tetra, che contrappone lo splendore di un tempo allo squallore dell’oggi in cui il personaggio di Jep Gambardella si barcamena in attesa della, finale, illuminazione. È attorno a quella Roma, lungo la Prenestina verso Fiuggi, che Damiano Ciolli e la sua cantina sono diventati portabandiera della nuova viticoltura di qualità laziale. A Olevano Romano, in sette ettari di terreni collinari di origine vulcanica dove l’uva si coltiva da millenni, Ciolli ha avviato, nel 2001, una produzione attenta che dalla coltivazione di famiglia di vini sfusi ha saputo compiere un deciso cambio di passo. Si è lavorato sulle rese, più basse, sull’attenzione e la cura della vigna, con uso di sovescio e solo con trattamenti biodinamici. Le fermentazioni sono spontanee, i vini eleganti e freschi. Il Cesanese di Affile è un vitigno antico di bacca rossa e piccoli acini e dona vini complessi e pronti all’invecchiamento. Come il Silene 2021 dai sentori di rosa e ginepro, un vino intrigante per la sua singolarità quanto invitante con una bella persistenza e un finale croccante. Maurizio Trezzi
Brindisi a Sophia Loren con il Piedirosso di Astroni Tre episodi, tre donne, una sola attrice: Sophia Loren. In Ieri, Oggi e Domani, tre ruoli diversi, difficili ed intesi, che raccontano la storia di un’Italia che cambia e con essa anche la dimensione femminile. Sophia nasce a Roma per caso, ma cresce a Pozzuoli, nella casa dei nonni materni, al numero 5 di via Solfatara, in condizioni di indigenza. Schernita durante la sua infanzia per essere una figlia illegittima, poiché sua madre non ha mai sposato suo padre, fino all’età di 14 anni veniva chiamata “stuzzicadenti” per via della sua magrezza. Da brutto anatroccolo a splendido cigno, Sophia ammaliava (e ancora ammalia) non solo con la sua bellezza, ma anche con il suo modo di fare spontaneo. Orgoglio napoletano, è divenuta una delle attrici più amate e famose al mondo, con due Premi Oscar vinti, nel 1962 e nel 1991. Il flegreo Piedirosso ha sofferto l'essere relegato a lungo a vitigno "minore", all'ombra dei fasti dell'Aglianico. Negli anni ha saputo trovare la propria dimensione, riuscendo a far risplendere la propria luce e oggi fa incetta di premi tra le guide di settore. Succoso, schietto e saporito, rappresenta il complemento perfetto della cucina partenopea classica grazie alla sua predisposizione a tutti gli abbinamenti, ivi compresi la pizza margherita e lo spaghetto al pomodoro. Colle Rotondella di Astroni ne è un esempio virtuoso, con i suoi fragranti toni di arancia rossa e geranio e le delicate note di pepe e cenere, il sorso sapido, delicatamente affumicato, dal finale fresco, lungo e agrumato. Adele Granieri
Nittardi celebra l’arte di James Ivory
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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A cura della redazione di Identità Golose
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.