Barone Pizzini: come si crea un Franciacorta e il fuoriprogramma Bagnadore Rosé 2011

Una giornata milanese uggiosa si può scordare se Silvano Bresciani, ad e anima di Barone Pizzini, decide di trasformare una sala di Cracco in Galleria in un vero tavolo didattico dove si degustano, in anteprima, le basi dei vini che diventeranno grandi bollicine di Franciacorta. Brescianini è stato un pioniere nel credere fermamente nell’agricoltura biologica impostando un lavoro identitario per le singole vigne e calandosi nelle parti del vigneron con umiltà, talento e visione del futuro enoico della Franciacorta. Oggi dopo trenta vendemmie afferma con fierezza:«Il mio passato da ristoratore non mi ha mai fatto perdere di vista l’obiettivo di produrre una bollicina dove non ci fosse chimica, studiando, parcella per parcella, i terreni più adatti a comporre una cuvée dalla complessità riconoscibile come un tratto distintivo di Barone Pizzini».

Silvano Bresciani, ad e anima di Barone Pizzini

In effetti l’assaggio delle dodici “basi 2023” fa comprendere le importanti differenze dei risultati ottenuti con una fermentazione in acciaio e successivo affinamento in barrique piuttosto che una fermentazione e affinamento, completamente, in barrique. Una nota agrumata è comunque il fil rouge che lega tutte le basi in degustazione. Sicuramente i vigneti Alternos e Gremoni di Chardonnay risultano più pronti rispetto ad altre vigne come Ronchi - San Carlo. Passaggio molto interessante per complessità sulle vigne Roccolo di Pinot Nero, uve dedicate all’etichetta Bagnadore.

«Serve sottolineare che il nostro lavoro di sperimentazione su Erbamatt, vitigno che oggi il disciplinare Franciacorta permette di inserire fino al 10%, continua. Proprio il campione n.7 svela un vino molto verticale che deve essere dosato al meglio.  In questo momento poche aziende franciacortine lo producono e utilizzano. Per noi questa varietà ha dimostrato di avere una buona tenuta alle alte temperature estive e, senza dubbio, cela al blend una nota di freschezza che ci piace inserire».

Sulla vendemmia 2023 Brescianini ha confermato: «In Franciacorta siamo di fronte ad un’annata strepitosa. L’estate particolarmente fresca e piovosa si differenzia moltissimo dalla 2022 che ci ricordiamo essere stata molto calda. Per noi assaggiare le basi, all’inizio dell’anno, è un esercizio che fa cogliere l’inizio di una trama del vino». Vini che si intuisce porteranno a grandi bollicine. Un’annata che può ricordare la 2011, millesimo che lo stesso patron di Barone Pizzini definisce «la mia migliore vendemmia dal 1994».

Bagnadore Rosé 2011

Proprio durante il pranzo, per accompagnare l’iconico Filetto di vitello alla milanese di Cracco, è arrivato nei calici un rosé fuori dall’ordinario e del tutto inaspettato: Bagnadore Rosé 2011, mai prodotto prima. Una bottiglia straordinaria per complessità e potenziale di evoluzione che, vista l’eccezionalità del progetto, sarà prodotta solo quando sussisteranno condizioni fuori dall’ordinario. Solo 6.621 bottiglie prodotte e in commercio ne arriveranno appena 4996. Un blend di Pinot Nero dalle vigne di Roccolo a Passirano e Gremoni a Provaglio d’ Iseo. Uve pressate in maniera soffice, gli acini interi sono macerati a freddo, segue un frazionamento dei mosti, la fermentazione in barrique e una maturazione di 8 mesi. L’affinamento in bottiglia sui lieviti è di 128 mesi. Una riserva dalla complessità rara e per questo ne sentiremo parlare a lungo.