05-05-2023
Raffaele Foglia mi ricorda, e io lo ricordo a voi che ci leggete, che questa newsletter dedicata al vino, in assoluto la numero 172, è un nostro omaggio alla primavera e a quelle bottiglie che la sanno esaltare al meglio, per i nostri palati e i nostri cuori. Buona lettura, utile per orientare le vostre scelte.
Paolo Marchi
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Un’agricoltura biologica-dinamica controllata e certificata Demeter: «Su questo nostro vino lavoriamo diverse percentuali di grappolo intero - chiosa Clemens - per poi adottare una fermentazione spontanea del pigiato passando a maturazioni in botti grandi e piccole di legni poco tostati». Ecco la nascita di un rosso strutturato ricco di sentori speziati, frutta rossa, dal lampone alla ciliegia, con un finale affumicato molto raffinato. Ottimo per una grigliata di primavera e perfetto con un tagliere di salumi e formaggi erborinati.
Cinzia Benzi
Poche le etichette su cui si suddividono le circa 60milabottiglie che ogni anno escono dalla cantina, nella convinzione di non voler modificare i tratti caratteristici di un vino che deve essere fresco, facile, pronto e profumato. Peculiarità che derivano dal terreno, rosso, ricco di minerali e capace, anche in periodi di scarsità idrica, da grappoli su cui si costruisce, dopo la vendemmia e l’affinamento in solo acciaio, un Gavi Docg piacevole con profumi intensi di mela e sottobosco, caldi e avvolgenti. Nell’annata 2022 si rivela morbido e fresco, subito pronto per essere bevuto a inizio pasto o con i classici abbinamenti da vino bianco secco nelle, prime, calde giornate di primavera.
Maurizio Trezzi
Nasce con il nome “Where the Dreams have no end…”, per poi arrivare all’etichetta odierna, per lasciare libera interpretazione a chi lo assaggia. Bisogna infatti lasciarsi trasportare dal fascino e dalla complessità di questo Chardonnay in purezza scelto per raccontare i profumi e i sapori del Collio goriziano. Inoltre, le scelte di lavorazione di queste uve, consentono un’ottima e sorprendente evoluzione nel tempo. Un bianco di incredibile struttura e finezza; ogni sorso regala sfumature e sapori differenti, passando dalla frutta matura, alla vaniglia, dai fiori bianchi, alla pasticceria. L’assaggio è persistente, armonico e definito da una conclusione fresca e sapida.
«È bello sognare, però condividere i sogni con qualcuno è ancora più bello», Sylvio Jermann.
Stefania Oggioni
Si tratta di un’azienda giovane, con la prima vinificazione nel 2004, e che produce 110mila bottiglie complessive. Puntiamo su Indaco 2018, Igt Toscana (quindi fuori dalla Doc Bolgheri), connubio ben riuscito di Malbec, Merlot e Cabernet Sauvignon: un vino dalla grande intensità, ma anche da una finezza dettata da profumi anche floreali di violetta e rosa. Al sorso la grande bevibilità di questo vino è innegabile, ma lascia ancora spazi a un periodo di affinamento.
Raffaele Foglia
L’invecchiamento di 12 mesi in anfore e grandi botti di rovere di Slavonia a contatto con le fecce fini conferisce al vino un ventaglio olfattivo ricco di note di frutti tropicali, mela golden, fiori gialli, camomilla, spezie dolci. Al palato è avvolgente, fresco e sapido, supportato da buona mineralità conferita dal suolo caratterizzato da argille bianche, marne calcaree e gesso. Consigliamo l’annata 2019 visto che si tratta di un vino di grande eleganza e complessità che dà il meglio di sé 3/4 anni dopo la vendemmia. Perfetto per i vostri pic nic e le scampagnate nella natura. Benvenuta primavera.
Annalisa Cavaleri
Un’altra pagina in cui scrivere l’identità di quest’azienda picena, fondata da nonno Amilcare e oggi portata avanti dai nipoti. Emmanuel De Angelis spiega: «Abbiamo così voluto rendere omaggio alla nostra storia familiare con l’impegno di mantenere e potenziare l’alto valore intrinseco delle uve nella loro trasformazione. Mio nonno mi raccontava la leggenda da bambino…». I suoli argillosi, la mineralità, l’aromaticità che rende merito all’incontro tra il mare Adriatico e i monti Sibillini grazie alla brezza, le forti escursioni termiche e l’esposizione a sud-ovest scrivono il cuore della storia. Il Sauvignon affina sui lieviti delle fecce fini per 6 mesi, in tonneaux, poi in cemento e anfora. Sarà interessante scoprirne la longevità, perché già con il Pecorino – sottolinea De Angelis – l’esplorazione è in corso. Intanto acidità garbata e varietà di note fruttate assicurano che la “belva” è stata ammansita.
Marilena Lualdi
Nasce dai vigneti che crescono lungo ripidi pendii tra i 650 e i 450 metri sul livello del mare e che si rivela nel calice con un bel colore giallo oro. Sensazioni olfattive intense, floreali e fruttati di pera e mela, è un vino fresco e sapido, di ottimo equilibrio e buona complessità con un finale abbastanza lungo e piacevole. Dalla migliore selezione dei grappoli della stessa varietà, l’azienda campana, ha puntato proprio di recente l’attenzione su Oikois, Greco di Tufo Docg Riserva 2020 ma questo vino ve lo raccontiamo un’altra volta.
Salvo Ognibene
Si passa poi al Lago Trasimeno con la Bisbetica di Madrevite 2022, prodotto con Gamay del Trasimeno; un vino che già evidenzia nel suo colore cerasuolo brillante, dai profumi floreali, fruttati di pompelmo rosa e fragola; piacevolmente sapido, intenso e persistente al palato. Arriviamo a Montefalco con il Sagrantino di Perticaia 2022, insospettabile in questa versione; un vino che profuma di bacche di rovo, combinate a sentori floreali. Al palato presenta una discreta struttura. Si chiude con il rosato di Ciliegiolo Antichi cloni 2021 di Zanchi, siamo ad Amelia (Terni), un vino che esprime note di erbe selvatiche che si combinano con i toni di frutti rossi, il sorso è fresco e piacevole.
Fosca Tortorelli
Nel 2019 l’azienda si dota di un ulteriore ettaro di vigna di sole uve Grenache a Biancavilla (Catania), in contrada Guardia Majo, a 840 metri.; da qui arriva il Lato Sud Rosso – Vigna degli Architetti, 100% Grenache. I grappoli vengono diraspati interi e per 12 giorni restano a contatto con le bucce in silos d’acciaio; a fine fermentazione, il vino passa in tonneaux usati, dove sosta per un anno, poi riposa due anni in bottiglia prima della distribuzione. Tutte le fermentazioni avvengono spontaneamente con lieviti propri e i vini non vengono né chiarificati né filtrati. Rubino lieve, al naso si apre con un ventaglio di profumi ampi, articolati e mediterranei, dal ribes all’amarena, dalle spezie dolci alla polvere di caffè. In bocca è diretto e pieno, di buona sapidità, vibrante acidità e di avvolgente alcolicità; tannino rotondo e misurato. Equilibrato, persistente e goloso, un vino appagante che profuma di vulcano e di primavera.
Davide Visiello
La filosofia produttiva di Giovanni Scarfone e sua moglie Sanny Occhino si basa sul rispetto estremo del contesto ambientale che circonda i vigneti, per questo non vengono utilizzati erbicidi, insetticidi o concimi chimici ma solo sovesci di leguminose e basse dosi di rame e zolfo. In cantina si lavora senza nessuna aggiunta di solforosa o di altri additivi in fermentazione, con pressature soffici con il tradizionale torchio idraulico e lunghe macerazioni con frequenti follature manuali. Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera sono alla base di questo rosato, che profuma di scorza d’arancia, foglia di pomodoro ed erbe officinali, arricchito da sottili sbuffi salmastri, che si ritrovano nel bellissimo sorso carnoso, assieme ad una decisa tensione acido-sapida.
Adele Granieri
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
A cura della redazione di Identità Golose