02-05-2023

I progetti di Montelvini per la valorizzazione della Docg Asolo Montello

La fedeltà al territorio, interpretata con impegno per la sostenibilità, guida il lavoro di questa cantina familiare. Come dimostra FM333, il primo cru della denominazione Asolo Prosecco Superiore Docg

La famiglia, naturalmente. Quella che ad Asolo invita a prendersi cura di sé e degli altri, concedendosi un respiro più profondo della bellezza tutt’attorno. E a vivere un’esperienza che vibra dal vino, anzi dall’Asolo Experience per rivolgersi a tutto il mondo.

È quanto sta tracciando Montelvini per valorizzare e comunicare la culla della Docg Asolo Montello. Un percorso, che è passato quest’anno anche da Vinitaly a livello visivo e gustativo: lo stesso stand diventava appunto un luogo di esperienza, dal design alle ricette di chef Daniel Canzian che dialogavano con il vino. In particolare FM333, storia nella storia della cantina veneta. Sarah Serena ci accoglie con la sua pacatezza appassionata e con questo Asolo Prosecco Superiore Docg Brut.

Sarah Serena allo stand Montelvini durante Vinitaly

Sarah Serena allo stand Montelvini durante Vinitaly

Ma prima racconta perché natura e famiglia sono un tutt’uno e quest’ultima si estende ad altre persone: da chi lavora in azienda a chi contribuisce a diffondere il messaggio e lo vuole vivere, a fondo. È il vino che guida, eppure gli altri elementi gli danzano attorno, dai calici alle luci personalizzate. «Vogliamo individuare alcuni locali di riferimento top in Italia e coinvolgerli nel progetto del Prosecco di Asolo, perché è ancora una Docg meno conosciuta rispetto a quella di Valdobbiadene. In questi locali vogliamo portare la nostra visione e la parte finale è l’invito a venire qui, a scoprire un bellissimo territorio, il nostro Vigneto Ritrovato e quella che è la nostra azienda».

Sarah Serena e lo chef Daniel Canzian

Sarah Serena e lo chef Daniel Canzian

Un approccio preciso della cantina che papà Armando ha affidato a Sarah e Alberto: passa dal rispetto per la storia radicata nel 1881 e per l’ambiente. «Siamo l’unica azienda della Docg a essere certificata sostenibile con Equalitas – spiega Sarah – Per noi questa sensibilità è per l’ambiente e per le persone che fanno parte della nostra squadra. A Pasqua abbiamo dato una gratifica perché il bilancio era andato bene e il sacrificio era stato fatto da tutti. Una era già stata distribuita a Natale».

Sì, i conti tornano e in un periodo comunque non facile per l’impatto dei diffusi rincari: «Abbiamo avuto il coraggio, nel momento in cui aumentavano i prezzi dell’energia e del vetro, di imporci con i prezzi nuovi, senza aver paura di come sarebbero stati recepiti. Anche questa è sostenibilità. E abbiamo avuto il miglior fatturato della nostra storia». Sospinto dall’Italia e dall’estero. Ad esempio, il Giappone era un cliente affezionato, ma è anche ripartito con maggiore fatica dopo il Covid: ora sta di nuovo rispondendo. Così come la Russia è un mercato attento e allo stesso tempo hanno continuato ad acquistare i clienti ucraini: questi prodotti non sono sotto embargo e in tempi così dolorosi il vino sembra quasi affidare il suo messaggio di armonia.

Per questa Asolo Experience, impeccabile ambasciatore è appunto FM333, il primo cru della denominazione Asolo Prosecco Superiore Docg. Le cifre svelano l’altezza del vigneto, le lettere la sua identità, ovvero Fontana Masorin: «La prima e la seconda fermentazione avvengono tutte nella stessa autoclave per cui il prodotto ha un processo unico nella Docg di Asolo, è il primo esperimento di questo tipo». Le uve vengono selezionate a mano e si ricorre al solo mosto fiore, stabilizzato a freddo perché possa esprimere pienamente l’aromaticità.

È proprio la fedeltà al territorio a spingere a osare e a intraprendere nuove strade: «Nostro padre ci ha dato carta bianca, io ho 53 anni, mio fratello neanche 50. Abbiamo voglia di fare cose nuove, ma amiamo tantissimo il nostro territorio. Abbiamo investito tutto su Asolo, come vino e come borgo».

FM333 lo racconta con la sua personalità autorevole, ma non invadente, che passa da irresistibili note fruttate alla carezza dell’acacia. Quasi un riflesso, quest’ultima, della carezza all’ambiente. Tra l’altro, di ogni componente del prodotto viene indicata la modalità di smaltimento, in un circolo virtuoso che completa la consapevolezza di come ogni gesto dell’uomo lasci un’impronta sulla natura.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Marilena Lualdi

responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky

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