05-06-2023

Lo Sforzato contemporaneo: territorio, tecnica e ricerca

Durante l'evento dedicato ai vini di Valtellina, il Master of Wine Gabriele Gorelli ha identificato 4 Sforzati identitari che raccontano il percorso di crescita del Nebbiolo delle Alpi

La gastronomia e i grandi vini della Valtellini sono stati protagonisti a Milano - grazie all'impegno del suo Consorzio Vini - durante l'evento Obiettivo Valtellina che si è tenuto a La Casa degli Artisti di Corso Giuseppe Garibaldi. Durante la giornata, aperta ai professionisti della ristorazione, alla stampa e agli appassionati winelover della città, oltre alla possibilità di assaggiare decine di etichette al banco di assaggio, si sono svolte masterclass di approfondimento per raccontare il percorso di crescita dei produttori della valle lombarda.

Il Master of Wine Gabriele Gorelli

Il Master of Wine Gabriele Gorelli

Tra le masterclass, quella dedicata allo Sforzato di Valtellina, vino icona del territorio e espressione unica del Nebbiolo coltivato in queste zone. Il titolo, azzeccato, è “Lo Sforzato contemporaneo: territorio, tecnica e ricerca” perché l’obiettivo è spiegare come questo vino storico possa entrare a pieno titolo nella degustazione contemporanea.

«Lo Sforzato è un vino che ben rappresenta la grande storia e la cultura valtellinese, ma anche un vino frutto di attualità e innovazione. Un vino completo, non più solo “da meditazione” da bere e da centellinare davanti al caminetto, ma per ogni occasione, soprattutto se si parla di ristorazione di qualità» ha spiegato il master of wine Gabriele Gorelli, che ha selezionato 4 Sforzati identitari.

Giacomo Mojoli, Gabriele Gorelli e Danilo Drocco

Giacomo Mojoli, Gabriele Gorelli Danilo Drocco

«Abbiamo voluto ricominciare a presidiare il territorio milanese perché sono molte le persone che dal capoluogo lombardo vengono da noi - spiega il presidente del Consorzio Danilo Drocco -.Vogliamo raccontare il più possibile come siamo cambiati e come il nostro bellissimo territorio sta guardando al futuro. Oggi parliamo dell unico nebbiolo al mondo fatto con la tecnica dell’appassimento e vi racconteremo come è cambiato».

I vini in degustazione durante la Masterclass

I vini in degustazione durante la Masterclass

«Si tratta di una zona ben estesa di 50 km con una ottima biodiversità e soli 800 ettari di vigneto (tra i 300 e gli 800 metri di altitudine). Da notare che la Valtellina ha un clima fortemente continentale con una decisiva differenza tra le le temperature minime e massime. Inoltre siamo sul versante Retico con oltre 1900 ore di luce all’anno. Una produzione che richiede impegno e dedizione, a partire dalla scelta dei migliori grappoli di nebbiolo fino alla cura nell'appassimento. Si mette in scena l'arte di saper aspettare e accudire le uve per procedere poi con l’attività di cantina dove eènecessario saper gestire l’elevata concentrazione zuccherina senza perdere in sottigliezza e grazia. La vendemmia si fa a fine settembre - inizio ottobre con uve croccanti che possono affrontare anche un appassimento di 100 giorni. Grazie al freddo, inoltre riusciamo a concentrare gli aromi con la presenza comunque di frutta. Lo Sforzato è un vino di storia e cultura valtellinese ma anche un vino frutto di attualità e innovazione. Un vino completo, un vino da bere e non sa centellinare davanti al caminetto» dice Gorelli.

In degustazione, lo Sforzato di Valtellina Docg Fiori di Sparta 2017 La Grazia, nome rende omaggio all associazione di ragazzi disabili presente nell'azienda. 90 giorni di appassimento e acini che perdono circa il 40% di acqua acquisendo grande concentrazione di aromi e zuccheri di uva. Affinamento in botti e in barrique di rovere a temperatura costante per un tempo tra i 18 e i 30 mesi. Seguono 6-8 mesi di affinamento in bottiglia.

Si continua con Tenuta Scerscè Sforzato Infinito 2018 con appassimento fino al primo giorno di dicembre e un frutto più rosso e pungente.  Appassimento fino al primo giorno di dicembre, pigiatura qualche giorno dopo, macerazione sulle bucce di circa 20 giorni. In tonneaux per 12 mesi. Il frutto qui è più scuro e più ampio, con una forte parte di calore che lo rende un vino autunnale

Terzo protagonista lo Sforzato di Valtellina Ventum 2018 Convento San Lorenzo, cru dell’area di produzione Sassella a 600 metri. Vendemmia a inizio ottobre lievemente anticipata, macerazione sulle bucce di 14 giorni maturazione in botti per 15 mesi.

Si finisce con il Nino Negri 5 stelle 2020, che spicca per personalità. La raccolta è iniziata il 23 settembre. I grappoli sono stati depositati in cassette e sono stati fatti appassire in modo naturale nel fruttaio perdendo circa il 40% del suo peso. La pigiatura è iniziata il 6 dicembre. Affinamenti di due anni di cui uno in barrique di rovere frances. La sfida è questa avere un vino succulento e carnoso che non si sieda e che sia espansivo.

«Ricordo parlammo di sforzato 25 anni fa, un tempo erano due o tre, oggi ne abbiamo 28. E' già una vittoria » dice Giacomo Mojoli, “disegnatore di idee” e tra gli ispiratori dei pensieri fondanti di Slow Food.

Tanti gli ottimi sforzati che si sono assaggiati al banco di assaggio di Obiettivo Valtellina. In alto a sx Simone Nera di Caven, che ha portato a Milano Messere: maturazione in piccole botti di rovere francese per almeno 15 mesi e successivamente in botti grandi di rovere, affinamento di 20 mesi, dei quali almeno 12 in botti di legno. Un vino profondo con sentore di more, prugna, cacao, caffè, tostatura e finale minerale e leggermente balsamico

Tanti gli ottimi sforzati che si sono assaggiati al banco di assaggio di Obiettivo Valtellina. In alto a sx Simone Nera di Caven, che ha portato a Milano Messere: maturazione in piccole botti di rovere francese per almeno 15 mesi e successivamente in botti grandi di rovere, affinamento di 20 mesi, dei quali almeno 12 in botti di legno. Un vino profondo con sentore di more, prugna, cacao, caffè, tostatura e finale minerale e leggermente balsamico


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Annalisa Leopolda Cavaleri

giornalista professionista e critico enogastronomico, è docente di Antropologia del Cibo e food marketing all'Università di Milano e all'Università Cattolica. Studia da anni il valore simbolico del cibo nelle religioni e collabora con alcune delle più importanti testate del settore

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