29-06-2022

Il nostro viaggio in Sicilia sul versante nord dell’Etna: i calici da non perdere

L’evento enologico Sicilia en Primeur ideato da Assovini Sicilia, giunto alla XVIII edizione, ci ha portato a scoprire alcuni produttori d'eccellenza

Serena e Valeria Costanzo di Palmento Costanzo 

Serena e Valeria Costanzo di Palmento Costanzo 

La XVIII edizione di Sicilia en Primeur, l’evento enologico siciliano ideato da Assovini Sicilia, ci ha portati sul versante nord dell’Etna per conoscere il vulcano e i suoi vini. Mongibello o Muncibbeddu in siciliano è l’Etna, una parola di derivazione araba, gibel che vuol dire monte e dall’italiano monte, stesso significato per descrivere 3350 metri sul livello del mare in Sicilia, il vulcano più attivo d’Europa e del Mondo. Oltre 600.000 anni di eruzioni iniziate sul fondale marino e poi emersi, un’isola nell’isola. Fin dai tempi dei Fenici esiste la coltivazione della vite su questa porzione di Trinacria qui il terreno costituito per lo più da ceneri sabbiose miste ai terreni lavici, habitat interessante per la vite che si sviluppa lentamente ma possono vantare una longevità impressionante.  La scoperta enoica di questa porzione di Sicilia è emersa negli anni ’80 dove pochi produttori iniziarono con la bravura e le intuizioni di Salvo Foti a comprenderne la potenzialità di un terroir singolare. Nerello Cappuccio e  Nerello Mascalese per le uve a bacca rossa e il Carricante con Catarrato, Minella e Trebbiano per le uve a bacca bianca costituiscono le basi dei vini etnei. Vini che nascono con cure maniacali di piccoli e grandi produttori per una valorizzazione spesso in base alle contrade di appartenza e piccoli villaggi.

L'interno della cantina Pietradolce

L'interno della cantina Pietradolce

Un esempio è il cru Barbagalli di Pietradolce un unico vigneto della contrada Rampante a Solicchiata. Siamo a 900 metri s.l.m. e il Nerello Mascalese cresce ad alberello e vanta un’età media che varia dagli 80 ai 100 anni. Un capolavoro enoico che ci cattura per i tannini setosi, definiti, note affumicate al naso e in bocca equilibrate. La famiglia Faro ha saputo trasferire con i propri vini la ricerca della perfezione stilistica che si ritrova anche nei bianchi come per l’Archineri con un Carricante di vigne centenerie allevato vicino a Milo, lato est del vulcano, è floreale e dall’ acidità più marcata pur sempre in perfetto equilibrio. Un omaggio al vulcano anche attraverso etichette “femminili” con una donna stilizzata simboleggiante proprio l’Etna stesso. Ci spostiamo in Contrada Arcurìa a Passopisciaro per condividere con Alberto Graci anima pulsante dell’azienda omonima per entrare nel mondo Arcurìa, etichette che offrono vini raffinati, longevi e dalla salinità sorprendente. Appena 20 ettari vitati. L’Etna Rosso Arcurìa esprime un Nerello Mascalese che vira dalle note balsamiche, alle speziature con lievi sfumature affumicate. Nella versione bianca il Carricante evolve in note mielose, frutta secca, lievi cenni di idrocarburi per le annate più vecchie mentre i millesimi più recenti donano al sorso una nota citrina ricorrente molto fresca e iodata.

Arcurìa Rosso

Arcurìa Rosso

Anche la famiglia Tasca d’Almerita arriva sull’Etna con Tenuta Tascante (ndr: nome derivante da Tasca e Etna al contrario) con il Carricante Buonora denota sentori di mela verde, erbacei e lievi sapidità mentre il Nerello Mascalese in purezza si esprime in maniera sublime con l’etichetta Contrada Pianodario, vigne distese su un’altitudine media di 775 metri s.l.m. tra la frazione Montelaguardia e Randazzo: eleganza ed equilibrio. Stesse caratteristiche nell’Etna Bianco Sciaranuova Vigna Vecchia, esaltazione di roselline e note pepate con un finale sapido sorprendente e asciutto.

Tascante Contrada Sciaranuova

Tascante Contrada Sciaranuova

Spostandosi in Contrada Santo Spirito da Palmento Costanzo nel cuore dell’Etna Doc Mimmo e Valeria Costanzo hanno il loro quartier generale enoico. Dal 2011 hanno recuperato un patrimonio viticolo territoriale recuperando molte vigne terrazzate e un antico palmento adibito a cantina. Alberelli etnei ber radicati tra i 600 e gli 800 metri sul livello del mare.  e ci auguriamo di vedere presto la giovane Serena, studentessa di viticoltura ed enologia, per continuare a fare esprimere queste vigne meravigliose di Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Carricante e Catarrato. La parte tecnica è seguita da Nicola Centonze, enologo siciliano, direttore d’orchestra di una cantina che lavora con una tecnologia all’avanguardia pur rispettando le tradizioni del passato. Si lavora per “caduta” le uve e utilizzando legni grandi spiccano pure botti a uovo da 2000 litri. Straordinario il progetto Parcelle e il Prefillossera, quest’ ultimo svela vini ottenuti da viti a piede franco di Nerello Mascalese di età superiore al secolo, un naso speziato, intenso, con note di rosa canina e delicati sfumature d’incenso con un caldo finale balsamico all’assaggio.


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Cinzia Benzi

laureata in psicologia, è stata rapita dalla galassia di Identità Golose. Se lo studio del vino è la sua vita, la vocazione di buongustaia è una scoperta in evoluzione

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